Sindacato in "crisi"?
Diciassette sindacalisti di banca: questo è stato il pubblico del mio ultimo corso di scrittura efficace. Erano responsabili di varie sedi provinciali della FABI, Federazione autonoma bancari italiani.
Oddio, ho pensato, qui abbiamo ben due mostri da affrontare: il banchese e il sindacalese.
Sul banchese ero abbastanza preparato: ho lavorato parecchio nella formazione con le banche; ho imparato a districarmi tra fondi azionari e obbligazionari, pronti contro termine, mutui ipotecari, oneri percentualizzati, estratti di conto scalare, prime rate (che non sono le rate iniziali, ciuccio che sono stato la prima volta, ma è il praim reit), e a tradurre in italiano espressioni come: Euribor, S.B.F., Ri.Ba., Rid, effetti, appunti, chirografario, dare l’avallo, ragionare per forfettizzazioni, applicare la commissione di massimo scoperto, applicare il tasso di conduzione a regime...
Sul sindacalese mi sono dovuto preparare, ma partivo - confesso - da una fiducia limitata. Riusciremo mai, pensavo, a fare a meno di espressioni ormai fossilizzate, come queste? Costruire le piattaforme di base, realizzare un obiettivo, andare ad un sereno e leale confronto, venire a una stretta, tracciare il quadro di riferimento, aprire un tavolo, andare a una concertazione vera, mettere in moto una dinamica, portare avanti una linea unitaria, trovare l'escamotage, una via percorribile, lo snodo fondamentale, ci sono punti che hanno bisogno di una puntualizzazione, c'è in atto un grosso lavoro..., e gli altri termini tipici del linguaggio sindacale, ben elencati da Maurizio Crippa in un suo articolo sul Mestiere di scrivere?
E invece...
Obiettivi espressi dai partecipanti nel giro di tavolo iniziale: farsi capire dai lettori, conoscere la loro mappa percettiva, argomentare avendo sempre in mente i loro bisogni, andare al sodo senza risultare ruvidi, saper gestire le buone e anche le cattive notizie, scrivere mail che aiutino a negoziare senza mai irritare, raggiungere accordi in forma scritta, costruire relazioni positive con i vari interlocutori, siano controparti siano i colleghi associati. E via di questo passo.
Insomma, una rivoluzione. O una magia. O semplicamente una crisi, nel senso etimologico e anche positivo di cambiamento. Un cambiamento nella direzione della conversazione, tema più volte affrontato in queste colonne, anche proprio a proposito di banche.
Beh, un bel pensiero per affrontare l'imminente festa dei lavoratori.
Buon 1° maggio, Fulvio, Flavio, Alberto, Stefano, Domenico, Carlo, Tommaso, Igor, Giancarlo, Fabrizio, Vito, Luciano, Valter, Marco, Sabine, Giovanni, Leonardo.
Buon 1° maggio a tutti.
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