Qualcosa di famigliare
Era tra le pile di fogli che adornano la scrivania
e che, prima di assestarsi in consona destinazione,
per scampare alle saltuarie manie da ora-ti-sistemo.
Ne riporto una parte:
“Scrivo male:
e si perdoni all'autore che egli parli di sé:
è un privilegio delle prefazioni, un picciolo e troppo giusto
scrivo male a mio dispetto;
non lascerei certo di porlo in opera.
I doni dell'ingegno non si acquistano,
ma tutto ciò che lo studio, che la diligenza
Che cosa poi significhi scriver bene
non credo che alcuno possa definirlo in poche parole,
e per me, anche con moltissime non ne verrei a capo.
Ecco però alcune delle idee
A bene scrivere
che (...) o nate nel popolo, o inventate dagli scrittori,
o derivate da un'altra lingua, quando che sia, comunque,
sono generalmente ricevute e usate.
Parole e frasi che sono passate dal discorso negli scritti
Parole e frasi divenute per quest'uso generale ed esclusivo
Parole e frasi tanto famigliari ad ognuno
cavino dallo stesso fondo,
un uomo colto senta fra di loro differenza d'idee,
di raziocinio, di forza etc.
ma non di lingua.
Parole e frasi, per finirla, tanto note per uso,
per mezzo di analogia le fa servire ad un significato pellegrino,
quel nuovo uso sia inteso senza oscurità e senza equivoco,
ed ogni lettore vi senta in un punto e l'idea comune,
e quel passaggio, quella estensione etc.
L’ho ritrovata, questa stampa di una famosa
che ha quasi due secoli e,
sembra scritta giustappunto ieri.
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