4.1.06

Aspetto

Aspetto.
Non l’autobus 93, il fidanzato, la fine del mondo o che il tempo passi:
aspetto un bambino.

Aspetto che nasca Francesco.
Manca poco, ormai, giorni.
La pancia sembra una piccola mongolfiera.

E sono tante, troppe, le paure che emergono, giorno dopo giorno, attimo dopo attimo.

Paura che il bambino non sia…
Paura che sia…
Paura di non essere (io)…
Paura di essere…

…e tanta paura del parto.

Su quest’ultima questione, il parto, mi sono molto di aiuto le parole scritte da Fréderick Leboyer , medico francese “padre” della nascita senza violenza.

…magia della scrittura?

Probabilmente le sue parole hanno un effetto così potente su di me
perché sono coinvolta, non so:

Il parto

“Se avete capito cos’è lasciarsi andare, l’abbandono,
se tutto, nel vostro corpo, è aperto, libero, disteso e,
particolarmente, la bocca, la gola, le mani, gli occhi
allora non dovete fare proprio niente.

Se non lasciar fare, lasciare nascere il bambino.

Basta non fare opposizione, non spaventarsi,
né irritarsi della forza, della frenesia
che il bambino mette a voler nascere.

Infine, supremo sacrificio, abnegazione totale,
bisogna dirgli dentro di sé
sì, lasciami.

La vita, la tua vita è là, davanti a te.
Prendila.”

(F. Leboyer Dalla luce il bambino. Ed. Bompiani)