6.10.08

Amore, bugie ed e-mail

"Vi ha dichiarato amore eterno via email? Chiedete la prova. Quel messaggio ha molte possibilità di essere una bugia. Secondo lo studio condotto da un team di ricercatori americani, chi usa la posta elettronica tende a mentire il doppio di chi scrive a penna." Così un articolo che ho appena letto su Repubblica on-line. Una delle tante ricerche americane farebbe emergere che si mente più facilmente se si scrivono e-mail piuttosto che lettere vergate a mano. Di fronte a questi studi, lo ammetto, generalmente sono un po' scettico. Epperò un dubbio mi viene. E se fosse vero? Vorrebbe dire che il mezzo (carta o computer) influisce sul messaggio. E questo lo si insegna anche al ginnasio. E lo si può capire bene anche se si considerano altri mezzi di comunicazione (ad esempio: radio contro TV). Qui ci potremmo lanciare, come fanno - se non intendo male - i realizzatori della ricerca, in una serie di considerazioni tra il sociologico e lo psicologico. Ma la questione potrebbe essere anche più semplice (e più complicata allo stesso tempo): siamo di fronte ad un cambiamento epocale nel nostro modo di comunicare, paragonabile, credo, solo all'invenzione della stampa, che non a caso è stata definita "La rivoluzione inavvertita". Come in tutti le rivoluzioni dobbiamo imparare a vivere nella nuova realtà, che non è per nulla chiara, anzi, per essere onesti, è piuttosto torbida. E, come ci insegna don Lisander, nel torbido è più facile rimescolare. E nel torbido, a sguazzare sono soprattutto gli azzecca-garbugli di turno. Non c'è verso allora: l'unica strada da percorre è sempre quella indicata dai retori antichi: chi vuole comunicare deve essere "vir bonus, dicendi peritus", come dire: prima viene l'uomo, poi lo scribacchino che è in lui. E l'uomo, prima di tutto, deve essere una brava persona. E lo sarà sempre, che scriva a penna o con la tastiera. Ma si sa, 'sti mericani, il Cicerone lo usano come guida turistica...

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