2.7.07

La falegnameria di Cerami (e quella di maestro Ciliegia)

"Se si potessero sommare assieme i momenti di creazione pura che uno scrittore (grande quanto si voglia) sperimenta in tutta la sua esistenza, non si arriverebbe neanche a cinque minuti. Tutto il resto è machine, lavoro quotidiano, falegnameria, talvolta persino routine." Così scrive Vincenzo Cerami nel suo Consigli a un giovane scrittore.

Ecco perché ogni onesto maestro di scrittura non vi darà mai istruzioni su come essere creativi - ahinoi, la fantasia o ce l'avete, o siete del gatto! - ma vi mostrerà gli strumenti e vi insegnerà le tecniche per mettere a frutto quei cinque minuti di cui parla Cerami.

Trucchi del mestiere, certo, necessari per far stendere le ali alla creatività e a farle prendere il volo. Così potete imparare a impugnare lo scalpello, a usare la lima, a lavorare con il seghetto... ma i fantastici intarsi di faggio, ciliegio e ulivo dipendono solo dal vostro talento, dal vostro coraggio, dalla vostra originalità.

Trucioli, dunque, segatura, e tanta legna da bruciare. Ma a volte, si sa, da un ciocco di legno da buttare può venir fuori un burattino che parla:

"C'era una volta...
- Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori.
No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno.
Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d'inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze. Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di un vecchio falegname, il quale aveva nome mastr'Antonio, se non che tutti lo chiamavano maestro Ciliegia, per via della punta del suo naso, che era sempre lustra e paonazza, come una ciliegia matura." (Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio)

Il resto della storia lo conoscete. Attenti solo a non bruciare il pezzo sbagliato! ;)