19.10.06

Nascosto dietro ciò che scrivi

L’iniziazione alla vita e alla scrittura
in una Parigi anni ’70 animata da artisti e luoghi noti.
Metafora forse della ricerca, di cui la letteratura è una via,
la Parigi di Enrique Vila-Matas non finisce mai:
una città di frasi e volti che velo dopo velo si stratificano
in un tessuto emozionale babelico.

E ti avventuri nei suoi mondi verbali:
riconoscere dove finisce il diario, comincia il saggio,
fa l'occhiolino la narrativa è impossibile.
Ed è anche questa mescolanza di generi che ti dà il senso della libertà.
Quella libertà che il protagonista evoca
mentre ascolta ovunque l’eco di Hemingway
e vanifica le regole del vademecum che Marguerite Duras gli offre.

Un contro-manuale per aspiranti scrittori, recita la quarta di copertina.
Una girandola affabulatoria dietro cui l’autore si nasconde:
nel momento stesso in cui cerchiamo di fissare la realtà con le parole,
essa cessa di esserlo
.

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