25.2.07

"Oggi ciascuno di noi lavora un po' meglio rispetto al giorno prima"

Lo sostiene il mio amico Paolo Iabichino, in un breve e intenso articolo - intitolato proprio così - nel human network di Cisco.
(è il bel ragazzo che sorride nella quarta foto da sinistra, sotto la suora)

Beh, quando lo leggo mi convince, certo che sì.
(diavolo, fa il pubblicitario, se non sa convincere lui)
Poi ci rifletto, soprattutto in una domenica come questa, senza il becco di un'automobile, senza rumori, senza neanche voglia di accendere la tele, neanche per le notizie, che goduria 'sto silenzio.
E ripenso al valore del tempo e dello spazio.
Tranquilli, non è un nuovo trip filosofico: intendo tempo e spazio nel nostro lavoro, nella scrittura.
Penso al fatto di andare in biblioteca, sfogliare faldoni di quotidiani ingialliti, mendicare fotocopie, poi sottolinearle, poi, in autobus, rileggere il sottolineato, poi arricchire gli appunti, e poi tagliaspostacuci...

Ma va', dai, mica sono il brontosauro della parola scritta, lo so anch'io che il web è ormai la nostra vita.
Massì, mannaggia, Paolo, c'hai ragione tu, come sempre...
Eh, cavolo, anche se...

Boh. Voi che ne pensate?