3.11.08

Raccontare e raccontarsi

Che l'uomo sia un animale sociale l'ha già detto qualcuno (Seneca per primo). Che ogni forma di narrazione (e quindi in primo luogo la letteratura) sia anche fatto sociale, lo diceva già Hegel e poi l'hanno ulteriormente chiarito Comte e i suoi seguaci, fino alla nascita della moderna sociologia della letteratura. Che però la narrazione, specie quella di natura biografica, possa essere uno strumento di analisi qualitativa di ogni realtà del sociale (sociologica e psicologica, ma anche di ogni forma di organizzazione) è acquisizione invece più recente ed ha - non a caso - la sua origine negli Stati Uniti, verso la fine del XIX secolo. Da allora l'uso della narrazione come strumento di comprensione del sociale si è molto affinato e trova - come già abbiamo visto in altri post - ampio uso nello studio delle organizzazioni economiche (aziende, enti, società...). Nello studio, dicevamo, ma anche nel cambiamento. D'altronde viene proprio dagli Stati UNiti un volume vecchio già di una trentina d'anni sulla stampa come fattore di mutamento; sulla stampa di libri si intende, e quindi soprattutto di libri che raccontano, in prosa o in versi.
Di tutto ciò si occupa un bel libro di una collega dell'Università di Verona: Raccontare e raccontarsi. L'approccio biografico nelle scienze sociali, di Cristina Lonardi (Verona, QuiEdit)
Un volume che si legge con facilità e che fornisce un quadro efficace di cosa significhi l'approccio biografico in ambito sociologico. E che apre, soprattutto, ampie possibilità di riconsiderare la narrazione nell'ambito delle organizzazioni economiche, che sono pur sempre fatte di uomini e donne, con una storia individuale e collettiva che, sempre, val la pena raccontare.

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Ti aspettiamo al Museo della scienza e della tecnica di Milano, per la presentazione del libro Il linguaggio della salute, il 12 novembre alle 18.30 - sala Cenacolo.

Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci
http://www.palestradellascrittura.it/

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