21.6.07

Enjoy the silence

“Dimostrazione del fatto che anche mezzi inadeguati, persino puerili,
possono servire alla salvezza.

Per difendersi dalle Sirene, Odisseo si tappò le orecchie con la cera
e si lasciò incatenare all'albero maestro. Naturalmente tutti i viaggiatori avrebbero potuto fare da sempre qualcosa di simile, eccetto quelli
che le Sirene attiravano già da lontano, ma in tutto il mondo
era noto che era impossibile ciò potesse servire.
Il canto delle Sirene penetrava dappertutto
e la passione dei sedotti avrebbe spezzato ben più che catene e albero.
Ma Odisseo non ci pensò, benché forse ne avesse sentito parlare.
Confidava pienamente in quel poco di cera e in quel fascio di catene,
e, con innocente gioia per i suoi mezzucci, andò incontro alle Sirene.
Ora, le Sirene hanno un'arma ancora più terribile del canto, il silenzio.

Non è accaduto, ma si potrebbe pensare che qualcuno si sia salvato
dal loro canto, ma certo non dal loro silenzio.
Al sentimento di averle sconfitte con la propria forza, al conseguente
orgoglio che travolge ogni cosa, nessun mortale può resistere.
E, in effetti, quando Odisseo arrivò, le potenti cantatrici non cantarono,
sia che credessero che solo il silenzio potesse vincere quell'avversario,
sia che, alla vista della beatitudine nel volto di Odisseo, che non pensava
ad altro che a cere e a catene, si dimenticassero proprio di cantare.
Ma Odisseo, per dir così, non udì il loro silenzio,
credette che cantassero e che solo lui fosse protetto dall'udirle.

Di sfuggita vide sulle prime il movimento dei loro colli,
il respiro profondo, gli occhi pieni di lacrime, le bocche socchiuse,
ma credette che questo facesse parte delle arie che non udite
risuonavano intorno a lui. Ma tutto ciò sfiorò appena il suo sguardo fisso nella lontananza, le Sirene sparirono davanti alla sua risolutezza e,
proprio quando era più vicino a loro, non seppe più niente di loro.
Ma quelle - più belle che mai - si stirarono e si girarono, fecero agitare
al vento i loro tremendi capelli sciolti e tesero le unghie sulle rocce.
Non volevano più sedurre, volevano solo carpire il più a lungo possibile
il riverbero dei grandi occhi di Odisseo. Se le Sirene avessero coscienza,
quella volta sarebbero state annientate.
Ma sopravvissero, e solo Odisseo sfuggì a loro.

A questo punto, si tramanda ancora un'appendice.
Odisseo, si dice, era così astuto, era una tale volpe, che neppure
la Parca poteva penetrare nel suo intimo. Forse egli,
benché ciò non si possa capire con l'intelletto umano,
si è realmente accorto che le Sirene tacevano e ha, per così dire, solo opposto come scudo a loro e agli dèi la suddetta finzione”.

(F.Kafka, Il silenzio delle Sirene)

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