Maestra, è stato lui!
La saga è scatenata: le leggi ad personam le ha fatte lui, mica io! e io non ho mai sbagliato niente, loro sì; sono loro che portano sfiga, se no andremmo benissimo.
Il tono di questa campagna elettorale è questo: maestra è stato lui! il mio papà è più ricco del tuo, cicca cicca. Da lì a “il mio è più lungo” manca davvero un niente.
Beh, confesso che quando ho visto in giro la campagna “NO, GRAZIE” – www.forzaitalia.it/manifesti2006/ - ho avuto un tremito. L’impatto è innegabile. Dev’esserci dietro un guru, ho pensato (infatti). Poi, però, a furia di vederli quei manifesti, mi sanno di boomerang. Per tre motivi.
1) Un messaggio tutto negativo
- Immigrati clandestini a volontà? no, grazie
- Fermiamo le grandi opere? no, grazie
- I “no global” al governo? no, grazie
- Più tasse sulla tua casa? no, grazie
- Più tasse sui tuoi risparmi? no, grazie
Si può impostare una campagna elettorale tutta al negativo?
Sappiamo come funzionano le negazioni: “non pensare a un elefante che vola!”; che cosa c’è adesso nella tua testa? l’elefante, ovvio. La negazione è un concetto matematico recepito dall’emisfero sinistro, e quindi in ritardo. Il cervello recepisce prima l’immagine positiva, con l’emisfero emotivo, poi deve cancellarla con quello logico-razionale. Passaggio lento.
Per questi alcuni la usano ad arte: “Se vi piace classe E, non compratela”, dice Mercedes: invitando a non fare quello che in realtà vuole si faccia, può ammorbidire un lettore riluttante. Si diceva preterizione, in retorica. Ma può essere il nostro caso?
2) Un messaggio solo per i “via da”
Esistono due filtri con cui selezioniamo informazioni ed emozioni: il filtro “via da” e il filtro “verso”. Essi ci aiutano a scappare via da problemi già vissuti o temuti, oppure a muoverci verso un obiettivo desiderato.
Per esempio: “Mi piacerebbe organizzare una vacanza lontano dallo stress” è “via da”; “Mi piacerebbe organizzare una vacanza dove rilassarmi e riposare” è “verso”. “Nel lavoro evito accuratamente le persone negative” è “via da”. “Nel lavoro amo circondarmi di persone positive” è “verso”.
Chiedi a un amico i suoi progetti, ti risponde quello che non vuole, che lavora per non impoverirsi, ogni tanto fa l’amore per fuggire l’apatia: è impostato sul via da. Chi è impostato sul verso, invece, è teso al futuro, in genere è più ottimista, positivo, intraprendente.
Dov’è finita, presidente, la sua carica di energia, sempre intrisa di sogno e di ottimismo? Questa regressione sul via da ci fa pensare: o non ci crede più neanche lei, oppure - come diceva Abatantuono nei panni di Attila, “ci strizza ‘o peperone”.
3) Un messaggio da follower
Da inseguitore, non da leader. Quando siamo costretti a scimmiottare l’avversario, a fargli il verso con toni da avanspettacolo, in genere è perché gli stiamo dietro, non davanti. Ne trovo conferma nell’altra campagna, denominata “speriamo di no” (www.forzaitalia.it/speriamodino/)
- Oggi leggi per i nostri figli. Domani per il consorte
- Oggi governi stabili, domani precari
- Oggi occupazione, domani okkupazioni
e via così, sempre con il motto finale: “Domani è un altro giorno. (speriamo di no)”
Mi sa che stavolta il guru l’ha presa un po’ sotto gamba.
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