La mezcla es la base
(y la vivacidad también)
Se Sergio Tofano fosse ancora tra noi,
il suo Signor Bonaventura,
strampalato personaggio con marsina, bombetta rossa
e quel cartello bianco sotto braccio con la scritta Un milione,
avrebbe uno spunto in più per un’avventura milionaria:
ma sarebbe in parole, e non più in lire,
il premio finale.
Un milione di parole!
Chissà se ambìte, ma tante sono quelle
del vocabolario inglese.
Più del triplo del lessico italiano,
quattro dello spagnolo, dieci del francese.
Sono, ma meglio dire saranno, perché
secondo il countdown avviato dal Global Language Monitor,
istituto con base in Texas, la lingua inglese
raggiungerà il milione di parole in giugno.
A parlarci di questo “broken english”
alla soglia di un consistente primato
sono Enrico Franceschini e Stefano Bartezzaghi
che ne scrivono ieri, su R2 di Repubblica.
Broken english, perché è dell’inglese anche scorretto
e sgrammaticato che si parla.
Aperto alle influenze straniere, agli slang,
assemblabile, vivo:
la supremazia dell´inglese dipende proprio
dalla facilità con cui si lascia invadere,
storpiare, corrompere.
Secondo il Global Language Monitor,
per entrare nella lingua inglese una nuova parola
deve essere compresa da almeno 100 milioni di persone
ed essere apparsa almeno 25 mila volte sui media.
Beninteso, sono parole di cui la maggioranza dei terrestri
possono fare tranquillamente a meno.
Ma che questo traguardo non sia solo un gioco
lo dimostra l’attenzione che la stampa inglese,
dal Daily Mirror all’ Economist,
gli riserva.
è il sintomo, in effetti, della salute, della vivacità
e della continua capacità di rinnovarsi di una lingua diventata
non a caso la lingua del mondo
scrive Franceschini, che ricorda come, parallelamente,
l’inglese si disfi di 47.156 parole che
secondo l'Oxford Dictionary sono diventate obsolete.
La mescolanza, e poi il ricambio, il movimento
sono dunque la base della vitalità linguistica.
Ma, secondo Bartezzaghi:
l'italiano ha nel sangue, e forse anche nel destino,
le vaste distese sillabiche, il serpenteggiare dell'avverbio,
il piacevole proliferare dell'aggettivo,
delle clausole, dell'inciso.
Non molto duttile, non molto innovativo.
La lingua italiana è generosa di fonemi
quanto una trattoria italiana lo è di portate di antipasto.
Tutta roba che si sceglie solo in blocco, prendere o lasciare;
che pare gustosa; che riempie troppo, stufa
e alla fine va anche pagata.
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