Non esistono
“Il Governo afgano è impegnato a fabbricare prove che non esistono”
dice oggi Gino Strada, fondatore di Emergency,
a proposito del rapimento di Rahmatullah Hanefi
da parte dei servizi segreti afgani. Le fabbricherà con le parole.
Non esistono, ma le parole sanno prestarsi alla falsificazione dei mondi,
quando prescindono dal contenuto, dalla motivazione, dall’animo,
per concentrarsi solo sul logicismo della procedura.
“Siccome non possiamo eliminare d’un colpo solo il linguaggio,
dovremmo almeno non tralasciare nulla che possa farlo cadere
in discredito. Farvi un foro dietro l’altro finché cominci a filtrare
ciò che si cela dietro di esso, si tratti di qualcosa o di nulla;
per uno scrittore non posso immaginare oggi
una meta più alta”. Questo non è più Strada ma Beckett.
Per entrambi, la parola dovrebbe essere forata:
dovrebbe cioè lasciare lo spazio alla realtà,
al di là dei nascondimenti, al di là della malafede.
Io, intanto, firmo.
Etichette: persone e parole, solidarietà
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