Vigilia Com-Pa
Apprendo da Affari e Finanza in edicola oggi che il web 3.0 consentirà a chiunque di sfidare il linguaggio astruso della burocrazia.
Significa che il web semantico (riconosciuto da più parti come la nuova release della rete), nel futuro prossimo venturo, "tradurrà per tutti le parole spesso incomprensibili che amministrazioni pubbliche ed enti usano per dare informazioni on line".
Consentitemi un sano e costruttivo scetticismo. Prima di scomodare il web 3.0 mi sarebbe piaciuto vedere le nostre amministrazioni, enti e istituzioni impegnarsi seriamente nella versione precedente. Quel 2.0 di cui tutti parlano, spesso anche in maniera impropria, e che non ha ancora sfiorato le presenze digitali della nostra PA.
Sappiamo che la dizione più comune del 2.0 attribuisce a chi è in rete la possibilità, direi l'opportunità, di sfruttare la partecipazione delle persone a proprio vantaggio.
Si chiama collettività. Somiglia alla democrazia. Comporta impegno, ascolto e collaborazione. Mica scienze astruse. Significa accettare una critica e lavorare per modificare uno status quo che indispone i più. Significa entrare nella conversazione con lucidità e senso civico.
Avrei preferito collaudare la release precedente prima di cimentarmi con quella successiva.
Ché poi saltano fuori i bug e ce li portiamo dietro per anni.
Accidenti.
P. I.
p. s. facciamo che ne parliamo al Com-Pa la prossima settimana?
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