2.5.08

Capre e cavoli

.
È alla bótte intesa come contenitore cilindrico
usato per la conservazione, l'invecchiamento e il trasporto
di liquidi o altri prodotti che penso.

E se ci penso è perché poco fa,
ricevendo una mail di un amico,
una di quelle mail inoltrate a più destinatari in contemporanea,
una di quelle mail che pochi – ammettiamolo – amano ricevere,
su due piedi mi son detta:
“tipico esempio di chi dà un colpo al cerchio e uno alla botte”.

Indugio nel conteggiare a quanti usi metaforici
si pieghi questo contenitore panciuto,
e mi sorprendo nel constatare come questi usi
– a dispetto della sagoma bonacciona della botte -
spesso mettano in guardia.

Su tutti il minaccioso “essere di botte” marinaresco.
Ma anche “avere la botte piena e la moglie ubriaca”,
“essere in una botte di ferro”,
“per far un amico basta un bicchier di vino,
per conservarlo è poca una botte”, sottintendono situazioni
personali o contestuali complicate.

Del resto, anche il proverbio da cui parte questo filo

di pensieri, ripreso dal lavoro dei bottai che,
per mettere in opera le doghe della botte,
battevano il legno e allo stesso tempo il cerchio di ferro
e ottenevano così la massima aderenza fra le due parti,
oltre che alludere a chi è abile a destreggiarsi
tra due situazioni o persone per ottenere un buon equilibrio,
indica anche quelle persone che, non avendo il coraggio

di scegliere una linea,
si comportano in maniera ambigua in modo da lasciare

contenti (quasi) tutti.

Mica facile mediare, e salvare capra e cavoli.

.

Etichette: , , ,