16.10.07

Dai medici malati consigli per migliorare la sanità

“Il medico ammalato è l’unico in grado di operare una sintesi tra medicina e sofferenza, conoscendole entrambe nel profondo, e quella sintesi può essere vitale per rifondare una sanità più vicina alle persone”. Così alcuni tra i più illustri oncologi e chirurghi italiani scrivevano un anno fa nel libro Dall’Altra Parte (Rizzoli BUR) che spiega cosa significa per un medico trovarsi di colpo nel ruolo di paziente.

I loro nomi: Gianni Bonadonna, Sandro Bartoccioni, Francesco Sartori. Essi chiedevano l’istituzione presso il Ministero della Salute di una Consulta di Medici Malati per riformare la medicina e la sanità.

E’ successo. Livia Turco ha insediato la Consulta il mese scorso.

La Consulta è composta da medici specializzati. Tutti hanno in comune un’esperienza di malattia e sofferenza che li ha portati a voler contribuire all’affermarsi di un nuovo rapporto con il malato e a una sanità più vicina alle esigenze del cittadino.

L’obiettivo: produrre un libro Bianco in cui l’informazione, la formazione, la comunicazione, il rapporto con il paziente, l’umanizzazione dell’assistenza siano i pilastri del rinnovamento. Da realizzare con la collaborazione e i suggerimenti del più alto numero di medici malati possibile.

In un articolo sul Corriere della Sera dello scorso 16 settembre Mario Melazzini, primario oncologo e membro della Consulta spiegava che il motivo che l’ha portato ad unirsi al gruppo è stato soprattutto il messaggio dirompente che portavano: le riforme della sanità sono sempre fallite perché non si è mai potuto rifondare l’elemento umano che la gestisce.

Mi sembra una svolta l’idea che a ripensare la formazione in medicina e la Sanità sia lo sguardo del malato e non più solo quello del politico.


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