22.12.05

Io, Bondi e le donne

“La civiltà dell'amore. Politica e potere al femminile”.
E qui mi è scoppiato lo sconforto.
Domenica scorsa vivevo il ritmo insano di una libreria del centro in pieno arrembaggio natalizio. Già il morale era basso, al ricorrere di Vespa e Platinette tra i più richiesti.
(“Tutta invidia! – penserà qualche malizioso lettore – ti piacerebbe stare in quella compagnia, eh?”. Tranquilli, la “Magia” sta andando benone, in pochi mesi è già alla terza edizione)

Ma è sulla civiltà dell’amore che sono crollato, il nuovo libro di Sandro Bondi. Soprattutto per quel “al femminile”.
In questi mesi sto studiando la scrittura femminile. M’interessa come le donne vivono la loro relazione con il mondo, con gli affetti, con le loro esperienze, e come quella relazione è sostenuta, o potenziata, dalla scrittura.

Quindi tutti i libri che hanno “donna” e “femminile” nel titolo mi attirano. Ma dio, proprio Sandro Bondi doveva capitarmi a tiro! (non lui, ahimé, il suo libro)
Già l’avere il suo stesso nome è imbarazzante. Lo maneggio come uno studente di medicina al primo contatto con un calcolo renale. Scorro la biografia. Sbang, una pappina sul muso: siamo coscritti! 1959. AAArgh! A forza mi ripiglio, e realizzo che condividiamo anche la passione per l’animo femminile.

D’istinto mi vien voglia di abbandonare il mio studio: nome, anno di nascita, ora anche le stesse idee! Troppo.

Ma riesco a farmi coraggio, e approfondisco:
“Il secolo scorso è stato dominato dalle ideologie. L'ideologia pretende di conoscere e condizionare il processo storico in virtù della logica inerente alla sua idea. Le ideologie non si sono mai interessate del miracolo dell'essere. Così il presente è stato sacrificato al futuro, il reale all'ideale, la vita al progetto, l'uomo al suo bene immaginato e programmato. Le ideologie hanno totalmente censurato una verità luminosa e necessaria: non il potere, ma solo l'amore redime. E il potere non sostanziato dall'amore diventa inesorabilmente l'anticamera dell'inferno storico. Sandro Bondi racconta il genio delle donne capaci di un'intelligenza del cuore. L'unica che può salvare il mondo moderno da tutte le sue degenerazioni ideologiche. Solo le esperienze vive di molte donne hanno rappresentato l'antidoto al male delle ideologie e alla lacerante cultura del progetto da esse originato. Il pensiero femminile, infatti, ha sempre affermato il bene del presente rispetto a un condizionato futuro, coltivato l'affettività intelligente piuttosto che la fredda razionalità. Il genio delle donne è la chiave per realizzare una civiltà dell'amore. Uno sguardo sulla realtà che, in modo sorgivo, riconcilia l'apparentemente inconciliabile, ovvero la mente con il cuore.”

Fiuuu... riprendo fiato. Capisco che non c’entro niente. Vado avanti.

A proposito, se t’interessa la scrittura femminile,
http://www.palestradellascrittura.it/scriveredonna.htm