Pandora, la tv finanziata dai cittadini
Dal vaso della mitologia questa volta, però, non «verranno liberati» i mali del mondo, ma le verità che nessuno vuole più raccontare. E un progetto che nasce dal basso, presentato ufficialmente a Roma qualche giorno fa… Dopo essere stata a Torino (alle 18, Idea solidale, corso Novara 64), arriverà in Val di Susa a Bussoleno, alle 21.15, per la presentazione del progetto con Chiesa e Udo Gumpel, corrispondente in Italia della tedesca Ntv, che sarà il direttore della testata.
La sottoscrizione è stata lanciata da tempo e, ad oggi, più di 3.500 cittadini si sono dichiarati disposti a versare la quota (da 100 a 250 euro) per dar vita a Pandora, dimostrando un'esigenza, non demandabile, di pluralismo e libertà di informazione. Anche i lavori per il format sono iniziati, se tutto andrà come dovrebbe, partirà in autunno.
A Torino si è formata una piccola redazione, dove già si parla di come impostare i servizi, che taglio dare (inchiesta o cronaca), ma anche di come recuperare le telecamere. Pandora nasce puntando sulla qualità - sia di contenuti sia di forma - con professionisti della comunicazione, ma è aperta alla collaborazione di chi abbia qualcosa da raccontare. E soprattutto, dicono gli organizzatori: «Pandora non è il megafono di qualcuno o per qualcuno, vuole dare voce a chi non ce l'ha». Si propone come esempio autentico di servizio pubblico, una televisione che risponde a un unico editore: i suoi telespettatori.
Si partirà allora con un programma settimanale di 90 minuti e un notiziario quotidiano sul web e sul satellite, realizzati negli studi di Europa 7 di Di Stefano. E se si scorre la lista dei primi firrnatari, le prospettive non possono che essere buone: da Alex Zanottelli a Sabina Guzzanti, da Luciano Gallino a Felice Casson, da Franco Cardini a Moni Ovadia, da Valentino Parlato a Serge Latouche, da.Gianni Minà a Ennio Remondino.
Per il resto, si può andare sul sito, www.pandoratv.it.
Dal Manifesto 26 settembre 2008
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