A compasso
E gli uomini, in universali, iudicano più agli occhi che alle mani;
perché tocca a vedere a ognuno, a sentire a pochi.
Ognuno vede quello che tu pari, pochi sentono quello che tu se’.
(N.Machiavelli, Il principe, XVIII)
Tutti vedono, pochi sperimentano con mano;
tutti vedono quello che tu sembri, pochi capiscono quello che tu sei veramente.
Machiavelli non poteva presagire l’avvento dei media,
né il trionfo dell’immagine, però le sue parole sono ancora attuali. Per fortuna.
Perché a volte (spesso, sotto pressione) l’essere e l’apparire si avvicinano,
la cerniera accosta le due aste, le circonvoluzioni non riescono più.
Tracciare circonferenze col compasso chiuso è impresa improba:
ballerine impazzite, le gambette girano su di sé. Altro non possono fare.
Ricordo il protagonista pariniano che affronta ridicolmente impavido
la nuvola di cipria ed esce quindi “in bianca spoglia […]
a bear gli occhi de la cara patria”.
Significante e significato collimano.
Anche per questo aspettiamo domenica.
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