L’urgenza di scrivere
Primo Levi esordisce come scrittore spinto dalla necessità di testimoniare.
Testimonia l’esperienza di Auschwitz, dove rimane un anno,
dopo essere stato catturato durante un rastrellamento fascista.
Come confessa in Se questo è un uomo, egli riesce a mettersi in salvo
per una serie di fortunate coincidenze,
ma al suo ritorno il reinserimento nella vita è difficile,
anche per la persistente volontà di ricordare:
ricordare al mondo la propria esperienza come esempio universale.
Se questo è un uomo è in parte racconto, in parte saggio
e documento storico, in parte profezia.
Linguaggio semplice e sintassi lineare registrano la realtà nuda:
questa la caratteristica che condensa la forza persuasiva del suo scrivere.
«La Stampa» di oggi lo ricorda così.
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