16.11.06

Serendipity

Se sai leggere devi capire; se sai scrivere devi sapere qualcosa; se sei in grado di credere devi comprendere; quel che desideri dovrai saperlo fare; se esigi non otterrai niente, e se hai esperienza devi renderti utile.
Johann Wolfgang Göethe

Una legge delle probabilità dice che se incontri una parola che non hai mai sentito prima, entro le seguenti 24 ore di sicuro la ritroverai per caso, in un nuovo contesto, e non la scorderai mai più.
Mai sentito dire? Mai capitato nella vita?

Per me è una prassi sorprendente. E che mi diverte molto. In questi giorni mi sono spremuta le meningi cercando qualcosa da dire per un post che parlasse del COM-PA, terminato da pochi giorni, ma anche dell’intervista a Emanuela Piemontese in pocherighe, e non solo. Parola chiave: semplificazione. Sfogliando le pagine di un giornale in un momento in cui proprio non stavo pensando al post, mi è apparso sotto il naso un articoletto dal titolo: "Ecco il segreto della semplicità". Il destino mi stava dando una mano? Niente affatto. Ma avete mai sentito dire la parola Serendipity? È un vocabolo coniato dallo scrittore inglese Horace Walpole per indicare la capacità di scoprire, in maniera del tutto casuale, qualcosa di inatteso che non ha a che vedere con quanto si stava cercando.

In effetti quell’articolo non parlava della semplificazione che intendevo io, bensì di "LivingSimplicity, il Festival della semplicità", che si svolgerà questo fine settimana allo Spazio Pelota di Milano. Artisti, studiosi, tecnici e creativi (ci sarà anche Lorenzo Cherubini) spiegheranno il proprio segreto della semplicità. Semplicità come immediatezza, come energia e creatività. Non proprio quello che cercavo, ma un probabile spunto interessante.

La vita può apparire complessa, difficile. Serve qualcuno che sappia distillare soluzioni semplici dal groviglio in cui viviamo. Tradurre la complessità in semplicità. Identificare i problemi e proporre soluzioni.

La semplificazione è una filosofia. Un modo di vivere. Una totale disposizione e apertura verso il prossimo, verso la risoluzione delle difficoltà, verso il valore delle diversità.
Semplicità diventa sinonimo di libertà. E può essere utile non solo per i testi delle Pubbliche Amministrazioni, o per parlare chiaro, ma anche per colpire al cuore, con la musica o la recitazione, o alla gola, con ricette genuine che richiamano le tradizioni. Semplicità, quindi, come ritorno al passato. Come ricerca del sé bambino, delle emozioni perdute o dimenticate, di ciò che eravamo prima di diventare adulti e un po’ complicati.
È anche il segreto per vivere serenamente?

Io, a questo Festival, ci vado. E voi?

http://www.livingsimplicity.it/