RESISTI!
Lo trovi nei corridoi e nelle sale d’attesa degli ospedali piemontesi. Colpisce quell’enorme RESISTI! Coinvolgimento immediato: chi non ha qualcosa cui resistere?
E in ospedale, l’effetto è amplificato: resisti al dolore, al digiuno, all’ansia, alla paura, all’incertezza. Vai più vicino (potenza dei ganci attenzionali!) e si fa più chiaro il messaggio: resisti al fumo.
Sopra il titolo, “In questo locale è vietato fumare”. È l’unico costrutto limitante, eppure stemperato, perché contestualizzato: qui no, ma altrove, se proprio vuoi… Ma attenzione: se resisti, ecco quante cose buone possono accadere: e via con una serie di eventi positivi.
Lontanissimo da quel “Il fumo danneggia gravemente la salute” stampato da qualche anno sui pacchetti.
Il messaggio è costruito su basi positive: non i rischi da cui scappare, ma gli obiettivi di salute verso cui tendere.
Resisti. Un invito ripetuto in crescendo ipnotico, con frasi ipotetiche che contengono comandi nascosti: resisti 2 giorni, resisti 3 mesi, resisti 1 anno, resisti 10 anni. Un personal trainer che ti sprona a resistere alla voglia di fumare (mai esplicitata, per non evocarla).
Anche le promesse sono in crescendo: prima migliorano gusto e olfatto, poi via tosse, fiato corto e fatica, fino a ridurre i pericoli seri: infarto e tumori.
In chiusura, altro crescendo, fino a coinvolgere tutti: la salute tua e dei tuoi cari, delle persone indifese - bambini e donne in attesa - tutti.
Ancora voglia? Resisti: barriere abbassate, il messaggio comincia a far presa.
Che ne pensate? Dai, qualche volta lo stupore può essere positivo.
Se incontrate casi di buona scrittura in sanità, per favore segnalateceli, nei commenti a questo blog o all'indirizzo alessandro.lucchini@palestradellascrittura.it
Grazie
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