7.4.09

Un libro con mezzo milione di autori

Sul cappello, sul cappello che noi portiamo
c'è una lunga, c'è una lunga penna nera,
che a noi serve, che a noi serve di bandiera
su pei monti, su pei monti a guerreggiar.
Oilalà!


Per fortuna, su pei monti oggi andiamo a divertirci, non a guerreggiare. Ma la penna può ancora servirci da bandiera.
La penna sul cappello e la penna per scrivere: La penna del Najone

Non è un romanzo, non è un saggio, non è cronaca e non è un semplice libro. E un libro realizzato da più di 500.000 autori. Un libro di ricordi, belli e brutti. Un libro che con i suoi racconti ti fa immaginare mani callose e poco avvezze allo scrivere. Una testimonianza del tempo che tanti hanno vissuto, di cui a molti è rimasta una traccia. Ragazzi, genitori, nonni con un cappello con sopra una penna. Si, proprio loro: gli alpini.

Il libro nasce come un atto di amore verso un’esperienza che, chi l’ha vissuta, facile che l’abbia odiata, o almeno mal sopportata: la naja alpina. Qui hanno immaginato un grande tavolo... e intorno tanti alpini, di ogni età, cultura, estrazione sociale, dai bocia ai veci ai reduci; ognuno col suo cappello, la sua nappina, il suo fregio e il suo bagaglio di esperienza e di vita. Un tavolo tanto grande da comprendere circa 500.000 alpini. Ciascuno ha scelto il ricordo di un episodio della sua vita col cappello alpino in testa, e lo ha raccontato come avrebbe fatto intorno al fuoco la sera dei raduni, senza pretese di letteratura, senza troppa attenzione ai congiuntivi; ognuno come se la sentiva, come lo ricordava, dopo pochi o tanti anni.

Ricordi di ogni età, di ogni luogo, di cose allegre e di cose tristi, tragiche o comiche. Ricordi per pensare, forse anche per imparare.
Potenza della penna!

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