dovere, piacere
(diritto e rovescio della parola)
«Buonasera, scusate se sono un po' commosso e magari si vede.
C'è stato qualche inconveniente tecnico e l'intervallo è durato cinque anni.
Ci sono momenti in cui si ha il dovere di non piacere a qualcuno,
e noi non siamo piaciuti.
Dall'ultima volta che ci siamo visti, sono accadute molte cose.
Per fortuna qualcuna è anche finita».
Sono le parole d’esordio a RT, Rotocalco Televisivo,
il nuovo programma di Enzo Biagi su RaiTre.
Resistenza e resistenze è il titolo della puntata inaugurale.
«RT inizia in un'occasione che mi pare del tutto speciale.
Tra tre giorni è il 25 aprile, una data che è ormai parte essenziale
della storia degli italiani» grazie alla quale
«hanno acquistato il diritto della parola».
Il diritto della parola. Viene la pelle d’oca a ricordarlo, ora.
Ma resistere non è storia passata, continua il giornalista:
anche oggi c’è sempre da resistere a qualcosa,
a promesse, tentazioni, servilismi, corse al potere.
Alla vecchia e nuova povertà. «Per tanti italiani il mese
ha una settimana in più. Per alcuni, poi,
di Italie ce ne sono due o tre, non solo il nord e il sud
ma anche quella di chi è troppo ricco e di chi è troppo povero.
Ma per noi di Italia ce n'è una sola: questa».
L’Italia che Biagi promette di raccontarci è quella dove protagonisti
sono i fatti.
I fatti, ieri sera nelle parole di Roberto Saviano, Gherardo Colombo,
Paolo Rossi, mons. Giancarlo Bregantini, Tina Anselmi, Vittorio Foa,
Primo Levi. E poi, in quelle degli operai di Bollate,
di chi a Roma occupa le case per bisogno,
dei giornalisti morti per aver voluto raccontare.
Da stasera l’appuntamento è di lunedì:
dottor Biagi, con piacere.
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