26.6.07

Tempi di Attesa – ORTOGRAFIA FAMILIARE, LESSICO FAMIGLIARE

Il mio collega s'interrompe per rispondere a una telefonata. Nell'attesa, vedo che sul suo PC è aperta la pagina del Consultorio familiare della ASL di Milano: http://www.asl.milano.it/DipAssi/consultorio.asp

Mi domando perché, se la denominazione definisce un servizio offerto alla famiglia, l'aggettivo usato non sia "famigliare". Cerco per curiosità il sito dei Consultori di Roma e di Firenze e noto che l'intestazione si ripete analoga: corretta o meno che sia, è per fortuna costante.

Provo allora a forzare la convenzione ortografica e imposto la ricerca di "consultorio famigliare". Il motore di ricerca è evidentemente ben istruito e prontamente corregge la mia somaraggine: "Forse cercavi consultorio familiare?" – mi chiede con parole cortesi che suonano ironiche: se parlasse, di certo il PC mi farebbe la cantilena con tono beffardo.

A distanza di tanti decenni si conferma dunque ciò che ci insegnava la nostra maestra delle elementari: "ricordate che familiare si scrive così, fa-mi-lia-re, perché deriva dal latino familia!

Quando nel 1963 Natalia Ginzburg pubblicò il suo "Lessico famigliare", ricordo infatti che molti si indignarono per la mancata ortografia, e ancor più perché un editore come Einaudi ammetteva la pubblicazione di un libro con un errore di stampa in copertina. Nonostante avesse vinto il Premio Strega, a quell'età non sapevo leggere quel libro come una delle più innovative creazioni della letteratura contemporanea. Nemmeno mi accorgevo, per esempio, che già il suo titolo distilla in due parole la profonda, quasi misteriosa correlazione esistente fra il lessico e le persone che lo usano, le quali contribuiscono a rinnovarlo con la loro stessa vita: una visione affascinante ed enigmatica, che pare un invito ad amare la nostra lingua nazionale e a impegnare attraverso di lei tutte le nostre risorse per comunicare meglio con gli altri.

Per via della nostra istruzione elementare che nel bene e nel male ci segna tutti come un marchio, non sapevamo che il titolo del romanzo afferma anche la dignità di una parola misconosciuta, perché in italiano esistono sia "familiare", sia "famigliare": La prima forma è un aggettivo direttamente derivato dal corrispettivo latino familiaris e, come dice l'edizione 1971 del Devoto – Oli, significa "reso facile da una lunga consuetudine": un sinonimo di "consueto", insomma. La parola "famigliare", connessa con il sostantivo italiano "famiglia", può essere sostantivo che indica ciascuno degli appartenenti alla stessa famiglia, e aggettivo riferito a tutto ciò che riguarda la famiglia stessa: perciò, per intenderci, anche quelle che ormai chiamiamo Station-Wagon sono auto famigliari, così come gli assegni (per quei pochi che ancora li ottengono). Anche i Consultori dovrebbero perciò essere famigliari, a meno che non pretendano di essere familiari a tutti i cittadini: una sfida ai limiti del possibile per ogni servizio pubblico.

Pare dunque che l'implicita invocazione della Ginzburg non sia riuscita a influenzare la nostra rigorosa tradizione scolastica. Potremmo vedere questo fenomeno come una dimostrazione di efficacia della nostra scuola. Che cosa succederà allora, quando i testi delle leggi e i nomi delle nuove istituzioni pubbliche saranno scritti dagli allievi universitari che oggi fanno errori di ortografia? Non è facile prevedere, ma forse, nel futuro, questa opportunità democratica avrà meno occasioni per attuarsi...


Pierluigi

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