5.6.09

E come ci sta?

La correttezza della lingua
è la premessa della chiarezza morale e dell’onestà
.



Apre con questa
citazione di Claudio Magris
l’home page del sito che
Michele Cortelazzo,
professore ordinario all’Università di Padova,
dedica al linguaggio amministrativo.

È cosa arcinota che anche in Italia, ormai

da quasi vent’anni, si stia tentando di modificare
la consuetudine alla complicazione linguistica
(detta altresì antilingua) con cui vengono redatti

i testi amministrativi.
Con quali successi è spesso sotto i nostri occhi
ma conviene non generalizzare, poiché accanto alle cattive

pratiche ce ne sono altre illuminate,
al cui cospetto il cittadino ringrazia.

A tal proposito, il sito del professor Cortelazzo
si presenta in questi giorni in una
veste insolita:

Offriamo a chi è impegnato nei seggi elettorali

per le elezioni europee
la
traduzione in italiano delle Istruzioni per i seggi.

Perché tradotte in italiano?
Perché, con un occhio rivolto a chi lavorerà nei seggi
e avrà bisogno di dritte e regole di riferimento
(tutte persone normali, mica funzionari ministeriali
con specifiche conoscenze giuridiche),
il libretto, come lo produce attualmente il Ministero, funziona male.

[…]
È scritto senza pensare a quale uso se ne deve fare:
non è un trattato, ma un libro di istruzioni,
che deve essere letto e usato in fretta,
in situazioni di stress e di lavoro convulso.
È scritto senza pensare a qual è l'italiano corrente,
quello che parlano tutti gli italiani normali
[…]


Infatti
Le istruzioni per le operazioni degli uffici elettorali di sezione
proposte dal Ministero appartengono a quelle cattive pratiche
che possono destare, insieme a un altro tot del belpaese,
un po’ di sano sospetto.
Sospetto, dal latino suspicio: guardo che cosa

e chi sta sopra di me.
E come ci sta.

.

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