16.2.07

(...)

Mi collego al post qui sotto.
Spegnere la luce, seppure per un attimo, ha un valore forte, simbolico.
Un prendere coscienza, sedimentare consapevolezza.
Il buio così inteso mi ricorda il silenzio

nella conversazione, lo spazio bianco nella pagina scritta:
un istante di riflessione, a volte ripensamento.
Sarà successo a tutti di fare tesoro di quell’attimo,
attimo in cui spesso si sbroglia un nodo.

Dubito che questa campagna possa scuotere
da abitudini
collaudate, ma me lo auguro.
E approfitto dell’atmosfera rarefatta per ricordare una canzone
di Jarabe de Palo, che pure accosta buio e silenzio

(ma questa è un'altra storia).


Dueño de mi silencio

Se ha secado el río que me llevó a tí
me he perdido en el camino que contigo aprendí
ya no brilla la luz que me llevó a tu vera.

Llevo semanas pensando qué hacemos aquí
creo que ya no me acuerdo si algún dia fuy feliz
nunca tuve tanto frío, frío estando a tu lado.

Si no te hablo será porque no quiero
volverme esclavo de mis palabras.
Si no te hablo será porque prefiero ser el dueño de mi silencio.



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