Tempi di Attesa – SANTI O DEVOTI?
Lasciando vagabondare lo sguardo sugli svariati metri quadrati di carta stampata, mi sono accorto nei giorni scorsi di una nuova pubblicazione a fascicoli sugli oggetti devozionali della tradizione cristiana, che offre in allegato alcune fedeli riproduzioni di esemplari straordinari - per esempio di rosari - particolarmente pregiati perché appartenuti a persone dalla santità indiscussa:
http://www.hachette-fascicoli.it
E' curiosa questa rinnovata attenzione agli oggetti di devozione, in un mondo che, nonostante l'esponenziale aumento della popolazione, non sembra maggiormente affollato da santi rispetto ad epoche ritenute più fosche. Ma forse tra poco, anche per opera di un illuminato editore, potremo registrare un'inversione di tendenza, perfino nel popolo cristiano.
A dirla tutta è curiosa l'idea stessa di promuovere questo genere di devozione in ambito cristiano. La proposta evangelica, collegata con la millenaria tradizione profetica giudaica, è fondata sul concetto della grazia divina: il dono gratuito e totale di se stesso che Dio offre alle sue creature, proprio come un padre amorevole verso i propri figli. In base a questa premessa, il concetto di devozione comune a tutte le religioni assume un valore del tutto nuovo e l'idea di portare offerte alla divinità per ingraziarsela, come facevano i pagani, dovrebbe essere sradicata dalla mente di un cristiano, perché avvertita addirittura come un'offesa a Dio stesso. L'aspettativa di questo divino padre, o meglio la sua speranza, così come per ogni padre affettuoso, è solo quella di essere corrisposto nell'amore. Il suo sogno è che il suo dono gratuito si propaghi e si moltiplichi attraverso i pensieri e le opere amorevoli che i suoi figli rivolgono a tutte le sue creature e quindi a lui stesso.
Si capisce d'altra parte come, rispetto all'amore che per sua natura spera il totale coinvolgimento dell'amato nello stesso spirito di gratuità e di servizio, sia più rassicurante la falsa devozione delle offerte e delle pratiche a buon mercato, che illude di mantenere il controllo su se stessi, sul mondo, sugli altri e soprattutto permette di decidere quanto concedere a Dio, per impedire che il suo soffio riempia totalmente la nostra vita. Lo sappiamo che quello invocato nel Padre Nostro è l'autentico spirito di vita che ci affratella agli altri, ci mette in armonia con il mondo intero e, paradossalmente, rende divina e preziosa la nostra imperfezione di creature. Ma è pur vero che la nostra inerzia ci fa spesso preferire orizzonti più angusti.
Teologia a parte, la promozione devozionale di Hachette presenta purtroppo una lieve imperfezione, perché, se non ho capito male, offre anche la possibilità di acquistare una custodia per riporre i rosari da collezionare. E' un peccato questo gadget, perché potrebbe dissuadere molte persone dalla virtuosa consuetudine di appendere i rosari stessi allo specchietto retrovisore dell'auto: se invece li tenessimo così, a portata di mano, potremmo essere tentati dall'idea di sgranarli durante le code sempre più frequenti ed esasperanti. In questo modo non ingrosseremmo magari le schiere dei santi, ma forse ci risparmieremmo qualche incidente stradale.
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