21.5.07

Scienza e società: un problema di comunicabilità

Potrebbe sembrare inutile sottolineare l'importanza della comunicazione della scienza nella società moderna. E' anche vero però, e questa è solo apparentemente un'osservazione banale, che sono poche le persone pienamente consapevoli di vivere in un mondo dominato dagli sviluppi scientifici e dal progresso tecnologico e, soprattutto, capaci di comprendere appieno questi sviluppi.

Il principale problema da affrontare per comunicare la scienza, ma è chiaramente legato a tutti i tipi di comunicazione, è quello del linguaggio. In estrema sintesi, per il comunicatore si pone il problema di far corrispondere a concetti espressi in un linguaggio scientifico, fortemente convenzionale e perciò specialistico, concetti espressi nel linguaggio ordinario.

Quest'ultimo infatti, a differenza di quello scientifico, in cui ogni termine ha un significato ben precisato e risulta perciò utilizzabile solo in determinati contesti, contiene termini che presentano due tipi di inconvenienti: o designano più cose diverse, anche se ben definite (ad esempio la parola "ospite", che in italiano ha addirittura due significati opposti), o designano concetti nebulosi, assai mal definiti, spesso nemmeno suscettibili di una esatta definizione (si pensi, per esempio, a parole come "tempo", "paura", "diritto" e così via).

Colui che deve comunicare la scienza si trova perciò nella posizione tipica di un interprete, il quale traduce da una lingua complessa (e incomprensibile ai più) ad una lingua più accessibile. Risulta perciò fondamentale che questo interprete conosca sia l'una che l'altra, pena la perdita completa del contenuto del messaggio scientifico o una sua mistificazione.

Il rigore e la precisione del linguaggio scientifico dovrebbero essere mantenuti il più possibile presenti nella trascrizione a linguaggio ordinario, al fine di ottenere la richiesta correttezza dei contenuti del messaggio. Quando questo non è possibile allora si fa uso di analogie, metafore, paragoni e altre figure retoriche, tutti strumenti che, se usati saggiamente, possono comunque aiutare a comprendere il reale significato del messaggio stesso.

Solo a questo costo è possibile svolgere vera divulgazione scientifica.

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PS Una buona lettura preliminare sull'argomento (rivolta in particolare alla divulgazione della fisica) è il breve saggio "Le parole e le cose: osservazioni sul rapporto tra linguaggio scientifico e lingua ordinaria" di Carlo Tarsitani, dell'Università "La Sapienza" di Roma.

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