3.1.08

L'arte del dubbio

Il primo post dell’anno dovrebbe essere dedicato a fare gli auguri a lettori, commentatori, autori.
Infatti.

Poiché nel 2007 ho dovuto (o potuto, o voluto...) rimettere in discussione molte delle mie certezze, dedico questo primo post del 2008 a un augurio un po’ speciale: coltivare l’arte del dubbio.
E c’è un libro che può essere d’aiuto in questa pratica: L’arte del dubbio, appunto, di Gianrico Carofiglio.

Anni fa, quando fu pubblicato per la prima volta con un altro titolo (Carofiglio era un magistrato, lontano dalle vette delle classifiche editortiali), era un manuale sulla tecnica dell’interrogatorio, su come demolire o rafforzare una testimonianza nel dibattimento penale. Ma poiché era costruito su casi concreti, su verbali di veri interrogatori, e poiché è noto il fascino letterario del processo, il libro ben si prestava a una riedizione meno tecnico-giuridica e più letteraria. Nell’arte controllata di insinuare il dubbio fra i fatti, si legge nella presentazione, si avverte «l’umorismo, ossia il lavoro del contrario. In breve, lo spirito della letteratura, in una raccolta di racconti veristici venati di giallo: pezzi di vita, storie tragiche e comiche di esseri umani presi in avventure e peripezie, di prede e predatori, furbi e poveracci sul palcoscenico del processo che diventa teatro di vita».

Ogni capitolo è strutturato in tre parti: la sintesi del caso, la trascrizione del verbale dell’interrogatorio e il commento linguistico. Un libro, dunque, molto in sintonia con il metodo della magia della scrittura, che invita il lettore a entrare nell’officina dello scrittore, osservarlo mentre trova la chiave personale, l’ispirazione, scoprirlo mentre affina i suoi strumenti.

Buona lettura, e buon 2008.

P.S.: per i più dubbiosi, propongo le definizioni di “dubbio” del De Mauro: 1) condizione di chi è incerto, perplesso; 2) sospetto; 3) elemento o aspetto dubbio d’una situazione, problema oscuro di difficile soluzione; 4) atteggiamento metodologico di chi sospende il giudizio poiché nessuna conoscenza certa è possibile. La mia simpatia va alla quarta definizione.

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