31.5.07

Difficile conciliare famiglia e lavoro?

Già è difficile quando si è solo "figli", figurati quando si sta per diventare genitori!

Ma se facessimo la stessa domanda ai dipendenti della Provincia di Milano, con molte probabilità risponderebbero con un bel "ora non più!".

Con il progetto Figli sì grazie, infatti, la Provincia di Milano ha voluto andare incontro alle esigenze delle proprie persone (neo-mamme e anche neo-papà) per conciliare sfera privata e lavorativa.

Una "buona pratica replicabile" come è stato definito dall' Osservatorio Donne nella PA, promosso da futuro@lfemminile e FORUM PA, cha ha inserito Figli sì grazie nei “100 progetti di promozione delle pari opportunità”.
Una rassegna di 100 azioni a favore delle donne in diversi ambiti: conciliazione famiglia-lavoro, reinserimento lavorativo, accesso alle carriere, partecipazione politica.

Un progetto in cui ha creduto anche Palestra della Scrittura, che ha curato gli aspetti di comunicazione: dal concept alla comunicazione interna.

E ha funzionato!
Perché allora non replicare il modello anche in altri Enti?

30.5.07

Medici e parole: l'educazione terapeutica

Una delle mie migliori amiche ha avuto due TIA, attacchi ischemici transitori. Il flusso di sangue si inceppa da qualche parte lungo il percorso verso il cervello e lì si ha l’ictus, nel caso della mia amica, senza effetti permanenti.

È giovane, intelligente e piena di risorse; può condurre uno stile di vita normale. Con qualche precauzione e un’abitudine da acquisire: prendere un’aspirinetta al giorno, per tenere fluido il sangue. Bene. Anzi, male: non c’è verso che la mia amica quella pastiglietta si ricordi di prenderla: è nell’altra borsetta, l’ha lasciata sul tavolo, l’ha persa, l’ha presa papà. Sfidando la sorte con una superficialità che neanche le si addice.

Moltissimi malati cronici, anche con patologie più gravi, si comportano così, trasformandosi in un vero intralcio alla terapia assegnata dal medico. Che deve fare un medico per farsi ascoltare dai suoi pazienti?

Se ne parlerà dal 7 al 9 giugno, a Selva di Fasano (Brindisi) al congresso europeo “Ricerca, pratiche e controversie in educazione del paziente”, organizzato dalla SETE, Società europea di educazione terapeutica.

L’educazione terapeutica è un nuovo approccio di cura centrato sul paziente, che permette ai medici di accrescere le conoscenze dei pazienti cronici circa la loro malattia e ciò che essi devono fare per mantenere la migliore qualità di vita possibile.

Un tema fortemente incentrato sulla comunicazione.

Per curare efficacemente un malato cronico, infatti, non basta limitarsi alla corretta interpretazione dei sintomi clinici della malattia e alla prescrizione di farmaci. Con il paziente il medico deve stringere una vera e propria alleanza terapeutica, per insegnare, trasmettere, negoziare; per motivarlo e accompagnarlo in tutto il percorso della sua malattia. Il medico, insomma, deve imparare a riconoscere le emozioni osservate nel paziente e farsi bravo motivatore.

Sappiamo che gli ostacoli alla comunicazione possono essere numerosi: barriere culturali, linguistiche, emotive, scarsa motivazione, pregiudizi, difficoltà organizzative, economiche e logistiche, ma anche una formazione alla relazione e una capacità di ascolto insufficienti.

Il professionista sanitario oggi è chiamato a dotarsi di una vera e propria competenza professionale, per stabilire una relazione comunicativa e cooperativa efficace con il malato e la sua famiglia.

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Dalla scrivania di Diderot, alcuni spunti per l'aula

La scrivania di Diderot: "Vostra Maestà, io lavoro così"

"Vostra Maestà mi ha chiesto quale fosse il mio modo di lavorare.
Prima di tutto mi accerto che una certa cosa possa essere fatta meglio da me che da un altro e allora la faccio. Quando ho fatto la mia scelta, medito giorno e notte in casa mia, in società, per la strada, a passeggio; il mio compito mi assilla ovunque.
Sul mio scrittoio ho un ampio foglio di carta sul quale getto un'annotazione di richiamo, un cenno dei miei pensieri, senza alcun ordine, d'impeto, come mi vengono in mente.
Quando ho la mente esausta, mi riposo...
Fatto questo, riprendo quei cenni di richiamo, quegli appunti di pensieri tumultuosi e slegati e li riordino a volte numerandoli.
Quando sono giunto a questo punto, dico che il mio lavoro è compiuto.
Allora scrivo tutto di filato, il mio animo si scalda di più scrivendo.
Se mi si affaccia qualche nuova idea che non abbia posto se non più avanti, l'annoto in un foglio a parte.
[...]"
Denis Diderot (da bottegadellaformazione.it)

Corso di formazione, ore 9.00.
"Il giro di tavolo" è una delle prime attività in aula: dopo che il formatore ha raccontato qualcosa di sé, invita i partecipanti a fare lo stesso.
È utile per iniziare a conoscersi.
Del resto, si lavorerà insieme per alcune ore.
È fondamentale per il docente, per capire chi ha di fronte, quale taglio dare alla lezione, le aspettative dei suoi interlocutori.

In quest'occasione, di solito, ognuno dice qual è la sua mansione o il settore in cui lavora: "sono un copywriter...", "mi occupo di marketing...". Non si va oltre.

Allora, proviamo a stimolare nuove risposte. Alcune semplici domande possono aiutarci a orientare le presentazioni e a scoprire qualcosa di più di ciascuno. E anche a rompere il ghiaccio, con un'attività divertente.

Ad esempio, potremmo raccontare una giornata tipica.
O leggere un testo, di qualsiasi genere: l'importante è che sia significativo per noi.
O ancora, descrivere un oggetto che in qualche modo ci rappresenta: colori, suoni, rumori, emozioni evocate, consistenza, uso, caratteristiche, punti di forza...
A coppie, possiamo cercare di individuare alcuni elementi in comune con la persona seduta di fianco a noi. In uno o due minuti, ne scopriremo hobby, segno zodiacale, letture, film, canzoni, colore preferito...

E, in un corso di scrittura professionale: se scriviamo per lavoro o per passione, qual è il genere letterario che preferiamo, quali difficoltà troviamo nella comunicazione scritta, quale strumento usiamo più di frequente ecc.

Se sei un formatore, prova a iniziare in modo nuovo la tua giornata di lavoro.
Se partecipi a un corso nei prossimi giorni, proponilo al docente in aula.

E poi scrivici se ha funzionato ;-)

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29.5.07

Biografie a domicilio

È dal 2002 che, a Milano, Paola Lanzarotto e Fiorenza Presbitero hanno fondato le Edizioni Biografiche. Un’idea venuta dall'estero ma che anche da noi sta sempre più prendendo piede: realizzare biografie a pagamento, scritte da professionisti, dopo aver ascoltato i racconti della persona interessata.

Cinque conversazioni, di tre ore ciascuna, con un intervistatore precedono la redazione del testo. Infatti – come recita il sito - “ogni persona è unica ed ha delle cose da dire perché ogni vita è ricca di eventi, di emozioni, di pensieri particolari”.

P.S.
E vorrà dire qualcosa che il progetto sia partito proprio da due donne?

28.5.07

Tempi di Attesa – IL PASSAPORTO

Aspetto Alessandra che è in fila al Commissariato di Zona per il passaporto. Nell'ingresso non abbiamo trovato indicazioni, ma le persone ferme nel corridoio di sinistra ci sono sembrate un messaggio eloquente. La ragazza si è accodata rassegnata, io sono rimasto a godere la serenità del luogo, abbellito dai molti cartelli appiccicati sui muri con il nastro adesivo; un po' storti, per la verità.

Penso che perfino negli uffici pubblici i tempi sono cambiati in meglio: quand'ero giovane i cartelli erano scritti malamente con la biro; questi sono composti in bell'ordine con l'Elenco puntato di Word. Quanto all'estetica dell'affissione non si può pretendere, dato che i PC non sono programmati per quell'uso. Constato anche l'animato andirivieni che prosegue senza alcun controllo. Ricordo quando venni qui per denunciare il furto delle quattro ruote dell'auto, proprio il giorno in cui avevo sperato di partire per le vacanze estive con i bambini piccoli e tutto il resto: fui inchiodato sull'uscio da una raffica di domande che quasi mi indussero a confessare il reato. Si vede che dopo l'undici settembre insospettisce solo chi cerca di entrare con un aeromobile di linea.

Ripercorro scrupolosamente i punti del cartello per essere certo che abbiamo portato quanto è richiesto: la ricevuta del versamento, la marca da bollo, le foto, il documento di riconoscimento, il modulo di domanda per il rilascio... Il modulo di domanda! Per Giove, dov'è il modulo? – chiedo ad Alessandra, che è ancora nello stesso punto, un po' più mesta. Mi risponde nel coro lamentoso dei suoi vicini: il modulo non si trova; ce l'avranno nell'ufficio! Beh, ma mentre siete in fila, lo potreste già compilare...
Supero con baldanza la lunga fila, sprezzante delle occhiate assassine, che si tramutano in sorrisi quando ricompaio con il pacco dei moduli. Pensavo di lasciarne qualche copia nell'ingresso, ma a stento porgo l'ultimo a mia figlia, che con aria afflitta mi indica un altro cartello. Apparentemente è uguale a quelli dell'ingresso, ma, sorpresa! E' stato aggiunto un ultimo punto che in tono perentorio impone di presentarsi allo sportello con la fotocopia del documento di riconoscimento! E' proprio vero – penso – che l'uomo la vince sempre sulla macchina: questa integrazione estemporanea è stata vergata a mano, anche se con zampa di gallina.

Vado a fare la fotocopia! – annuncio risoluto come un vero condottiero e prima ancora di ritirare la carta d'identità di Ale, molte mani supplichevoli mi protendono documenti, monete e banconote. Pur essendo in una metropoli, e di sabato, scopro una cartoleria ben attrezzata senza dover tornare in periferia. Al rientro mi sembra di essere in un triste film sui profughi, con quelle mani che cercano di afferrare il loro appiglio vitale a qualunque costo. Si potrebbe aprire un servizio a pagamento.

Torno ad aspettare nell'ingresso e mi sorprende la vecchia abitudine che ci aveva dato la prof delle Medie durante le discussioni critiche sui casi della vita: quella di domandare a noi stessi come ci comportiamo nelle situazioni analoghe a quelle in cui ci lamentiamo degli altri. Ripercorro allora nella mente il mio ambiente di lavoro e lo trovo sinceramente migliore di questo. Ma forse la trave nell'occhio m'impedisce di vedere bene... Sarà bene controllare con cura.

Una cosa comunque mi appare evidente ancora una volta: che un po' di cura nelle nostre attività quotidiane risparmia a tutti una quantità di noie e rende più semplice la vita.

Pierluigi Voi.

P.S.: il sito della Polizia di Stato http://www.poliziadistato.it/pds/index.html è bello e ben organizzato. Fra le cose da allegare alla domanda per il rilascio del passaporto c'è il documento di riconoscimento, ma non la sua fotocopia.

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27.5.07

Impariamo dai giovani!

Il sito della Palestra pubblica due tesi di laurea molto interessanti, di due ragazzi trentini.

I disturbi della lettura e della scrittura in età scolare, di Anna Romeri, laurea in scienze e tecniche di psicologia cognitiva applicata, sui processi di rendimento scolastico e i possibili fattori di rischio nell'apprendimento della lettura e della scrittura.
Lo studio evidenzia, da un lato, l’importanza del monitoraggio costante delle classi, che permette un intervento precoce a sostegno dei bambini con deficit nello sviluppo delle abilità di lettura e scrittura; dall’altro lato, l’importanza del metodo d’insegnamento, poiché è fondamentale che le insegnanti abbiano tempi adeguati al reale livello di sviluppo del bambino e favoriscano, soprattutto in prima elementare, la maturazione dei prerequisiti e dell’apprendimento di strategia.
È uno studio importante, per noi che facciamo del leggere e dello scrivere una parte centrale della nostra vita.

Dario Fo, l'ultimo dei giullari, di Nicola Parzian, laurea in lettere moderne, sul lavoro di un autore-attore che ha creato un ponte tra il teatro popolare dei giullari medievali, con il loro importante ruolo culturale, di satira e di controinformazione, e il clima di contestazione sociale degli anni Sessanta-Settanta.
Due gli oggetti dello studio: "Mistero buffo", che sviluppa la ricerca sulle origini della cultura popolare, opponendola alla storiografia ufficiale di matrice aristocratico-borghese; e "Morte accidentale di un anarchico", spettacolo che ripercorre i fatti relativi alla misteriosa morte del ferroviere anarchico Pinelli.
Uno studio utile per chi si occupa di scrittura e, in generale, di comunicazione.

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lemmi, lemmi

“Quando un gruppo di adulti che lavorano in un’organizzazione sospende il proprio fare quotidiano e coglie l’opportunità di partecipare a un seppur breve processo di formazione, allora c’è la possibilità di pensare a sé, al proprio ruolo, al rapporto tra il mondo interno e il mondo esterno, tra il proprio presente e il futuro possibile.”

Sante parole!

Chi scrive è Massimo Bellotto - ordinario di psicologia del lavoro e delle organizzazioni dell’università degli studi di Verona - nell’introdurre il glossario della formazione della tribù professionale dei formatori.
Ridendo e scherzano con il “mestiere”, il glossario svela più di qualche crudità: realtà cruda, regale nudità.

Sotto una breve selezione categorizzata che anticipo con un assaggino, il Formatore: anticorpo immesso nell’organismo aziendale per renderlo immune da contagiosi processi di liberazione. Figura ambigua, in oscillazione tra il giullare di corte ed il consigliere del principe.

Il glossario sarà sul sito della Palestra della scrittura, previa autorizzazione della rivista FOR (AIF) che ospitò nel 2001 la terza stesura a cura di Massimo Bellotto (La prima stesura è del ’93, rivista nel ’95) e che portò i lemmi da 100 a 160. In 6 anni molte cose sono cambiate. Sono assenti lemmi come eLerning o Semplificazione e noi della Magia, lemmi lemmi, potremmo contribuire a questo gioco e coinvolgere AIF e il prof. Bellotto.

carmapa

P.S. A causa, o grazie, alla teoria dei campi - ma anche più semplicemente al principio dei vasi comunicanti - il glossario può essere trasportato sul terreno scolastico ed esteso agli studenti di ogni ordine e grado: per quello che oggi apprendono in aula e, dopo, per quando anche loro saranno della partita (vedi il lemma neo assunto).


ATTORI ENDOGENI

Committente: persona importante, che pertanto non può permettersi di commettere errori in proprio. Piuttosto li commissiona ad altri.

Utente: persona ingrata che pretenderebbe di sapere lei di cosa ha bisogno.

ATTORI END(O)GENI

Ingegnere: non è stato ancora accertato se ingegneri si nasce o si diventa (comunque si resta). Gli ingegneri parlano con i fisici, i fisici con i matematici, i matematici con Dio (del caso, con l’intermediazione degli avvocati, ndr).

Neo assunto: forma di vita subumana che – nonostante la vigilanza della direzione del personale – riesce talora ad infiltrarsi nelle organizzazioni, facendo lievitare i costi. Basta eliminare un senior manager per trasformare tali costi in benefici.

Vù furma: formatore di cultura mediterranea che cerca di inserirsi nella cultura europea.

CONCETTI

Complessità: attribuzione alla realtà esterna della confusione che è nella mente di chi usa il termine.

Vision: fantasia privata. Se espressa da un leader potente e megalomane viene ritenuta strategica. Se espressa da un impiegato, è sintomo di delirio di onnipotenza.

RISULTATI (last but not least)

Sapere: a differenza di Socrate, che sapeva di non sapere, il partecipante scopre che non sapeva di sapere.

Successo: fenomeno raro nella formazione, che avviene quando si è compreso che cosa, e perché, è successo.

Il solido legame

Sono da poco concluse le iniziative per ricordare Antonio Gramsci
a 70 anni dalla morte. Gramsci è uno dei più importanti intellettuali
italiani del Novecento, tradotto e studiato in tutto il mondo.

Tra i relatori degli appuntamenti gramsciani, Edoardo Sanguineti.
Saggista, critico, docente universitario, poeta.
Sanguineti, come Gramsci, sta dentro il linguaggio: lo osserva, lo smonta
ne mostra l’importanza,
per te che lo usi, e per gli altri.

Nel 2000 pubblica un volume dal titolo Il chierico organico.
Il primo saggio, che dà il titolo al libro, riprende il pensiero di Gramsci
e sviluppa il tema del carattere organico degli intellettuali:
essi, in ogni tempo e cultura, sono legati alla visione del mondo
di un determinato gruppo, e a loro volta elaborano e promuovono
tale visione, indipendentemente dal fatto che le loro intenzioni
siano consapevolmente queste.
Poi Sanguineti si rivolge alla letteratura italiana,
dai poeti della scuola siciliana a Boccaccio, da Ariosto a Foscolo,
da Leopardi al plurilinguismo novecentesco, e ribadisce il solido legame
tra le elaborazioni fittizie della letteratura
e il terreno concretamente reale
dei rapporti tra gli uomini.

A questo proposito, trascrivo di seguito una sua immagine
che mi piace e turba.
Perché le parole, una volta uscite,
infide, distratte, speranzose, ci regalano a chi le raccoglie.

“In Tempi moderni di Chaplin, accade che Charlot raccolga per caso,
per strada, uno straccio rosso di segnalazione, che è caduto in terra
ad un autocarro che stava passando per la via. Con candido zelo,
egli insegue l'autocarro, agitando freneticamente quello straccio,
per riportarlo a chi lo ha smarrito. Ma da una traversa laterale,
senza che egli se ne accorga, spunta un corteo di manifestanti,
e Charlot si ritrova così alla testa di una massa di sovversivi,
e il suo straccio funziona come una bandiera.
E Charlot sarà infine catastroficamente implicato nella repressione della polizia.

Ai miei occhi, questa sequenza può essere interpretata
come una mirabile allegoria del felice destino di un poeta.
Egli agita uno straccio di parole, ignaro e cortese, non importa,
ma si trova poi alle spalle, a seguirlo, e a trasformare in azione
il senso delle sue povere operazioni verbali, e a caricarlo di un valore collettivo,
una turba di sconosciuti, che vogliono, come si dice da tanto,
e come si sogna forse da sempre,
modificare il mondo, e cambiare la vita”.

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24.5.07

Ancora sulla ma(i)leducazione

Il sito "Think before you SEND" (pensa, prima di inviare!) raccoglie storie - vere - di usi impropri e talvolta nefasti della posta elettronica. Certamente dovuti a fretta, inesperienza, scarsa conoscenza, ma spesso legati anche a un approccio troppo disinvolto con lo strumento. Si parla di gaffe, talvolta innocue, talvolta critiche, come quando generano "outing" involontari, o perfino licenziamenti.

Adesso il curatore del sito David Shipley, giornalista del New York Times, ha pubblicato - assieme a Will Scwhalbe, editore della Hyperion Books - il volume "Send: The Essential Guide to Email for Office and Home", che approfondisce molti degli spunti presenti nel sito, che era stato progettato proprio per raccogliere il materiale di studio per il libro.

"Repubblica.it" lo ha intervistato. Le sue risposte evidenziano l'estrema serietà del problema. E che, almeno quando scriviamo un messaggio di posta elettronica, è più opportuno affidarsi alla precisione del "Metamodello" che alla vaghezza del "Milton Model".

Donne in Via(re)ggio

1001 donne candidate
per il Premio DonnaèWeb 2007.

Il concorso è rivolto a progetti web ideati
e realizzati con prevalente contributo femminile.
Il tema dell’anno, in parallelo a quanto deciso dalla Commissione europea,
è quello delle “pari opportunità per tutti”.

Tappe e nomi qui,
in cammino verso la premiazione, sabato 26 maggio, a Viareggio.

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23.5.07

Un galateo per l'instant messaging

Immediatezza, ma non a qualunque costo. Pregi, difetti, controindicazioni delle chiacchiere always on. E qualche regola di buon senso, come "andare subito al punto" e "non cercare di avere sempre l'ultima parola".

Ecco i consigli di Alberto Mari su Apogeonline.

22.5.07

Segretaria di direzione? Scrittura, sì grazie! :-)

Dopo vent’anni di libero professionismo nel campo della traduzione e della localizzazione, ho dovuto inventarmi una nuova professione.
Quella di segretaria “semplice” prima e ora di direzione.
Pensavo di non utilizzare tutte le mie competenze, che sarebbero in qualche modo andate perdute.
E invece mi ritrovo a dover applicare gli insegnamenti dei miei maestri, proprio nel settore della scrittura professionale.
Cosa vuol dire rispondere a un’email nel modo giusto?
O invece invitare a un evento, sempre via email?
Avrei potuto farlo se non mi fossi confrontata con delle regole, delle convenzioni, degli studi appositi?
Certo, ma lo avrei fatto male. Esattamente, come quando riceviamo un’email e ci domandiamo se l’estensore della stessa fosse in sé o semplicemente perché non l’abbia riletta.
Mi sono accorta con il tempo che la scrittura e la mia facilità a maneggiarla sono diventati un plus a cui il mio capo non rinuncia tanto facilmente.
In effetti, tante sono le volte in cui siedo nel suo studio, lui si racconta o mi racconta, e poi sono io nella mia solitudine a scrivere, a interpretare i suoi pensieri, a mettere in parole anche le sfumature della sua voce.
È nata una perfetta sincronia che fa sì che abbiamo realizzato, solo per fare un esempio, un’intervista a quattro mani.
La giornalista avrebbe voluto fargli le domande al telefono. Io mi sono rifiutata!
E l’intervista l’ho fatta io, con il registratore, l’ho sbobinata e l’abbiamo modificata insieme quattro volte.
Fino a raggiungere il risultato che ci eravamo prefissi: promuovere la nostra attività senza stare sopra le righe, con un basso profilo che è poi quello dell’eleganza e della essenzialità che ci sono proprie.

Mariella Minna

21.5.07

Scienza e società: un problema di comunicabilità

Potrebbe sembrare inutile sottolineare l'importanza della comunicazione della scienza nella società moderna. E' anche vero però, e questa è solo apparentemente un'osservazione banale, che sono poche le persone pienamente consapevoli di vivere in un mondo dominato dagli sviluppi scientifici e dal progresso tecnologico e, soprattutto, capaci di comprendere appieno questi sviluppi.

Il principale problema da affrontare per comunicare la scienza, ma è chiaramente legato a tutti i tipi di comunicazione, è quello del linguaggio. In estrema sintesi, per il comunicatore si pone il problema di far corrispondere a concetti espressi in un linguaggio scientifico, fortemente convenzionale e perciò specialistico, concetti espressi nel linguaggio ordinario.

Quest'ultimo infatti, a differenza di quello scientifico, in cui ogni termine ha un significato ben precisato e risulta perciò utilizzabile solo in determinati contesti, contiene termini che presentano due tipi di inconvenienti: o designano più cose diverse, anche se ben definite (ad esempio la parola "ospite", che in italiano ha addirittura due significati opposti), o designano concetti nebulosi, assai mal definiti, spesso nemmeno suscettibili di una esatta definizione (si pensi, per esempio, a parole come "tempo", "paura", "diritto" e così via).

Colui che deve comunicare la scienza si trova perciò nella posizione tipica di un interprete, il quale traduce da una lingua complessa (e incomprensibile ai più) ad una lingua più accessibile. Risulta perciò fondamentale che questo interprete conosca sia l'una che l'altra, pena la perdita completa del contenuto del messaggio scientifico o una sua mistificazione.

Il rigore e la precisione del linguaggio scientifico dovrebbero essere mantenuti il più possibile presenti nella trascrizione a linguaggio ordinario, al fine di ottenere la richiesta correttezza dei contenuti del messaggio. Quando questo non è possibile allora si fa uso di analogie, metafore, paragoni e altre figure retoriche, tutti strumenti che, se usati saggiamente, possono comunque aiutare a comprendere il reale significato del messaggio stesso.

Solo a questo costo è possibile svolgere vera divulgazione scientifica.

***
PS Una buona lettura preliminare sull'argomento (rivolta in particolare alla divulgazione della fisica) è il breve saggio "Le parole e le cose: osservazioni sul rapporto tra linguaggio scientifico e lingua ordinaria" di Carlo Tarsitani, dell'Università "La Sapienza" di Roma.

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19.5.07

Il danno epatico è un evento avverso per i fans

E io che ho già i biglietti per il concerto di Vasco!
Ma i divi del rock, i loro concerti e i fan che per ore negli stadi cantano, saltano e sudano questa volta non c’entrano.

I FANS sono i farmaci antinfiammatori non steroidei come il nimesulide, di cui in questi giorni si sente tanto discutere, dopo che l’Agenzia Irlandese del Farmaco ne ha chiesto il ritiro dal mercato per 6 casi di danni al fegato, registrati fra il 1999 e il 2002 in altrettanti pazienti.

Il linguaggio medico e quello farmaceutico non brillano certo per chiarezza e semplicità, sentite qui: Usare con cautela nei soggetti con carenza di glucosio-6fosfato idrogenasi. Dosi elevate o prolungate del prodotto possono provocare un’epatopatia ad alto rischio. Queste sono le avvertenze del paracetamolo, un comunissimo farmaco da banco che si può acquistare senza ricetta medica.

Chi è il destinatario di quel messaggio? Chi è in grado di capirlo? Cosa penserà chi deve usarlo: mi tengo il mal di testa o mi spappolo il fegato? E poi, chi deve prendere un farmaco ha già un malessere da curare. In qualche caso una malattia. Perché aggiungere ansia e frustrazione?

Non sorprende che a volte i pazienti sviluppino una certa sfiducia nei confronti dei medici. Non per cattiveria o per cattiva volontà. Per cattiva comunicazione, piuttosto!
Anche in Italia negli ultimi anni sono enormemente aumentate le denunce e le richieste di risarcimento nei confronti dei medici. Uno studio dell’ANIA, l’associazione nazionale delle imprese assicuratrici, attesta intorno al 150% l’aumento di esposti per responsabilità professionale dal 1994 al 2002. Lo stesso studio individua come principale causa di questo incremento non tanto l’errore della diagnosi, quanto piuttosto una comunicazione medico-paziente inefficace.
Con quanta cura il medico spiega rischi e benefici di una terapia? Quanto si rende comprensibile dai suoi pazienti?

La fiducia, fattore determinante nel processo di cura e guarigione, si comincia a costruire da lì: dalla condivisione dello stesso registro linguistico. Ogni relazione, del resto, si fonda sulla comunicazione, contenuto e forma. Se la lingua del medico non è quella del paziente, per bendisposto che sia, il medico alle sue orecchie apparirà sempre come uno straniero.

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18.5.07

love at first sight

Si può vederlo, vederlo e già amarlo per quei pochi caratteruzzi vergati
su bianco, e per il rimestio imprevisto, che mica è fagioli e cotiche,
ma per le parole, uuuh, le parole che ti agglomerano attorno a una riga,
tu, con le tue bili e molecole, e ti ritrovi i peli, quelli,
ritti in sinfonia, e mentre dentro ti dici «dai…»,
e fuori n-o-n-s-i-s-c-o-l-l-a-!
non si scolla lo sguardo dalle monocrome capriole,
si può - dicevo- amare alla prima sillaba?

Si può.
E qui te lo dimostrano.

.

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17.5.07

Mon semblable, mon frère

“Fu mai soldato Aristotele? Senza troppo rossore confessai
di non saperlo quando mi accadde di leggere Soldier Aristotle
played the taws (il soldato Aristotele giocava alle piastrelle),
verso che appare in una delle più famose poesie di W.B. Yeats:
Among school children (Tra le scolare). In questa forma
il verso si lesse in molte edizioni e ristampe, e non mi risulta
che destasse obiezioni. Forse neppure l’autore vi fece caso. Solo
più tardi l’errore di stampa fu rimosso e poté leggersi Solider
Aristotle
, il più solido Aristotele, e fu chiara la contrapposizione
al verso precedente che dice: «Per Platone natura era una
spuma – sul paradigma astratto delle cose».
Mi sembra certo che la correzione abbia giovato alla migliore
intelligenza del testo. Ma forse non sempre è così.
A volte l’errore è mentale, appartiene al lettore, il quale poi,
informato della coquille, resta deluso e continua a pensare al testo
nella forma sbagliata. Un poeta di mia conoscenza scrisse:
«Esiti a sommo del tremulo asse» (si trattava di una tuffatrice ritta
sul trampolino) e il compositore scrisse: Esisti a sommo eccetera.
Molti lettori preferirono la forma errata
giudicandola più… esistenziale.”

È da un cartoncino verde, la ventiduesima di Trentadue variazioni
di E. Montale, uscite sul «Corriere della Sera» dal 1968 al 1971,
che traggo queste considerazioni.

C’è qualcosa da aggiungere?

.

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Le parole in cucina (ovvero, come stuzzicare le papille gustative solo leggendo il menu)

È facile, con la magia delle parole.

Le verdure diventano Bouquet di ortaggi, il dolce I biscotti della credenza; gli antipasti si dividono in Angolo del fritto e Gran buffet: il primo un po' più leggero, lì in un angolino appartato, l’altro che solo a pronunciarlo riempie già la pancia…

Altre metamorfosi linguistico-culinarie in questo post (assai succulento!) firmato da MLuisaC.

15.5.07

Il blog del coaching

Online da pochi giorni, “Il blog del coaching” è un progetto di Marina Fabiano, esperta di coaching e di comunicazione relazionale.

È solo all’inizio, ma spero ci regalerà presto stimoli, approfondimenti e tanti strumenti utili.

Teniamolo d’occhio ;-)

14.5.07

Facciamo un incantesimo?

La magia degli eventi
Le tecniche, gli strumenti e i segreti per la gestione professionale delle manifestazioni.

E' il nuovo libro di Roberta Cocco, direttore della divisione marketing communication di Microsoft Italia.
E anche la sua grande passione.

La presentazione è il 15 maggio alle 18.30 al nuovo Mondadori Multicenter di piazza Duomo a Milano.

Per chi come me parla per immagini e gesticola, si trova guardando il Duomo a destra, dove prima c'era Virgin.

Ci troviamo lì?

Mannaggia l'alfabeto!

Credevo di essere stato originale, con questa storia dell'alfabeto.
Il libro La magia della scrittura è organizzato su un alfabeto, poi l'alfabeto del business writer, e poi chissà quante altre volte l'ho usato in aula: l'alfabeto del burocratese, dell'informatichese, del banchese, dell'assicurese...

Oggi scopro un altro alfabeto della scrittura efficace, e mi viene un po' da irrigidirmi.

Ma subito vedo che è del mio maestro e amico Enrico Cogno, e allora lo richiamo qui.

Ciao Enrico!
;-)

Family day e slogan al veleno

L’istinto era di scriverlo ieri, questo post, sull’onda emotiva del Family day, la festa radiosa che ha unito le famiglie italiane in una giornata di amore e tenerezza, proprio alla vigilia della festa della mamma.

Un’onda più che emotiva, per la verità: un’onda di balle girate. Questo l’effetto che mi ha fatto vedere un milione di persone (milione e mezzo per il giulivo Pezzotta, 240mila per la questura di Roma) sotto l’afa di piazza San Giovanni, e gioiose cantare i piccioni del Povia insieme ai salmi ciellini, focolarini e neocatecumenali.

Accelerava, l'onda, nel leggere cartelli tipo: Dico no, RiDicoli, Uomo e donna Dio li creò, L’uomo non separi ciò che Dio ha unito, Menù del giorno: Pollastrini allo spiedo, Cristo nasce in una famiglia, Prodi dov’è il bonus bebè?, Prodi ammazzafamiglie, No family gay, Se la Bindi è cattolica Dio non esiste, Bindi vergogna, Oggi Bindi domani Zapatero, Laicisti talebani (con foto di Pecoraro, Diliberto, Bosella, Pannella e Grillini)...

Ma dico io (ops!), è possibile? è il 2007! ancora qui a combattere la crociata della famiglia! il cuore guelfo pulsa ancora tanto vigoroso! galvanizzato dalle scomuniche e dagli anatemi carioca! e ricompattato dalla contrapposizione dei quattro gatti di “Coraggio laico”, con quel loro unico striscione “Benedetto XVI... secolo”, o dalla vignetta di Vauro che ha tanto irritato il Cavaliere.

Vabbè, fortuna che mi sono ricordato di ciò che insegnano nei corsi di scrittura: lasciar decantare il testo, prima di inviarlo a destinazione, specie se c’è l’onda emotiva. Così mi sono calmato.
Lo suggerirò a Eugenio Scalfari, che nell’editoriale di ieri su Repubblica, mi pare, il giramento di balle non l’ha tanto controllato.

12.5.07

Storie di gatti (o Gatto-marketing?)

"Miao a tutti, mi chiamo Ben. Ho sei mesi, sono giovane ma sfortunato. Ne ho già passate di cotte e di crude. Il mio padrone non mi voleva veramente bene, non so neanch’io perché mi teneva con sé. Era sempre nervoso e spesso mi prendeva a calci. Quando aveva ospiti pensava che fossi d’impiccio e mi cacciava fuori dalla porta di casa. In una di queste occasioni, mentre vagabondavo per strada, una moto mi ha investito e per poco non ci ho rimesso la pelle. Mi hanno soccorso, mi hanno portato qui, mi hanno curato e adesso sto bene ma ho una brutta cicatrice sul collo che spero verrà presto nascosta dal mio bellissimo pelo. Il mio padrone non ne vuol più sapere di me. Mi volete adottare? Prometto un sacco di fusa".

"Io sono Ciclamina, ho otto anni e sono molto triste perché da oltre cinque mesi vivo in una casa deserta. Una vecchina passa una volta al giorno a portarmi la pappa e acqua fresca. Dormo acciambellata sulla sedia che vedete in fotografia, dove la mia “mamma” mi teneva sulle ginocchia e mi accarezzava per ore. La mia “mamma” si è sentita male, è stata portata in ospedale e non è più tornata. Mi voleva molto bene e mi manca, ma non posso vivere di ricordi. Cerco qualcuno che mi faccia tante coccole e mi faccia tornare la voglia di giocare. Aspetto qui".

"Ho sei mesi e vengo da un paese lontano.Vivevo insieme ai miei fratellini presso una famiglia che aveva un bambino che giocava con noi e ci faceva un sacco di dispetti. Ero felice. Ma un giorno mi hanno detto che ero di troppo, che cinque gatti in una casa sono difficili da tenere, che io e i miei fratellini facevamo troppo casino. Così, senza neanche lasciarmi dire “miao” mi hanno infilato in una gabbietta, mi hanno caricato in macchina e ho fatto un lungo viaggio, fin qui. Mi hanno detto che qui tutti i mici abbandonati trovano una famiglia. E’ vero? Non ho neanche un nome: me ne volete dare uno voi? ".

"Il mio nome è Giotto. Non potrò più saltare sui tetti e acchiappare uccellini, mi manca una zampina. Me l’ha schiacciata una macchina e non si è potuto far nulla per salvarla. Ma sto guarendo perfettamente e vedrete che presto di balzi ne farò ancora. Solo che adesso il mio ex-padrone non mi vuole più. Non gli piaccio più. A me non importa di saltare in alto, se trovo qualcuno che mi gratta la testa e mi liscia il pelo mentre sto sul tappeto. Vorrei tanto un padroncino così".

Son storie di gatti.
Storie scritte da due veterinarie dello studio davanti a cui passo tutti i giorni per andare al parco col marmocchio. E tutti i giorni è d’obbligo la fermata col passeggino alla “vetrina delle adozioni” per leggere i racconti dei nuovi mici sui cartoncini appesi alle gabbie (monolocali 40x80 cm in attesa di trovare una vera casa).

La trovo un’idea simpatica e geniale. Non basta un anonimo e squallido “Regalasi” scritto sul vetro per convincerti a prenderti cura di uno dei malcapitati animaletti, anche se fanno una grande tenerezza. La storia che li accompagna li rende più familiari, ispira compassione e affetto, li “umanizza”, un po' come nelle fiabe dove i protagonisti sono animali, e alla fine te li prenderesti tutti quanti!

Grazie anche ai racconti, la vetrina delle adozioni ha sempre il suo pubblico di adulti e bambini (sebbene non si trovi in una zona di gran traffico) e i gatti soli trovano velocemente una sistemazione: brave le veterinarie, di cui non faccio il nome solo perché non lo conosco.

11.5.07

Nei panni degli altri > esercizi di stile


Riparliamo qui degli Esercizi di stile, il libro di Raymond Queneau, genio multiforme difficile da definire con un sola parola (poeta, narratore, storico, matematico, linguista... se conosci il francese trovi tutto su di lui qui, altrimenti nel web c’è una valanga di citazioni).

Queneau prende un testo semplicissimo - il racconto di un banale litigio su un autobus - e lo riscrive in 99 stili diversi. Tra i più gustosi: burocratico, sorprese, litoti, auditivo, sonetto, ampolloso, filosofico, retrogrado, lipogramma, volgare...
È una lettura fondamentale per ogni business writer, cui è richiesto oggi di padroneggiare una molteplicità di stili e di applicazioni dello scrivere: dal one-to-one (e-mail) al one-to-many (siti web, intranet, newsletter), al many-to-many (chat, mailing list, forum, newsgroup, blog); dal flusso verticale (autore-lettore) a quello orizzontale (tanti scrittori - tanti lettori); dall’obiettivo informativo a quello negoziale, a quello commerciale.

Esercizio usatissimo, e da molti anni, in diverse scuole di scrittura, sia creativa sia professionale (lo usava addirittura la mia prof. di italiano, 30 anni fa! un saluto, prof. Corti!). Uno dei casi più divertenti è quello realizzato da Gianni Ventola nel laboratorio di scrittura dell'università di Torino. Io stesso ho raccontato più volte l’esito di alcuni esercizi svolti in aula.
Eppure non smette mai di stupirmi, per la sua capacità di tirar fuori la fantasia anche da persone che si dichiarano poco creative, o inaridite della ripetitività del loro lavoro.

Nel file allegato a questo post trovi il frutto di un esercizio svolto qualche giorno fa in un corso alla Provincia di Milano: il testo originale, e le varianti stilistiche scritte da alcuni partecipanti.

Un consiglio, se vuoi fare un po’ di palestra: prendi un articolo qualsiasi dal quotidiano (vanno benissimo quelli gratuiti, Leggo, Metro, City..., che hanno testi brevi e poco articolati), e comincia a riscriverlo negli stili che ti vengono in mente: aggressivo, autoritario, caldo, freddo, colloquiale, comprensivo, consolatorio, didascalico, diretto, formale, passionale, professionale, risentito, romantico, sarcastico... Puoi anche pensare a come lo scriverebbe un personaggio storico: Pericle, Carlo Magno, Napoleone, Hitler...; o un politico: Prodi, Berlusconi, Bush, Putin... un giornalista, o un calciatore, uno showman...
Potrai sorprenderti dei risultati: fantasia, sensibilità e repertorio linguistico, ossia gli ingredienti della ricchezza stilistica, e soprattutto capacità di immedesimarsi nei tuoi interlocutori, nel loro stile, nel loro modo di pensare e (ohhh, forse esagero?) di vivere.

Alessandro

P.S.: Se poi vuoi sorprendere anche noi, nella finestra dei commenti scrivi il testo originale e le tue rielaborazioni, o se preferisci mandamele via mail, alessandro.lucchini@palestradellascrittura.it: se il tuo risulterà l’esercizio più creativo, riceverai un regalo :-)

/segretaria.doc

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scrittura e confine: ieri come oggi?

Torino, maggio 2005

A meno di una settimana dall'uscita in libreria, abbiamo presentato la Magia della Scrittura, e questo blog, al Salone del libro di Torino.

Ricordate?

9 maggio, ore 15.30: sala piena, pubblico soddisfatto.
Un successone. Per più di un’ora, Alessandro, Stefania, Paolo, Luisa e Claudio hanno sedotto la platea parlando del nostro libro. Tanti gli stimoli: gestire il panico del foglio bianco allenando corpo e mente, valorizzare la scrittura nella comunicazione al cittadino, vivere il marketing come “story-writing”, approfondire il binomio parola-scrittura.
(scritto da silviaeffe - magie passate
)

Abbiamo parlato di scrittura.
Della scrittura che unisce e che avvicina.
Della scrittura che favorisce il confronto con noi stessi e con gli altri.
Della scrittura che è apertura e scambio.
Della scrittura, per creare una comunità e fare rete.

In modo forse non del tutto consapevole, abbiamo parlato di scrittura come "confine".

E proprio "il confine" è quest'anno il tema conduttore della Fiera del Libro (Torino, 10-14 maggio).
Il confine è ciò che segna un limite, e dunque separa, ma insieme unisce, mette in relazione.
È il limite che bisogna darsi per cercare di superarlo.
È una linea mobile che esige una continua ridefinizione.
Il confine mette in gioco un’idea di polarità, di opposizioni chiamate a misurarsi, a rispettarsi e a dialogare.

Il confine, così come la scrittura, crea magia.
È energia da mettere in circolo.
Perchè l'incantesimo non svanisca!

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8.5.07

La Rete dei Segni

Sabato 12 maggio, dalle 10 alle 18, presso il Circolo dei Lettori di Torino, appuntamento con “La Rete dei Segni”, primo barcamp letterario (ovvero, litcamp) dedicato a come cambiano scrittura ed editoria nell’era di internet.

La partecipazione è come la scrittura: libera, possibile, e aperta a tutti, anche perché con la Rete siamo tutti scrittori, tutti lettori, tutti editori, tutti giornalisti.

>>> La Rete dei Segni

Il meraviglioso rovescio della medaglia

“Combattimento, scontro, per estens., guerra : conflitto a fuoco; i due conflitti mondiali”

È questa la prima definizione della parola conflitto del Dizionario Garzanti.
Continuando la lettura, col numerino in grassetto: “2 (fig.) urto, contrasto, lotta: conflitto sociale, di idee, di interessi, di sentimenti | conflitto psichico, contrasto tra gli impulsi dell'inconscio e la sfera della coscienza, oppure tra due istinti o desideri incompatibili”.

Si, idee, sentimenti, istinti che divergono.
Quante volte ti è capitato di non essere stato compreso?
Nelle parole, nel giusto tempo. Kairos.

La voglia di raccontare te stesso in quella interpretazione errata, di chiarire con un: “io non sono così”, di commentare la correttezza dell’essere agli occhi di chi è in contrasto con i tuoi impulsi. Urlare. Scrivere parole forti.
Eccolo. Il passaggio dai contenuti: confronto, alla relazione:conflitto.
Quando avviene l’escalation è difficile sintonizzarsi sulle frequenze dell’altro, è complicato fermarsi, spiegarsi, redimersi.
La tua mano scorre veloce sulla tastiera, vorresti che quella mail, le parole, fossero voce, la tua, che arrivasse presto, subito, adesso.
Attendi con ansia la risposta di colui che ti ha giudicato.

Quando termina, il conflitto, perché qualcuno ha deciso di deporre le armi, rifletti.
Rileggi le sue parole, le tue. Pensi a ciò che avresti potuto dire, meglio.
Ti accorgi che quell’episodio ha mostrato una nuova parte di te, forse errata, ma che qualcuno ha visto.
E se poi decidi di non rimanere a guardare, quelle stesse parole usate come dure lance possono diventare lo strumento più magico che c’è.
Non è tutto sbagliato.

Ti rendi conto dell’opportunità di riformulare, ricominciare...non da zero ma dall'apprendimento ottenuto grazie al conflitto.
Hai capito!
Ti accorgi degli insegnamenti stimolati: su di te, sugli altri e sul mondo.
Tutto si è azzerato, hai “ucciso” per far “rinascere” .

Ecco la magia delle parole.

Il meraviglioso “rovescio della medaglia”.

STEFANIA M.

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7.5.07

L’eccellenza dell’attenzione

San Gimignano, la città delle torri, ha un centro storico unico al mondo, ed è riconosciuta dall’Unesco patrimonio dell’umanità.

Ogni anno è meta di tre milioni di viaggiatori e, anche grazie al turismo, le sue tradizionali attività agricole hanno conosciuto nuovo sviluppo e recupero.
Neanche mille abitanti nel centro storico, circa settemila nell’intero comune, lo scorso anno iniziano a confrontarsi sulla qualità della vita
e la crescita economica e sociale.

Nel 2006 nasce, infatti, il Laboratorio di eccellenza,
progetto ideato dall’amministrazione comunale per favorire
la partecipazione attiva di cittadini e imprese alle politiche di sviluppo
della città.

Ci sono incontri tematici per aprire domande e riflessioni.
Ci sono esplorazioni per creare contatti con gruppi sociali sensibili,
focus group con dipendenti comunali e laboratori con scuole elementari,
medie e superiori.
Ci sono incontri pubblici, aperti a tutti i cittadini,
su sicurezza alimentare e agricoltura,
turismo e lavoro, città e sviluppo sostenibile.
Il laboratorio di eccellenza prosegue nel 2007.
Un obiettivo è quello di produrre una carta dei valori,
un documento condiviso per valorizzare la qualità della vita.
Pensando ai cittadini di oggi, ma anche a quelli di domani.

E di questa partecipata consapevolezza
condivisione e comunicazione
a San Gimignano si accorgono tutti.

Se ne accorge anche
il viaggiatore distratto,
quando sui muri incontra alcune tavole con domande semplici,
ma essenziali,
le stesse oggetto di incontri e laboratori:
“mi mangeresti ad occhi chiusi?”, “ma tu mi ami?”, “posso vivere senza di te?”, “ci conosciamo?”,
“sei un tesoro?”, “come sarai domani?”.

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4.5.07

Le scritture della parte destra del cervello

L’ultimo aggiornamento del Mestiere di scrivere di Luisa Carrada parla di fiabe, sogni, metafore e yoga. Tutte cose che aiutano ad approfondire e a migliorare il nostro rapporto con la scrittura. Anche nel lavoro.

Ci sono le esperienze dell’arteterapeuta Piera Giacconi, che ha portato le fiabe in azienda, e tre nuovi quaderni: da come scrivere metafore che rafforzino ruoli e risorse dell’organizzazione, all’energia che - anche in ufficio - possono dare i sogni, al rapporto magico tra yoga e scrittura.

3.5.07

Verba volant

C'è chi si sveglia con la radio, chi con le news dell'ultim'ora. Io amo iniziare la mia giornata con i modi di dire, i tic linguistici e le mode lessicali di "Verba volant" (Rai tre, alle 9).

Firmato da Peter Freeman e da Alessandro Robecchi, il programma è alla sua terza edizione e ha fin qui esplorato quasi 200 parole della lingua italiana, di quelle che usiamo, storpiamo, maneggiamo tutti per dare un nome alle cose della vita di ogni giorno.
Un vocabolario casuale, una mappa per orientarsi tra definizioni, modi di dire e luoghi comuni, e per divertirsi con l’alchimia delle parole.
Un collage, un montaggio veloce, un piccolo compendio illustrato. Una terapia miracolosa per chi ancora si ostina a dire “attimino”…

2.5.07

Laboratorio Eco-creativity: creatività per il business post-petrolio

Milano, giovedì 31 maggio 2007
Spazio Sirin - Via Vela 15
ore 10.00 - 17.00

Picco del petrolio, cambiamenti climatici, esaurimento delle risorse idriche...
Rivoluzione industriale verde. E creatività.

Come affrontare l'incertezza e cogliere con fiducia e positività i cambiamenti ormai evidenti che riguardano ogni attività e ogni settore?
Cosa c'entra la creatività con l'ecologia?
E ancora: se il nuovo vantaggio competitivo si gioca sull'ambiente, con quale atteggiamento e con quali strumenti possiamo affrontare la conversione ecologica di mercati, prodotti e servizi?

Questo primo laboratorio di Managerzen si offre come momento di confronto, per riflettere e raccogliere stimoli, idee e strumenti per operare in modo nuovo.
Per usare il pensiero creativo in modo pratico e utile.
Per ripensare in modo sostenibile prodotti, processi e servizi.

Un laboratorio pratico, per sperimentare l'approccio creativo e ipotizzare scenari futuri...
Senza petrolio.


Programma

Per informazioni e iscrizioni: segreteria@managerzen.it

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