4.4.08

Era una landa buia e tempestosa…

Questo forse il parere dei detrattori dell’e-learning
e di chi l’ha vissuto come territorio desolato e alienante,
e, per di più, perituro.
Invece ha dimostrato tutt’altro il Convegno nazionale
che si è appena tenuto a Bologna,
organizzato da AIF e primo evento nazionale sul tema.

Ne parlo con Stefania Panini,
Responsabile AIF Settore nazionale e-learning,
consulente e docente in organizzazioni pubbliche
e nella nostra Palestra della Scrittura.
Con la soddisfazione di chi ha appena vissuto il successo
di un convegno animato da illustri interventi
e da una vivace partecipazione,
Stefania mi risponde che effettivamente qualcosa
sta morendo, ma è solo la vecchia idea di e-learning.

Quella che sei, sette anni fa prometteva la triade
Ovunque, per Chiunque, in Ogni momento,
privilegiando la logica distributiva e vivendola
come occasione per ridurre i costi della formazione.
Quella che credeva in pillole formative brevi, spettacolari,
variamente aggregabili, e dimenticava
la centralità della persona,
reale protagonista del proprio apprendimento.
Quella, insomma, che ha alimentato
la visione dell’ e-learning come di un territorio alienante.

E invece il convegno e i suoi interventi
hanno ribadito che l’e-learning è un territorio
che concentra la sua forza proprio nella capacità
di amplificare le interrelazioni tra persone,
sia per scopi didattici che tra pari.

D’altronde, partire - come fa l’e-learning –
dagli studi sull’intelligenza collettiva e connettiva
di Pierre Levy e De Kerckhove,
e dalle comunità di pratica di Etienne Wenger
(di cui, grazie al sito Intranet Management,
puoi qui scaricare alcune slide),
significa riconoscere che l’apprendimento è un fatto sociale,
e che meglio apprendiamo
quanto più siamo partecipi alla costruzione di oggetti
che siano fonte di apprendimento anche per gli altri.

Efficaci spunti per riflettere sulle peculiarità formative
dell’e-learning, e sulle sue ottime motivazioni.
Grazie, Stefania.
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