9.1.09

È la prima volta che mi accingo a scrivere su un blog e sono lieto ed onorato di farlo su questo.
Il mio amico Alessandro mi ha cortesemente invitato. Dovrò solo trovare la costanza ed il tempo per scrivere con la dovuta consuetudine.

Ho trovato lo spunto nell’iniziare non già da quel “semplicemente auguri” ma da ciò che Michela ha indicato con “l’importanza dell’inizio”. E questo per me è un inizio. Anche se scrivo tutti i giorni, se comunico con la scrittura tutti i giorni, cercare di scrivere qualcosa è sempre sfidante e nuovo. Ogni giorno un inizio, ogni lettera un inizio.

Mi capita giornalmente di leggere lettere di persone che segnalano le più disparate situazioni.
C’è chi scrive con il cuore, chi con la mente, chi con la rabbia. C’è chi usa eloquenza e prolissità, chi crudezza e sinteticità. Chi è analitico, chi didascalico.

Da qualche giorno ho iniziato una sorta di corrispondenza con una persona che ha la necessità di essere tutto quanto sopra, contemporaneamente. Usa le parole scritte come fossero chicchi di mais per il popcorn: se ne mette sempre una manciata in più perché tanto qualcuno se le mangia. Sinonimi, contrari, citazioni latine, aforismi, auto elogi, sproloqui, anche offese.
Per poter leggere una lettera di questo autore, è necessario essere attenti e concentrati sul testo. I paragrafi si rincorrono seguendo non il filo logico del lettore ma unicamente dello scrivente.
L’ultima l’ho letta ieri sera alle 22.40. Ero cosi stanco che ho dovuto rileggerla due volte senza arrivare, alla fine, ad una comprensione del testo. Gli ho risposto che, alle volte, essere maggiormente sintetici, aiuterebbe, se non altro, ad arrivare subito al punto. E’ servito perché oltre a rispondermi con solo due righe, ha fatto esattamente cosa gli avevo chiesto.

Ecco allora. L’inizio ha una importanza vitale ma se è troppo lontano dalla fine, ciò che è nel mezzo rimane solo un mucchio di parole prive di significato.

Parafrasando Michela, che mi perdonerà per questo improprio utilizzo, spero e auguro solo che alla fine di quest’anno, ci si ricordi non solo dell’inizio ma anche di ciò che è stato nel mezzo.