A doppio fondo
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Pochi giorni fa leggo su un settimanale femminile:
“Di nuovo in pista a quarant’anni”.
La parola quarant’anni è per me
di forte richiamo, e a qualunque articolo
la contenga do almeno una sbirciatina.
L’argomento può difatti interessare:
come trovare un lavoro consono alle aspettative
e alla professionalità di te, donna,
che ti aggiri attorno a questa età anagrafica.
La lettura offre diversi spunti
che tuttavia si sgonfiano
di fronte ad alcune scelte lessicali, anche reiterate:
Nell’incipit: lettrici over40, superato gli anta,
hanno perso il posto… (o lo cercano
magari dopo un divorzio).
E continua: «avere il coraggio di mettersi in gioco
dopo una certa età non è semplice» e occorre
«superare il senso di inadeguatezza e la paura»
(…) «servono elasticità e flessibilità perché
è probabile che non riescano a ripartire
dallo stesso livello».
Dulcis in fundo: «Soprattutto dovranno vincere
le resistenze di capi e colleghi, che diffidano
di chi rientra sul posto in età avanzata,
magari dopo una gravidanza».
Scherzo: l’articolo non finisce così,
ed elenca alcune associazioni e
agenzie di collocamento on line.
Ma il danno ormai è fatto:
se hai scritto il pezzo per incentivare
me, donna, che mi aggiro attorno a questa età anagrafica,
a trovare un lavoro consono ad aspettative
e professionalità,
beh, perché mi parli così?
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