18.5.09

Pensieri e scritture dopo una cena di classe

Due settimane fa, cena con i compagni di classe. Mica uno scherzo: quelli del '59, nel 2009, fanno 50 anni. Ed erano 12 anni che non ci si vedeva. La cena prima, dieci anni prima. E quella prima, un'altra decina d'anni prima ancora o giù di lì. Tirate le somme, trent'anni e passa dopo la maturità.

Arrivando al ristorante, quella sera, pensavo a due film sull'argomento: Il grande freddo, di Lawrence Kasdan, con i bellissimi William Hurt, Kevin Kline e Glenn Close; e Compagni di scuola, di e con Carlo Verdone, con Eleonora Giorgi, Christian De Sica, Nancy Brilli, Massimo Ghini, Alessandro Benvenuti e altri. Film che conosco quasi a memoria. Pensavo al sapore patetico di entrambe le storie; e al fatto - ancora più patetico - che tutti gli attori, in quei film, erano comunque più giovani di noi, che stavamo per trovarci.

Pensavo poi a quelli tra noi più ganzi a pallone, quelli a suonare, quelli a far incazzare la vicepreside. E ovviamente quelli a scrivere. Pensavo: come scriveranno, oggi, quelli sempre tra l'8 e il 9 nei temi? quelli con la penna facile, quattro facciate garantite, che l'oggetto fosse la fame nel mondo, il confronto tra Risorgimento e Vietnam, o il risvolto sociale delle caccole delle mosche. E mica erano balle, o cazzeggi! ma va'! pensieri, e belli corposi. Quelli lì, scriveranno ancora? mi chiedevo; o avranno appeso la penna, come i guantoni dei pugili? come dire: basta giochini con le parole, che c'è da guadagnarsi il pane.

Qualche giorno a frullare questi pensieri, e mi arriva una mail, da un compagno. Era uno di quelli da fare invidia, sì, nei temi. Mi allega un breve testo: «siccome sei il capoclasse - motiva - e spero anche un ragazzo riservato, puoi diffonderlo o cestinarlo; se però decidi di diffonderlo non è necessario citarne l'autore».

Rispetto perciò l'anonimato, e diffondo qui sotto il contenuto: lo dedico a chiunque avesse voglia di reincontrare un gruppo di amici, magari dopo trent'anni e passa.

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