28.5.06

Festival dell'economia a Trento, 1-4 giugno

"La prima volta che mia figlia mi ha chiesto in cosa consistesse il mio lavoro, le ho risposto che il mestiere dell'economista è quello di studiare perché alcuni (famiglie, imprese, paesi) diventano ricchi e altri, invece, rimangono poveri o si impoveriscono. Non corrisponde ad alcuna delle definizioni standard della scienza economica, ma non potevo certo dire a mia figlia che «l’economia è la scienza che studia la condotta umana come relazione fra fini e mezzi limitati che hanno usi alternativi», come si legge nei manuali secondo la definizione di Lionel Robbins.
Quando è nata l’idea di questo primo Festival dell’Economia, ho perciò proposto come tema guida ‘Ricchezza e povertà’”.


Scrive così Tito Boeri, docente di economia del lavoro alla Bocconi, nel frontespizio dell’opuscolo che presenta il Festival dell’economia di Trento, 1-4 giugno.

Lì di solito ci sono i pistolotti dei capoccioni:
Onorevoli colleghi, è un grande onore per me introdurre alle signorie vostre un evento di grande spessore culturale e di approfondimento scientifico, e significare così alla comunità scientifica i sensi della nostra soddisfazione...
Che due balle.

Per la verità ci sono anche qui il sindaco, il presidente della provincia, il magnifico rettore dell’università: una quindicina di righe a testa. Ma lui, Boeri, responsabile scientifico del Festival, esordisce con la voce della figlia e con una scrittura pane al pane, senza italish né latinum latinorum.

Grande, Boeri, verrò a Trento. Voglio assicurarmi di ciò che sospetto da tempo: che con le parole semplici si può parlare anche di cose molto complicate. Certo, bisogna farsi un mazzo così.
Mi pare lo dicesse già Galileo: Parlar confusamente lo san far tutti, ma chiaro pochissimi.

Per chi vuole andare a Trento, o capirci qualcosa anche da lontano:
festival dell'economia