15.6.06

Entrarci dentro

«Prof! prof! cosa uscirà quest’anno???»
Mumble, mumble… dopo griglie, statistiche, sfere di cristallo,
da cosa trarre auspici?
Pochi giorni ed è maturità, e la prova di italiano
muove le fantasie. Oddio, più pacate di qualche anno fa,
quando ancora il tema era l’unica tipologia testuale prevista.
Allora o sapevi o non sapevi, e a frotte gli studenti tracimavano
dalla letteratura e dalla storia al tema di attualità.
Ora è diverso.
Sopravvive il tema, ma accanto ad articoli, saggi e analisi,
tipologie più vicine al quotidiano e con materiale da plasmare:
cosicché la testa, anche paventando un delirium tremens da esame,
sa funzionare.
Il saggio e l’articolo di giornale, per esempio,
hanno con sé corpose documentazioni (ben 4, per i 4 ambiti previsti).
E informazioni e idee sono lì, preziosi stimoli: farli propri o rigettarli,
affiancarli ad altri o lavorarli al tornio uno per uno è una scelta,
che comunque vince il panico da foglio bianco.
Altrettanto vale per l’analisi del testo: hai lì le domande che ti guidano.
A fare cosa? A smontarlo e rimontarlo, il testo, capirlo, entrarci dentro.

“Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo
Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero.
Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell'indistinto.
La porta è meglio chiuderla; di là c'è sempre la televisione accesa.
Dillo subito, agli altri: «No, non voglio vedere la televisione!»
Alza la voce, se no non ti sentono: «Sto leggendo!
Non voglio essere disturbato!» Forse non ti hanno sentito,
con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida:
«Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino!»
O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace […].”

Questo è Calvino. No, no, non dico che «uscirà»,
ma confesso: mi piacerebbe. Perché Calvino scombina
le triangolazioni narratore-autore-punto di vista,
e ti chiama potentemente in gioco, ti invita a una lettura consapevole.
E tu, lettore, entri dentro la letteratura,
fai il tuo strappo nel cielo di carta delle convenzioni.
Ma mica ne consumi la fascinazione: no.
Anzi te la godi di più: il testo diventa un mondo in cui entrare e uscire
a tuo piacere.

Diciamocelo, ragazzi: tutto sommato conta poco «cosa uscirà».
Avete i testi, avete le idee,
avete certo scritto molto, in anni di scuola,
avete dunque anche vari attrezzi del mestiere.

Rimane questo da dirvi, sicuri che lo sarà:
buona scrittura!

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