28.2.07

Oggi a scuola: domani è un altro giorno?

Oggi sono andato a fare una chiacchierata sulla comunicazione nel liceo delle mie figlie. C’era l’autogestione, e mi hanno invitato.

Ragazze e ragazzi di varie età hanno interagito un paio d’ore sulle abilità fondamentali dell’efficacia comunicativa: la semplicità, la sintesi, la struttura del messaggio, lo stile, la seduzione e la simpatia, la stravaganza. Abbiamo poi discusso di metafore, di prosopopee e di altre figure retoriche che spesso incontrano nella poesia, rivisitandole in chiave un po’ più cialtrona, negli usi quotidiani della pubblicità, del giornalismo, del linguaggio politico.

Alla fine è arrivato anche un professore, insegnante di lettere, e con la curiosità dell’intelligenza si è divertito a sentir citare Cicerone come gran maestro nell’arte del questioning, o Dante come esperto di sistemi rappresentazionali, o l’incipit del Vangelo come manifesto di semiotica.

Sì, lo sappiamo, la scuola italiana è ancora piena di tromboni, parrucconi e tipi da museo delle cere. E quel professore dell’attimo fuggente, quello che ti fa salire sui banchi urlando “mio capitano”, forse è solo un bel soggetto da film. Però mi pare che alcune cose stiano cambiando davvero, anche nella scuola. E nella direzione giusta.

A volte mi viene ancora da pensare - sarà che laggiù hanno appena votato la fiducia - che domani è un altro giorno.

Il Decalogo Diabolico e la Regola P.O.R.C.O.

Beppe Severgnini torna oggi a parlare di lingua e di scrittura su Corriere.it. E lo fa rispondendo a uno studente alle prese con il famigerato tema d’italiano.
Ecco i suoi consigli.

1. Siate complessi, criptici, usate dieci parole quando due bastano
2. Considerate la punteggiatura una forma di acne: se non c'è, meglio
3. Non perdete tempo a leggere. Pensate a scrivere e a pubblicare
4. Fate sentire in inferiorità il lettore: bombardatelo di citazioni
5. Costringetelo all'apnea o alla rilettura
6. Usate molti termini stranieri ed espressioni di moda («nel senso che», «quant'altro» etc)
7. Dimenticate il soggetto, o cambiatelo senza avvertire
8. Non scrivete «Arrabbiata, andò a trovarlo per guardarlo in faccia», ma «Adirata, ella si recò da lui per scrutarlo in volto»
9. Usate espressioni come in riferimento alla Sua del..., il latore delle presente, in attesa di favorevole riscontro...
10. Siate noiosi.

Questo è il Decalogo Diabolico: ignora queste regole, Massimo, e sei già sulla buona strada. […]

Una buona norma per scrivere temi efficaci è: leggere molto (i giornali, per cominciare). Quando ti metti a scrivere, poi, segui la Regola per P.O.R.C.O.

Pensa (decidi cosa vuoi dire)
Organizza (piccolo schema a punti)
Rigurgita (butta fuori, in brutta, senza pensarci troppo)
Correggi (con calma; col computer è più facile, ovviamente)
Ometti (qualsiasi testo, se nella versione finale si riduce del 20%, guadagna)

26.2.07

È l'imbarbarimento del linguaggio politico

"Onde ite?" domanda uno.
"Sanza meta - è la risposta - e voi altri?"
"Puro noi sanza meta, ma da altra via" conclude il dialogo.

È l'armata Brancaleone. Con i suoi personaggi: il Vecchietto, il Predicatore pazzo, il Ladro...

È il medioevo che riemerge nella scena politica di oggi. Con il Guerriero, il Viandante, l’Orfano, l’Innocente, il Narciso, il Mercante...

È l'imbarbarimento del linguaggio politico:
"un saggio molto divertente se qua e là non ci facesse piangere".

"L'imbarbarimento del linguaggio politico"
L'attacco, l'insulto, la fiaba, il mascheramento, il mastellismo.
Le strategie di comunicazione delle forze politiche nell'era Berlusconi e in quella Prodi.


La casa editrice Ediesse e l'autore Giancarlo Fornari, presentano il libro

a Roma, il 27 febbraio 2007 alle ore 17.30
presso il Centro Congressi Frentani - Sala Accademia
Via dei Frentani 4A

Umberto Santucci sarà relatore all'evento.
Ci parlerà del sacrificio rituale del capo come prevenzione all'abuso di potere, riproponendo così una nota citazione:
"Il potere logora chi non ce l'ha, ma corrompe chi ce l'ha".

Basta con i Guerrieri (e con Mercanti, Orfani, presunti Innocenti...)!

Avanti i Maghi, capaci di combattere senza odiare e di fare pace senza arrendersi.

Ediesse online
Il fantasma di Brancaleone, di Filippo Ceccarelli
(La Repubblica, 24 febbraio 2007)

25.2.07

"Oggi ciascuno di noi lavora un po' meglio rispetto al giorno prima"

Lo sostiene il mio amico Paolo Iabichino, in un breve e intenso articolo - intitolato proprio così - nel human network di Cisco.
(è il bel ragazzo che sorride nella quarta foto da sinistra, sotto la suora)

Beh, quando lo leggo mi convince, certo che sì.
(diavolo, fa il pubblicitario, se non sa convincere lui)
Poi ci rifletto, soprattutto in una domenica come questa, senza il becco di un'automobile, senza rumori, senza neanche voglia di accendere la tele, neanche per le notizie, che goduria 'sto silenzio.
E ripenso al valore del tempo e dello spazio.
Tranquilli, non è un nuovo trip filosofico: intendo tempo e spazio nel nostro lavoro, nella scrittura.
Penso al fatto di andare in biblioteca, sfogliare faldoni di quotidiani ingialliti, mendicare fotocopie, poi sottolinearle, poi, in autobus, rileggere il sottolineato, poi arricchire gli appunti, e poi tagliaspostacuci...

Ma va', dai, mica sono il brontosauro della parola scritta, lo so anch'io che il web è ormai la nostra vita.
Massì, mannaggia, Paolo, c'hai ragione tu, come sempre...
Eh, cavolo, anche se...

Boh. Voi che ne pensate?

21.2.07

scrivere web: webmania (e blogmania)

Un buon concorso per i giovani tra i 15 e i 25 anni, indetto da Grinzane Cavour e Repubblica.

L'iniziativa è coerente con gli obiettivi del Premio Grinzane Cavour, che da anni promuove progetti destinati a stimolare nei giovani il piacere e il valore della lettura, dell'informazione e della scrittura creativa.

Il tema del concorso:
"webmania/blogmania? Stiamo diventando web-addicted?
Siamo web-aholic (web-dipendenti)?
Quale influenza esercita Internet sulla nostra vita quotidiana, sui nostri sistemi di valori, sul nostro modo di concepire e affrontare il mondo?
Quali le nuove mode, le nuove manie, le nuove dipendenze?
E soprattutto, come vive la generazione Internet questa rivoluzione?"

20.2.07

Ma(i)leducato!

Eravamo già in tanti a pensarlo (verrebbe da dire a saperlo), ma adesso che c'è la conferma degli psicologi sociali siamo più confortati: scrivendo messaggi di e-mail, viene più facile essere maleducati e disinibiti. Il motivo: il "vantaggio" di non avere l'interlocutore davanti a noi.

Questo è quanto scrive Daniel Goleman - famoso da noi per il suo best-seller "Intelligenza emotiva" - sull'edizione on line del New York Times di oggi in un articolo intitolato "Flame First, Think Later: New Clues to E-Mail Misbehavior" (prontamente ripreso anche da Repubblica.it).

Gli elementi paraverbali e non verbali, purtroppo assenti nella comunicazione scritta (o comunque meno evidenti - spesso una faccina non basta a sdrammatizzare!), sono infatti per una parte del nostro cervello - la corteccia orbitofrontale - considerati "indicatori sociali": in altre parole, un gesto con le mani, una smorfia del viso o un cambio di tono della voce vengono interpretati per modulare continuamente la comunicazione.

Un perfetto "sistema a retroazione" (o feedback, per dirla all'americana) di cui la comunicazione via e-mail è totalmente priva.

Conclusione: la prossima volta che riceverete un messaggio di posta elettronica un po' "sopra le righe", non preoccupatevi, si tratta solo di un caso di "ma(i)leducazione"! Tirate su la cornetta del telefono e invitate l'altro a prendere un caffè, attivando entrambi la corteccia orbifrontale. E chissà che l'ortica non si trasformi in rosa, sempre pungente, ma bella e profumata! ;)

PS Rivendico l'assoluta esclusiva sul neologismo "ma(i)leducazione" e su tutti i suoi derivati. Siete pregati di citare la fonte (questo post e il suo autore) a ogni uso. Non vorrei mai essere costretto a inviare messaggi "sopra le righe" per rivendicare la paternità di tale termine! :)))

19.2.07

Marcare i tempi



Esce oggi per Edizioni Goliardiche il volume L’esperienza sonora, il suono nel branding del marketing esperienziale, di Enrico Nonino e Stefano De Pauli.
Il testo esplora il legame tra la musica e il marketing esperienziale, che si prefigge di stimolare la sfera sensoriale ed emozionale dei consumatori in modo tale che essi possano «immergersi nella marca anche attraverso un suono».

L’esperienza sonora
di Enrico Nonino - Stefano De Pauli
Edizioni Goliardiche, 2007
300 pagine - 24,00 €

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L’uovo o la gallina?

Divagazioni sui nessi di causalità nel linguaggio

C’era una volta un generale che cercava il posto migliore per accampare le sue truppe nel bosco. Era inverno. Il generale disse ai soldati: “Cominciate a tagliare legna: stanotte deve fare freddo”. E quelli cominciarono a tagliare.
Poi il generale fu preso da un dubbio su quanto freddo avrebbe fatto quella notte. Vista la capanna di un boscaiolo, “Lui saprà consigliarmi”, pensò; bussò e chiese: “Scusi, secondo lei stanotte farà freddo o freddo freddo?”. Il boscaiolo uscì, guardò il cielo, guardò in giro e disse: “Freddo freddo”. Il generale tornò dai suoi: “Ragazzi, tagliate più legna, stanotte farà freddo freddo!”.
Poi, mentre i soldati tagliavano, preso da un altro dubbio, tornò dal boscaiolo: “Scusi se la disturbo ancora: ma secondo lei farà freddo freddo o freddo freddo freddo?”. Il boscaiolo, dopo uno sguardo al cielo e intorno: “Freddo freddo freddo”. E il generale: “Oh, ragazzi, dateci dentro con la legna, che farà freddo freddo freddo!”.
(avrete capito, amici lettori, che qui potremmo fare notte)
Alla fine il generale fu preso da un nuovo dubbio. Tornò dal boscaiolo e chiese: “Scusi, ma lei come fa a sapere che farà tutto ’sto freddo?”
“Beh - disse il boscaiolo - non vede quelli, quanta legna stanno tagliando?”


+++ +++ +++

Questa storiella ben esprime il tema di un libriccino breve, ma ad alto peso specifico, di Ludwig Wittgenstein: Cause ed effetto - Lezioni sulla libertà del volere. Qui il pensatore austriaco, autore del mitico Tractatus logico-philosophicus, riflette su causalità e libero arbitrio, per arrivare alla conclusione che anche queste sono da ultimo questioni di grammatica: sono cioè le scelte grammaticali a fare da sfondo alle nostre certezze immediate, in particolare sulle relazioni causali.
Ero lì, giorni fa, in libreria, il libro tra le mani davanti allo scaffale, e già questo pensiero, sbirciato sulla quarta di copertina, mi ha fatto fiondare alla cassa.
Ho subito cominciato a leggere e a cercar di capire (leggere Wittgenstein è come affrontare un campione: un po’ di baldanza fa anche bene, ma orecchie basse e consapevoli dell’impresa). Per ora mi limito a suggerire a me e a voi, amici lettori, una riflessione: è sempre chiaro qual è la causa e qual è l’effetto, quando diciamo o scriviamo frasi come queste:
- La sua presenza mi mette a disagio.
- È chiaro che mi blocco: Giovanni mi rimprovera sempre.
- Non apprezza il mio lavoro, non mi fa mai i complimenti.
- Se mi stimi devi darmi un’altra possibilità.
- Visto che mi conosce, le sarà più facile credermi.
È sempre chiaro qual è l’uovo e qual è la gallina? Forse no; comunque il tema è affascinante.
Beh, se scopro qualcosa d’importante nel libro ve lo segnalo. Intanto, volando più basso, chi vuole può trovare o ritrovare esempi sull’argomento nel libro La magia della scrittura e in Business writing, entrambi editi da Sperling & Kupfer, e anche nel saggio di Annalisa Pardini, scaricabile gratis nel sito della Palestra, Scrittura e consapevolezza.

16.2.07

(...)

Mi collego al post qui sotto.
Spegnere la luce, seppure per un attimo, ha un valore forte, simbolico.
Un prendere coscienza, sedimentare consapevolezza.
Il buio così inteso mi ricorda il silenzio

nella conversazione, lo spazio bianco nella pagina scritta:
un istante di riflessione, a volte ripensamento.
Sarà successo a tutti di fare tesoro di quell’attimo,
attimo in cui spesso si sbroglia un nodo.

Dubito che questa campagna possa scuotere
da abitudini
collaudate, ma me lo auguro.
E approfitto dell’atmosfera rarefatta per ricordare una canzone
di Jarabe de Palo, che pure accosta buio e silenzio

(ma questa è un'altra storia).


Dueño de mi silencio

Se ha secado el río que me llevó a tí
me he perdido en el camino que contigo aprendí
ya no brilla la luz que me llevó a tu vera.

Llevo semanas pensando qué hacemos aquí
creo que ya no me acuerdo si algún dia fuy feliz
nunca tuve tanto frío, frío estando a tu lado.

Si no te hablo será porque no quiero
volverme esclavo de mis palabras.
Si no te hablo será porque prefiero ser el dueño de mi silencio.



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M'illumino di meno, spegni il pc

Venerdì 16 febbraio - Giornata mondiale del risparmio energetico

Quante volte lasciamo accesi computer e luci durante una pausa o una riunione di lavoro?
Non è un’inutile dispersione di energia?

M’illumino di meno è una campagna ideata per sensibilizzare tutti contro gli sprechi e favorire una maggiore responsabilità energetica.

Così oggi, venerdì 16 febbraio, Caterpillar ci invita a spegnere qualsiasi dispositivo elettrico alle ore 18.
Le grandi piazze italiane e i monumenti più importanti verranno spenti simbolicamente, e se avrete voglia di uscire, potrete passeggiare nel centro della vostra città in un’atmosfera insolita o cenare a lume di candela in molti ristoranti.

Partecipare non ci costa niente, anzi…tanto di guadagnato!

Il blog:
http://blog.vnunet.it/2007/02/millumino_di_me.html

Testi chiari... amicizia lunga!

Semplificare il linguaggio amministrativo per favorire la partecipazione dei cittadini. È questo l'obiettivo del seminario che Spazio Regione organizza a Bergamo, giovedì 22 febbraio.

Trovate qui tutti i dettagli.

15.2.07

In piazza per Kareem

Oggi il mondo si mobilita per Abdelkareem Nabil Soliman, 22 anni, egiziano, arrestato lo scorso novembre per aver espresso – nelle pagine del suo blog - le proprie opinioni su politica, cultura e società. Ha criticato l'atteggiamento conservatore dei professori e la condizione delle donne musulmane. E per questo è finito in galera.

Oggi manifesteranno per lui, in contemporanea, Roma, New York, Parigi, Londra, Bucarest, Ottawa, Washington.

Chi non sarà in piazza, può unirsi a questa petizione.

14.2.07

La Consigliera di Parità

È un’iniziativa della provincia di Torino per “porre domande e trovare risposte sugli aspetti che riguardano le pari opportunità: per le persone, le aziende, le associazioni e la pubblica amministrazione”.

Un cammino che passa anche attraverso la scrittura.

Il secondo modulo degli Esercizi di parità nelle scuole – a cura della dott.ssa Stefania Cammarata - parla infatti di “Creazione di fiabe”, un luogo narrativo in cui i bambini possano rappresentare in piena libertà le differenze e le discriminazioni - di genere, di etnia, di età, di classe sociale – con cui spesso, fin da piccoli, devono confrontarsi.
Tra i percorsi suggeriti, c’è anche quello della riscrittura di una fiaba conosciuta scambiando il genere del protagonista.

Ecco allora che Cenerentola diventa Cenerentolo…

C’era una volta un uomo a cui era morta la moglie. Egli aveva un figlio e, qualche anno dopo la morte della moglie, si risposò con un’altra donna che aveva due figli. Purtroppo dopo tre anni, l’uomo morì. La donna e i suoi due figli diventarono molto cattivi con Cenerentolo: ogni giorno gli facevano pulire la casa, lavare i vestiti e stirare. Un giorno arrivò un consigliere della principessa che comunicò che il sabato successivo ci sarebbe stato un grande ballo per festeggiare il compleanno della principessa ed anche perché, avendo compiuto diciotto anni, avrebbe dovuto cercare marito…

E Shrek… Shrekka!

C’era una volta Shrekka, una simpatica orchessa verde, che viveva in una palude e passava le sue giornate facendo il bagno nel fango, scoreggiando e producendo candele col suo cerume. Era molto muscolosa, pesava circa 250 kg ed era piuttosto aggressiva…

13.2.07

La ragazza dalla pelle di luna

Bel titolo, vero? Beh, non è mica mio, quindi posso tesserne gli elogi finché mi va. È di un mio amico, Carlo Bosso, uno degli autori della “Magia”.
Carlo è responsabile formazione e sviluppo in una multinazionale americana, industriona meccanica, settore automobilistico.
Se leggi la targa fuori dalla sua porta - HUMAN RESOURCES 
TRAINING & DEVELOPMENT MANAGER - ti viene in mente uno di quei pezzi da novanta col sigaro in bocca che strappano curriculum e mandano la gente afareicorsiperchésonosolobuonianulla.
Invece sotto la scorza del ruolo batte un cuore delicato e ricco di creatività.
Carlo mi ha scritto oggi segnaladomi che nell’inserto de La Stampa di sabato scorso sono stati pubblicati i racconti selezionati per il concorso "Bravo-Bravissimo". Tra questi, anche un suo racconto dal titolo, appunto, “La ragazza dalla pelle di luna”: una bella storia di scambi tra razze e culture diverse, una storia di stupore e di gentilezza. Neanche 3mila battute, con un sacco di pensieri che aprono il cuore, specie di questi tempi.
Leggere per credere.

la%20ragazza%20dalla%20pelle%20di%20luna.doc

12.2.07

Posizionamento sui motori di ricerca: due nuovi seminari

Come possiamo ottimizzare le risorse e posizionarci in cima ai motori di ricerca?
Acquisire visibilità nei motori di ricerca è un fattore strategico che ogni azienda dovrebbe affrontare, e il numero crescente di utenti web può rappresentare nuove opportunità di business.
Questo e molti altri argomenti verranno trattati nei due seminari progettati da ITER, per aumentare la visibilità delle aziende sul web e vincere la sfida della competitività on line.

Per saperne di più:
http://www.iter.it/seminario_018.asp#20
http://www.iter.it/seminario_018.asp#21

Entro il 13 febbraio è possibile iscriversi con una quota di partecipazione ridotta.

9.2.07

Quotidiani su carta addio?

È lapidario Arthur Sulzberger, presidente del gruppo editoriale che pubblica, tra gli altri, il New York Times: "Non so davvero se fra cinque anni stamperemo ancora il Times. E volete sapere una cosa? Neanche me ne importa”.

Dopo quattro anni di bilanci in rosso, il celebre quotidiano potrebbe quindi andare in pensione. Ma solo nella sua veste tradizionale.
Sì, perché verrà invece potenziata l’edizione online, che già oggi vanta un milione e mezzo di visitatori al giorno.

“La cosa fondamentale – continua Sulzberger - è concentrarsi su come governare la transizione dalla carta stampata a internet”. Tante, infatti, le questioni aperte: fondere i desk redazionali del giornale stampato e di quello web, adeguare le strategie della raccolta pubblicitaria, rispondere alla concorrenza dell’informazione capillare, libera e gratuita dei blog, adeguarsi alle nuove piattaforme tecnologiche di diffusione delle notizie (dai telefonini al palmare)…

E la web-revolution continua… ;-)

6.2.07

Tacabanda

Il carnevale è nelle nostre menti sinonimo di colore, euforia, sregolatezza.
Per chi ha assistito almeno una volta al
Carnevale di Viareggio, poi,
ne incarnano alla perfezione lo spirito i carri, le costruzioni di cartapesta

che ritraggono il mondo dal punto di vista privilegiato dell’artista:
attento alle minuzie come alle grandiosità, l’occhio dei maestri carristi
ci restituisce la vita così com’è: variegata, tra meraviglia ed orrore.


A tale disincanto risponde la pietas, la consapevolezza
di esser “tutti in una bu’a” e –nonostante/per questo-
la ricerca della magia.
Già, perché a esser sempre e solo disincantati
si rimediano bei travasi di bile: meglio lasciarsi andare al sogno.
Ecco allora la fantasmagoria
-quanti piccini col naso per aria!- da assaggiare a strati,
come un millefoglie. Vuoi spensieratezza, disimpegno, gioia?

Ma poi c’è la parola.
E la parola, insieme ai mutandoni calati con cui sono ritratte le autorità di turno, ti porta qualche strato più giù o su.
Perché in questo caleidoscopio la parola si fa ancella dell’arguzia: la canti nelle canzonette carnascialesche, la leggi nei bozzetti degli artisti, la gusti nei titoli e nelle chiose che ti spiegano il perché di quella maschera, i passaggi tra la realizzazione e l’idea.

E la porti via con te,
a solleticare i pensieri.

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1.2.07

Mappe mentali a supporto della concezione e definizione del progetto

Mercoledì 7 Febbraio 2007
ore 15:30 - 18:30
Università Roma Tre - Facoltà di Ingegneria - Aula N12
Come pensiamo? Come organizziamo le nostre conoscenze? Come inventiamo cose che non esistono ancora?
Le mappe mentali permettono di semplificare mondi complessi, di rappresentare il pensiero nella sua dinamica, nelle sue associazioni e deduzioni.
Permettono di ripercorrere e ricostruire i nostri flussi di pensiero, per condividerli con altri, rendendoli più potenti.

Queste e altre riflessioni sulla mente umana e sulle sue risorse, nelle fasi di progetto e di pianificazione, verranno affrontate durante il forum che si terrà il 7 febbraio all’Università Roma Tre.

Locandina e abstract in http://www.isipm.org/