14.5.07

Family day e slogan al veleno

L’istinto era di scriverlo ieri, questo post, sull’onda emotiva del Family day, la festa radiosa che ha unito le famiglie italiane in una giornata di amore e tenerezza, proprio alla vigilia della festa della mamma.

Un’onda più che emotiva, per la verità: un’onda di balle girate. Questo l’effetto che mi ha fatto vedere un milione di persone (milione e mezzo per il giulivo Pezzotta, 240mila per la questura di Roma) sotto l’afa di piazza San Giovanni, e gioiose cantare i piccioni del Povia insieme ai salmi ciellini, focolarini e neocatecumenali.

Accelerava, l'onda, nel leggere cartelli tipo: Dico no, RiDicoli, Uomo e donna Dio li creò, L’uomo non separi ciò che Dio ha unito, Menù del giorno: Pollastrini allo spiedo, Cristo nasce in una famiglia, Prodi dov’è il bonus bebè?, Prodi ammazzafamiglie, No family gay, Se la Bindi è cattolica Dio non esiste, Bindi vergogna, Oggi Bindi domani Zapatero, Laicisti talebani (con foto di Pecoraro, Diliberto, Bosella, Pannella e Grillini)...

Ma dico io (ops!), è possibile? è il 2007! ancora qui a combattere la crociata della famiglia! il cuore guelfo pulsa ancora tanto vigoroso! galvanizzato dalle scomuniche e dagli anatemi carioca! e ricompattato dalla contrapposizione dei quattro gatti di “Coraggio laico”, con quel loro unico striscione “Benedetto XVI... secolo”, o dalla vignetta di Vauro che ha tanto irritato il Cavaliere.

Vabbè, fortuna che mi sono ricordato di ciò che insegnano nei corsi di scrittura: lasciar decantare il testo, prima di inviarlo a destinazione, specie se c’è l’onda emotiva. Così mi sono calmato.
Lo suggerirò a Eugenio Scalfari, che nell’editoriale di ieri su Repubblica, mi pare, il giramento di balle non l’ha tanto controllato.