14.6.07

Vorrei incontrarti (almeno) fra 100 anni...

Mi dicono che non si inizia mai una frase con la "e".
Il verbo all'infinito? Bandito per ogni incipit.
Periodi lunghi e attorcigliati? Evviva!

E il tuo corpo piano piano si ripiega su se stesso.
Avvilito.
Rassegnato.
Dopo la quarta riscrittura di un testo per una brochure.

Tu lo hai solo riscritto, orientandolo a chi lo leggerà.
Ingenua.

La tastiera ormai, rassegnata come te, diventa la voce della sua coscienza e ti dice "no, complica di più, così è troppo chiaro", incitandoti con "dai, dai, allunga di più questa frase, mettici un'altra subordinata".

Scrivere per un committente che non incontrerai mai.

Mettere mano al frutto del suo lavoro, senza prima essersi stretti quella mano.
Ma quanto è difficile?

Capita sempre più spesso, soprattutto lavorando con strutture a piramide.
E dove per arrivare al vertice, altro che scalata dell'Everest!

La relazione.
Eccola qui che salta fuori.

Guardiamoci in faccia, raccontami di te, fidati di me.
Dammi modo di spiegarti il perchè delle mie scelte.

Impossibile?
A volte si.