19.6.09

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14.6.09

La magia della scrittura di 4 parole

Nome, cognome, città, professione.

Bastano 4 parole per
fermare il decreto legge sulle intercettazioni
approvato nei giorni scorsi alla Camera.
O, almeno, per muovere la coscienza contro una legge sbagliata.

Ci auguriamo che i lettori di questo blog le scrivano, quelle quattro parole.

Qui.

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12.6.09

Farsi capire

"Quante cose stanno in una valigia?
Dipende dall'ampiezza della valigia,
da come ce le mettete (ammucchiate, piegate per bene, incastrate) e da
quanto le pigiate. Dipende anche dalle condizioni in cui volete trovarle al
vostro arrivo
e da quanto siete disposti a trascinare una valigia pesante.
Ma potete anche decidere di andare in giro con una valigia vuota, giusto
per non fare la figura di viaggiare senza bagaglio.
Con un testo è lo stesso. Dentro ci può essere niente. Se decidete invece
di riempirlo di cose...".


E' soltanto un estratto dalla nuova edizione di "Farsi capire" di Annamaria Testa.
L'ho scoperto ieri leggendo un post di Luisa Carrada:
http://mestierediscrivere.splinder.com/post/20731537/Farsi+capire,+otto+anni+dopo
427 pagine in edizione RizzoliBUR: comprato ieri sera, sfogliato al volo e pronto per essere letto pian piano.

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9.6.09

QUALI SONO I LEADER CARISMATICI DELLE NUOVE GENERAZIONI?

Presentazione del libro “CARISMA - il segreto del leader” di F. Natili ed E. Pasini

18 maggio 2009, Casa della Cultura, presentazione del libro “Carisma – Il segreto del leader” di Elisabetta Pasini e Franco Natili: una raccolta di quattordici interviste – saggi nei quali emerge quanto il concetto di carisma sia attuale ai giorni nostri.

Franco Natili spiega il significato di carisma con una metafora: “il carisma è come uno scalatore che si ferma convinto di essere arrivato alla sua meta e invece si accorge che manca ancora un pezzo, ma se si guarda indietro si accorge di aver conquistato uno spazio in più di consapevolezza”.
Natili accosta il concetto di carisma al contesto storico e sociale portando alcuni esempi di leader carismatici. “Platone, Alessandro Magno, Gesù… tutti caratterizzati da quella che Comte avrebbe definito come componente rabbiosa”. I leader carismatici infatti sono persone irascibili, eroiche, in grado di superare e attraversare i limiti, generano nuove idee.
Il carismatico nasce dove ci sono lacerazioni nel contesto sociale ed è colui che è in grado di contenere tali lacerazioni. Il carisma provoca una crescita – sviluppo della società e i carismatici trovano idee giuste per arrivare a una rivoluzione della società stessa.

Elisabetta Pasini racconta come il percorso del libro attraverso interviste a persone appartenenti a mondi così diversi tra di loro nasca dalla voglia di cancellare ogni stereotipo intorno al concetto di carisma. Vuole indagare nei mondi di personaggi che hanno dato testimonianze significative e quotidiane delle varie accezioni che il termine assume.
“Carisma è un termine non definibile in astratto, è difficile da spiegare se non è determinato dalle persone proprio per la sua natura di fenomeno razionale.”
Il carisma non è un fenomeno eterno, è in continuo movimento. È una caratteristica che si può perdere e acquistare e oggi più che mai è necessario trovare nuovi maestri carismatici, nuovi “attrattori”.

Dalla presentazione emerge che il carisma deve prima di tutto avere un taglio educativo e si chiede quali siano i leader carismatici delle nuove generazioni. La risposta è proprio quel problema per cui il mondo adulto non riesce a elaborare nuovi leader e nuovi personaggi che siano di “modello” per i giovani che sembrano ricercare i loro leader in adulti con competenze precise come allenatori sportivi.

8.6.09

Twitter e il microblogging


Twitter può essere considerata la frontiera del "microgiornalismo" fatto di articoli di 140 battute? Sembrerebbe di sì, in base a quanto emerge da un articolo pubblicato sabato scorso su RepubblicaR2 riprendendo un servizio pubblicato su Time.
I grandi giornali americani/agenzie di stampa stanno già da tempo "twitterizzando" la loro informazione.
Ana Marie Cox di Time spiega: "I 140 caratteri non sono un limite, sono una spinta alla creatività". L'informazione è solo apparentemente breve e sommaria: in realtà è nuova e diversa, immediata e emozionale.
Ma quali possano essere i motivi che spingono, invece, la gran parte di utenti di Twitter a lasciare tanti piccoli "cinguettii" sulla propria vita? Forse lo fanno per sentirsi meno soli, per far capire agli altri le proprie giornate vissute freneticamente senza produrre risultati visibili e tangibili, per entrare nelle vite degli altri senza dover prendere in mano il telefono...

Forse ha ragione Steven Johnson del Time: "La cosa più affascinante di Twitter non è cosa sta facendo per noi. E' cosa stiamo facendo per lui".

Articolo di Ernesto Assante:
http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/tecnologia/twitter/twitter/twitter.html
Articolo di Steven Johnson:
http://www.time.com/time/business/article/0,8599,1902604,00.html

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Sanità nell'UE? Ognuno dica la sua

"L'Europa per i pazienti": questo il titolo del primo concorso in ambito sanitario, lanciato dalla DG Salute e consumatori con l'obiettivo di stimolare il dibattito sulle questioni della sanità nell'Unione Europea.
Tutti i giornalisti professionisti (carta stampata e web), cittadini o residenti in uno dei 27 Stati membri dell'UE, sono invitati a scrivere e inviare un articolo entro il prossimo 15 giugno, riguardante uno o più temi proposti: sicurezza dei pazienti, malattie rare, diritto dei pazienti all'assistenza sanitaria, donazione e trapianto di organi, tumori, personale sanitario, vaccinazione antinfluenzale, vaccini per i bambini, salute mentale, uso prudente degli antibiotici.
Un modo per riconoscere il ruolo dei giornalisti nella comunicazione delle politiche sanitarie e degli interventi dell'UE in materia di sanità.

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5.6.09

E come ci sta?

La correttezza della lingua
è la premessa della chiarezza morale e dell’onestà
.



Apre con questa
citazione di Claudio Magris
l’home page del sito che
Michele Cortelazzo,
professore ordinario all’Università di Padova,
dedica al linguaggio amministrativo.

È cosa arcinota che anche in Italia, ormai

da quasi vent’anni, si stia tentando di modificare
la consuetudine alla complicazione linguistica
(detta altresì antilingua) con cui vengono redatti

i testi amministrativi.
Con quali successi è spesso sotto i nostri occhi
ma conviene non generalizzare, poiché accanto alle cattive

pratiche ce ne sono altre illuminate,
al cui cospetto il cittadino ringrazia.

A tal proposito, il sito del professor Cortelazzo
si presenta in questi giorni in una
veste insolita:

Offriamo a chi è impegnato nei seggi elettorali

per le elezioni europee
la
traduzione in italiano delle Istruzioni per i seggi.

Perché tradotte in italiano?
Perché, con un occhio rivolto a chi lavorerà nei seggi
e avrà bisogno di dritte e regole di riferimento
(tutte persone normali, mica funzionari ministeriali
con specifiche conoscenze giuridiche),
il libretto, come lo produce attualmente il Ministero, funziona male.

[…]
È scritto senza pensare a quale uso se ne deve fare:
non è un trattato, ma un libro di istruzioni,
che deve essere letto e usato in fretta,
in situazioni di stress e di lavoro convulso.
È scritto senza pensare a qual è l'italiano corrente,
quello che parlano tutti gli italiani normali
[…]


Infatti
Le istruzioni per le operazioni degli uffici elettorali di sezione
proposte dal Ministero appartengono a quelle cattive pratiche
che possono destare, insieme a un altro tot del belpaese,
un po’ di sano sospetto.
Sospetto, dal latino suspicio: guardo che cosa

e chi sta sopra di me.
E come ci sta.

.

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Mi spiace, tempo scaduto!

Franci ha un brutto neo sulla schiena, da qualche giorno è molto arrossato.
Con un po’ di apprensione chiedo al medico di famiglia di prescrivermi una visita specialistica.
Prenoto. Per fortuna c’è da aspettare poco più di una settimana.

Quando arriviamo all’ambulatorio, presso una struttura ospedaliera, entriamo tutti e due e lascio che Franci, che ha quasi diciassette anni, parli direttamente col medico.
(prima o poi bisogna pur imparare a cavarsela senza la mamma sempre alle costole no?)
Io sono li solo per correggere il tiro e fornire ulteriori informazioni di supporto.

f- Buon giorno sono qui per farmi controllare tutti i nei, uno in particolare. Poi vorrei sapere cosa fare per questa dermatite e per questa infiammazione sulla schiena, e…

m- BASTA, BASTA! PER FAVORE! Solo per i nei ci vuole un’ora e voi avete solo un quarto d’ora a disposizione: la visita che avete prenotato dura un quarto d’ora. Comunque ora vediamo cosa posso fare nel tempo che avete a disposizione.

m- Signora si ricordi che la prossima volta deve chiedere mappatura totale e non controllo nei, così la visita dura un’ora e ci sono meno problemi. Io l’ho detto in giro ma nessuno mi ascolta. E poi signora sappia che ormai il medico vero lo fa solo chi lavora nella libera professione, qui tagliamo con coltelli da macellaio e abbiamo luci da minatori e….poi questo non è il momento di parlare di dermatite!
(nel frattempo molto sommariamente controlla alcuni nei a Franci, mi fa alcune domande su ereditarietà, familiarità e allergie)

Alla fine si mette a scrivere al computer una lunga lettera e per cinque minuti il silenzio è rotto solo dal ticchettio dei polpastrelli sulla tastiera.
Quando il foglio esce dalla stampante, lo ripiega, me lo consegna e aggiunge:
- ecco signora, purtroppo il tempo a sua disposizione è terminato e non riesco a spiegarle nulla a voce. Arrivederci!

Poi, guarda l’orologio e ci ripensa un attimo.Trova giusto il tempo per fare la prescrizione di 11 farmaci: ovviamente tutti non mutuabili.

Totale: 15 minuti esatti, 29 euro a carico mio e nonsoquantieuro a carico dello stato.
La prossima visita la prenoto con Guido Pancaldi e Gennaro Olivieri, (quelli di giochi senza frontiere) almeno prima di cronometrare mi lasciano giocare il jolly!

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4.6.09

Pisa: culla dell’informatica

L’11 e 12 giugno si terrà a Pisa una conferenza per ricordare il 50esimo anniversario della progettazione e costruzione della Calcolatrice Elettronica Pisana (C.E.P.).
La Calcolatrice Elettronica Pisana è la prima calcolatrice elettronica italiana per le ricerche scientifiche, ispirata da Enrico Fermi.
La Calcolatrice fu realizzata come prima macchina pilota nel 1957 grazie agli sforzi di Marcello Conversi, direttore del Dipartimento di Fisica, e di Alessandro Faedo, matematico poi preside della Facoltà di Scienze e infine Rettore dell'Università di Pisa e Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche. La Calcolatrice aveva dei circuiti a transistori, era microprogrammata e dotata di un linguaggio di programmazione. Lo sviluppo della Calcolatrice presso il Dipartimento di Fisica, fu accompagnato da un’attività progettuale importante presso un laboratorio della Olivetti a Barbaricina che portò allo sviluppo della linea di calcolatori Olivetti Elea.

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Un po’ di storia

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3.6.09

Che JobMarathon sia!

Sabato 6 giugno dalle ore 15 alle 20, a Milano presso il Renzo Piano building in viale Monte Rosa 91, pubblico e lettori saranno protagonisti di una non stop di lettura dedicata al lavoro, o meglio, al racconto del lavoro attraverso le pagine di un libro.
Un'occasione organizzata da JobTalk e PricewaterhouseCoopers, per leggere, qualche volta, oltrechè lavorare.
La maratona è aperta a tutti...un leggìo, un microfono, alcune pagine e il gioco è fatto!

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1.6.09

7 Clienti in attesa

Spesso abbiamo letto di come il linguaggio della salute debba essere rivisitato. Il linguaggio scritto però, non basta.
"7 Clienti in attesa" è il meraviglioso testo che recava il bigliettino fornitomi dal distributore automatico al pronto soccorso di un ospedale traumatologico dove mi sono recato per una noiosa quanto inaspettata infiammazione ai tendini di entrambe le mani.
Il bigliettino, insieme alla compilazione di un modulo prestampato, sembrava essere un utile strumento di razionalizzazione delle code. L'ambiente pulito ed ordinato infine lasciava presagire una ottima organizzazione: cure adeguate e soprattutto in tempi accettabili.
Dopo circa tre ore ho scoperto, mio malgrado, come "7 Clienti in attesa" rappresentasse tutto ciò che l'ospedale mi aveva comunicato. Non rimanendo altro da fare che cambiare pronto soccorso.
Al successivo, un semplice sportello, nessun bigliettino, nessun modulo da compilare, una voce che chiamava ripetutamente il mio cognome (alla faccia della privacy). In meno di un ora ero fuori con prognosi e ricetta per le medicine del caso.