1.9.05

Salvarsela, la vita

Mi colpì, qualche anno fa, una poesia di Ludovico Belgioioso,
architetto conosciuto, meno noto poeta:
Ho fame, non mi date da mangiare,
ho sete, non mi date da bere,
ho freddo, non mi date da vestire,
ho sonno, non mi lasciate dormire!
Sono stanco, mi fate lavorare,
sono sfinito, mi fate trascinare
un compagno morto per i piedi,
con le caviglie gonfie e la testa
che sobbalza sulla terra
con gli occhi spalancati.....
Ma ho potuto pensare una casa
in cima a uno scoglio sul mare
proporzionata come un tempio antico.
Sono felice: non mi avrete.

(Mauthausen-Gusen, maggio 1945)

Mi colpì, come il libro che la ospita: La poesia salva la vita,
di Donatella Bisutti. Di loro mi piacque e mi piace l’armonia scrittura-vita.
Scrivere e vivere, vasi comunicanti cui affacciarsi da mille finestre,
e ogni prospettiva ha il suo sapore.
Quella, per esempio, di Parola di donna, corpo di donna,
antologia di scrittrici arabe, novelle Shahrazad cui l’incanto della scrittura offre strategie di salvezza.
O quella, straordinaria, di Le Reaparecide, cinque donne argentine
la cui parola, prima gridata e ora scritta, emerge dai fondali del silenzio.

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