Ma(i)leducato!
Eravamo già in tanti a pensarlo (verrebbe da dire a saperlo), ma adesso che c'è la conferma degli psicologi sociali siamo più confortati: scrivendo messaggi di e-mail, viene più facile essere maleducati e disinibiti. Il motivo: il "vantaggio" di non avere l'interlocutore davanti a noi.
Questo è quanto scrive Daniel Goleman - famoso da noi per il suo best-seller "Intelligenza emotiva" - sull'edizione on line del New York Times di oggi in un articolo intitolato "Flame First, Think Later: New Clues to E-Mail Misbehavior" (prontamente ripreso anche da Repubblica.it).
Gli elementi paraverbali e non verbali, purtroppo assenti nella comunicazione scritta (o comunque meno evidenti - spesso una faccina non basta a sdrammatizzare!), sono infatti per una parte del nostro cervello - la corteccia orbitofrontale - considerati "indicatori sociali": in altre parole, un gesto con le mani, una smorfia del viso o un cambio di tono della voce vengono interpretati per modulare continuamente la comunicazione.
Un perfetto "sistema a retroazione" (o feedback, per dirla all'americana) di cui la comunicazione via e-mail è totalmente priva.
Conclusione: la prossima volta che riceverete un messaggio di posta elettronica un po' "sopra le righe", non preoccupatevi, si tratta solo di un caso di "ma(i)leducazione"! Tirate su la cornetta del telefono e invitate l'altro a prendere un caffè, attivando entrambi la corteccia orbifrontale. E chissà che l'ortica non si trasformi in rosa, sempre pungente, ma bella e profumata! ;)
PS Rivendico l'assoluta esclusiva sul neologismo "ma(i)leducazione" e su tutti i suoi derivati. Siete pregati di citare la fonte (questo post e il suo autore) a ogni uso. Non vorrei mai essere costretto a inviare messaggi "sopra le righe" per rivendicare la paternità di tale termine! :)))
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