29.11.07

Una persona, mica un sintomo

Povera vecchia omeopatia

Inizia così “L’amaca” di Michele Serra su Repubblica di stamani.

Autorevoli pubblicazioni scientifiche la riducono a futile moda, quasi una superstizione. Non ho niente di specifico da obiettare, sono di quelli che hanno bisogno di ragione e di scienza come del pane (…).

Continua, e ti aspetti l’avversativa, che arriva:

Però. C'è un però (…).
L’omeopata è in genere gentile. Ti ascolta. Ti guarda.
Ti fa sentire una persona e non un sintomo, un essere vivente e non una malattia. Fior di professoroni della medicina “ufficiale" (…) non sanno neanche da che parte cominciare per instaurare un rapporto umano appena decente con chi gli sta di fronte. Sono fresco reduce da una visita specialistica con un odioso, supponente, gelido luminare che saprà tutto delle “sue” malattie, ma non gliene frega niente di chi le porta addosso. La fortuna dell’omeopatia forse sarà esagerata, ma è merito, in gran parte, della sciocca insensibilità di tanti mediconi pieni di potere, e poveri di umanità.

La biforcazione tra medici ufficiali e omeopati
può essere pretestuosa.
Ma sulla sciocca insensibilità siamo tutti d’accordo.
Ed è anche per questo
.

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28.11.07

La lettera di Benigni: "Vi aspetto, parleremo d'amore"

Cari Italiani,

con immensa allegria e col cuore che cinguetta come un fringuello appena nato, il 29 novembre in diretta su RaiUno, staremo un paio d'ore insieme a parlare del regalo più bello che ci è cascato addosso.

Dobbiamo capire cos'è l'amore. Ne tracceremo la storia.
Dal primo libro della Genesi, all'ultimo libro di Bruno Vespa, dalla lettera di pace di San Paolo ai Corinzi - "per quante cose io assuma in mio conto se non ho l'amore io non sono nulla" - alla lettera di scuse di Berlusconi a sua moglie: "E dai Verò, stai buona, so' bagattelle…". Dalla rottura della Pace tra Greci e Troiani secondo Omero - "causa ne fu la Divina femminilità di una Donna" - alla recente rottura della pace tra AN e Forza Italia secondo Vittorio Feltri: "La causa è una sola, problemi di gnocca".

Vedremo gli enormi passi avanti fatti dall'Umanità su questo tema.
Sì, parleremo del sesso, il motore del mondo, percorrendolo nei suoi aspetti più estremi. Dalla libidine sfrenata alla totale repressione. Insomma da Casanova a Sandro Bondi.

Parleremo di politica, da Voltaire - "non sono d'accordo con quello che dici ma sono pronto a morire purchè tu lo dica" - a Silvio Berlusconi: "Chi vota a sinistra è un coglione".

Parleremo della grandezza dell'Italia cercando di capire che cosa abbiamo fatto di bello per meritarci città come Milano, Firenze, Roma dove sono nati uomini come Manzoni, Michelangelo, Cesare e cosa abbiamo fatto per meritarci città come Arcore, Ceppaloni, Montenero di Bisaccia e… non mi ricordo dove è nato Buttiglione.

E poi lasceremo parlare Dante. Ci faremo dire da lui cos'è quella nostalgia dell'infinito, quella ventata di annientamento che ci precipita addosso quando ci si innamora e smantella tutta la nostra vita, quella sensazione felice, pericolosa e rara che unisce sensualità e tenerezza e ci rende immortali.
Ce lo faremo dire da lui con parole antiche e commoventi che hanno attraversato i secoli per posarsi sulle nostre labbra.
Nulla di solenne, semplicemente la bellezza.

A giovedì.

Roberto Benigni


A stasera, allora. Sperando in nuove magie.

Il nuovo cervello femminile

Lo sapevate che il cervello delle donne ha una maggior capacità di creare connessioni ma è più debole nel fuggire il dolore? E che esistono un'"anatomia della tristezza" e un "circuito dell'attenzione"? O che, imparando a riconoscere e a gestire ciò che si sente, si può raggiungere un "Feng Shui emotivo"?

Ebbene, a queste e ad altre domande cercherà di rispondere il convegno "Il nuovo cervello femminile" che la Scuola di Palo Alto organizza a Milano, l'11 dicembre.

Ecco il programma.

25.11.07

L’ospedale del futuro si progetta con pazienti e famiglie

Hanno obiettivi precisi lo studio della Fondazione Istud sull’innovazione nell’assistenza sanitaria e il progetto del dipartimento di ematologia dell’Ospedale Umberto I di Roma, intitolato Costellazione paziente, famiglia e professionista sanitario: spazi, regole e modi di convivenza assistenziale:
- coinvolgere nella progettazione architettonica chi usa lo spazio stesso
- concepire e offrire un ospedale a misura del paziente e dei familiari
- ridisegnarne i confini attorno ai bisogni profondi delle persone
- superare il tradizionale approccio direttivo delle politiche sanitarie.

È un caso di buona governance sanitaria, centrato sul metodo della progettazione partecipata in ambito ospedaliero, nato da un’idea del del prof. Franco Mandelli, presidente dell’Associazione italiana contro le leucemie. Sarà presentato in un convegno a Roma venerdì 14 dicembre 2007 (partecipazione gratuita).

Lo studio ha analizzato vari aspetti del ricovero ospedaliero: la qualità della vita, il carico economico, i rapporti umani del nucleo paziente-famiglia, oltre ai fattori organizzativo-gestionali, assistenziali e clinici, con le opinioni espresse dai professionisti sanitari.

“È un’esperienza nuova - spiega Maria Giulia Marini, responsabile area sanità Fondazione Istud - che va oltre il semplice questionario di qualità del servizio: è soprattutto ascolto delle idee dei pazienti-familiari e progettazione sulla base degli input provenienti da loro. Il contributo offerto da pazienti e famiglie sarà infatti tenuto in considerazione nella ristrutturazione del reparto”.

Un solo esempio. Da un punto di vista sociale sono rilevanti i problemi emersi dalla situazione dei familiari che si occupano dei pazienti. Più di un familiare su tre ha avuto pesanti ripercussioni: il 22% lascia il lavoro, il 13% si mette in aspettativa. Per il 72% la malattia del familiare costituisce una forte perdita economica (la patologia oncoematologica perdura negli anni), anche oltre i 1200 euro mensili. Dalle richieste dei familiari è emersa la necessità di un collegamento internet nelle stanze di ricovero, per permettere al paziente e al “caregiver” (il familiare che assiste il paziente) di continuare il proprio lavoro, per quanto possibile, rimanendo in ospedale. Un’idea semplice, forse possibile da realizzare. Com’è che non era venuta ai sanitari? Forse che mettersi in ascolto, e in relazione - insomma, la grammatica - faccia davvero bene alla salute?

24.11.07

Casi clinici in scena


Anche la drammaturgia può esser
e un utile strumento di comunicazione medica.

La messa in scena casi clinici coinvolge lo spettatore e gli permette, anche se non è un addetto ai lavori, di affrontare temi scientifici.

Questa è l’idea che sta alla base di Ricerca e Cura, un ciclo di incontri organizzati dalla Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano che attraverso nuovi strumenti, tra i quali la drammaturgia, stimolano il dibattito con esperti e con il pubblico. Una nuova forma di dialogo per calare i progressi delle cure mediche e della ricerca nella vita di tutti i giorni.

Nel prossimo incontro, che sarà martedì 27 novembre alle ore 18 nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano, è prevista una performance di Gaia Catullo e dei suoi allievi di Accademia di Comunicazione dal titolo Dalla donazione al trapianto di organi: un percorso per la vita.

Qui e qui la brochure dell'evento.

La rappresentazione di un'esperienza vissuta sarà lo stimolo alla discussione alla quale parteciperanno per la parte scientifica Luigi Rainero Fassati, direttore del Centro Trapianti della Fondazione Policlinico di Milano, Alberto Maria Comazzi, Neuropsichiatra e membro della Società Psicoanalitica Italiana (S.P.I.) ed altri esperti della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena.

Info
02 5503 4514
comunicazione@policlinico.mi.it


22.11.07

A te che sei il mio presente

La forza adolescente, e il disincanto dell’età.
“Di sogni e d’amore”,
“Di rabbia e di stelle”,
due titoli, libro e disco, che in pochi giorni si incalzano.
Un po’ in chiasmo, come se l’amore, tramutato in rabbia,
avesse al suo fianco quell’immutabile desiderio,
che là è sogno, qui stelle.

Parlo di
Vecchioni, dell’ultimo suo libro e disco,
e della potenza della sua parola.
Così, più che nei versi adolescenziali,
è facile riconoscersi nelle sue canzoni,
con quella timeline in continuo zigzag
tra passato e presente
che non è solo confronto: è anche risalire
le emozioni del tempo
per ritrovarsi mente e corpo là e allora.

E infatti su tredici canzoni
solo tre sono tutte scritte al presente,
perché proprio nel presente radicano la loro forza,
a iniziare da Tu, quanto tempo hai? sufficientemente esplicita,
appunto.
Le altre due, Questi fantasmi e Comici spaventati guerrieri,
dalla letteratura (Eduardo De Filippo e Stefano Benni)
prendono il titolo, ma sono entrambe di chiara impronta vecchioniana,
e sono due invettive:
una rivolta agli approssimativi,
l’altra a chi inganna i giovani con falsi specchi e miti:


i poeti non saranno anche nessuno
ma hanno il potere di sputtanarvi


E capisci che quella doppia negazione non sarà lì solo per far ritmo,

e ricordi poi che Ulisse come nessuno si salvò dal Ciclope,
e sai che dopo il ma c’è l’affermazione di maggior peso, e senti che quei due versi condensano tanta percezione del nostro presente.
.

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21.11.07

Non ci sono più i calembour di una volta

“UN FUTURO SENZA NUBI”.
Con UBI scritto in colore diverso.
Che sarà? penso avvicinandomi al manifesto.
Sotto: “Nasce UBI Banca. Per dare a 4 milioni di clienti la chiarezza che cercano. Giorno dopo giorno.”
Ah beh, se voleva attirare la mia attenzione, goal! Ma anche una sberla gratis, o una cacca pestata sopra pensiero, attirano la mia attenzione. Ma non è che poi compro quella sberla, o quella cacca.

Non capisco: credevo che compito dei calembour - quei gustosi giochi di parole, quelle battute che storpiano un detto popolare, o il titolo di un libro famoso, di una canzone, di un film - fosse creare simpatia e disponibilità intorno a un prodotto, o a una marca, nel caso della nuova banca, UBI, Unione Banche Italiane.

Ce li ricordiamo i calembour azzeccati nella pubblicità:
- Alitalia: Vi voliamo bene
- Italia 7: La tivù senza fede, senza frizzi, senza sgarbi
- Toyota carina E: Bella e possibile
- Artesia (linee ferroviarie Italia-Francia): Train d’union
O Internet: the FREElosophy di Tiscali.
O la mitica serie di Esselunga: Antonno e Cleopasta, John Lemon, TutanPanem, Fico della Mirandola, Mapoleone, Cristoforo Colomba, Ponzio Pelato, Porro Seduto, Riccardo Cuor di Melone, Rapanello Sanzio, Re Salamone...

Maestro di calembour era Totò, illustre linguista:
- Signori si nasce. E io lo nacqui. Modestamente.
- Ma cosa credete che io sia qui a parlare con Chicche e Sia?
- Cristoforo Colombo ebbe i natali a Genova e la Pasqua a Napoli, quindi fu parte genovese e parte... nopeo.
- Cosa? Ti devo i soldi di quella partita? Eh, ma quella è partita!
- Parli come badi!
- Sono geloso come un Otello, ma che dico un Otello, come un grand'Otello!


Bah, il copywriter di UBI ha di certo le sue ragioni, pieno rispetto. Anche se un gioco di parole sul nome dell’azienda, già scelta piuttosto azzardata, per di più con connotazione negativa - “Un futuro senza NUBI” – mi pare strano. Come se io, che mi chiamo Lucchini, promettessi un futuro senza peLucchini, o senza mammaLucchini. Avrei pensato a un “UBI major”, aulico e sintetico. O a “Il dono dell’UBIquità”, per la forte capillarità sul territorio (9 banche in una). O almeno, come poi trovo sul sito, "sUBIto".

A volte le banche hanno logiche impenetrabili. Ma mi fido di quel copy. Doveva avere le sue.

16.11.07

Artigiani, allievi/maestri

Che cos’hanno in comune un pallet e un gioiello?
E un costruttore e un regista? o un tipografo e un robot antropomorfo?
Quanto è simile lavorare il legno, il vetro, le scale, le sedie?
Cosa unisce un’impresa di trasporti, una di arredamenti e una di elettrotecnica?

Chiedetelo ai quindici imprenditori friulani che per due mesi, da settembre a novembre, hanno partecipato ai Laboratori di comunicazione organizzati da Confartigianato Udine e guidati dagli allenatori della Palestra.

Vi risponderanno qualcosa tipo: lo spirito artigiano, l’attidudine a lavorare sodo, senza troppi voli teorici, maniche su, testa bassa, finché occorre. E poi la voglia di fare network, e crescere, e rendersi più consapevoli del proprio modo di comunicare.

In un laboratorio artigiano maestri e allievi lavorano insieme, studiano insieme, discutono, sperimentano, correggono, perfezionano insieme. Creano. Imparano. Comunicano. Insieme.

È andata proprio così, a Udine.

Mandi!

13.11.07

Chi ci salverà dai calendari?

Siamo ormai a novembre inoltrato e le edicole ed internet sono colme di calendari, sia di quelli pseudoreligiosi, che con il calendario regalano – suona strano questo termine? - la "vera" reliquia o il rosario benedetto, sia di quelli delle star del momento, più o meno svestite.

Il punto dolente è che di questi ultimi, che non trovano posto più neanche nelle autoffifficine, vedremo in lungo e in largo i servizi nei vari TG, ma a solo titolo informativo!

Be’, un rimedio ci sarebbe, anzi tre: evitare di acquistarli, un sano zapping, o meglio un buon libro!

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"Abbi cura di te"

Quando l'artista francese Sophie Calle riceve dal compagno un'e-mail che si chiude con "Abbi cura di te", sceglie di elaborare il proprio lutto sentimentale coinvolgendo altre 107 donne.

Nascono così un libro e un video, proiettato nel padiglione della Francia all'ultima Biennale di Venezia. A ciascuna donna interpellata, Sophie chiede di commentare quella frase così oscura: da Jeanne Moreau a una campionessa di tiro con la carabina, da Luciana Littizzetto a una cartomante, da Victoria Abril a una redattrice di parole crociate...

9.11.07

lingue e bugie

Una notizia, un libro.
La notizia è questa, per chi ancora non la sapesse: nel covo del mafioso Lo Piccolo gli investigatori hanno trovato anche un "decalogo", che contiene varie amenità, anche linguistiche, come questa: "Si è il dovere in qualsiasi momento di essere disponibile a cosa nostra. Anche se la moglie che sta per partorire".
Il libro in cui mi sono imbattuto oggi, curiosando in libreria, è la riedizione della "Lingua bugiarda. Possono le parole nascondere i pensieri?" di Harald Weinrich, già uscito una prima volta una quarantina d'anni fa ed ora riedito dal Mulino.
Un bel libro, che si legge con gusto, anche per la capacità dell'autore di spaziare dall'antico al moderno, dalla letteratura alla storia.
Perché questo accostamento tra il "Decalogo" e Weinrich? Perché, appunto, come ci insegna lo studioso tedesco, con la lingua si mente, ma la verità esce anche dalla menzogna delle parole. E quali verità escono dal "Decalogo"? Che Lo Piccolo scrive delle cose che egli stesso non rispetta (ma vuole che siano gli altri a rispettare: così dicono gli investigatori); che ha una conoscenza approssimativa delle norme della lingua italiana. Già, delle 'norme'; e non solo linguistiche, evidentemente.
Se, in maniera del tutto ovvia, chi non conosce bene la lingua italiana non è necessariamente un delinquente (dovremmo mettere dentro almeno tre quarti di italiani), è anche vero che, se mettiamo insieme autore, messaggio, destinatario, codice, ne vien fuori qualcosa di omogeneo, dove anche il codice (la lingua) impiegata spiega molto.
E quelle parole allora diventano il segno di una grande menzogna, che è quella della mafia e del suo "codice" d'onore: fasullo, sconclusionato, ridicolo, se non fosse tragico. Come le sue parole.

7.11.07

Ieri il convegno al COMPA "La grammatica della salute"

Se ci siete stati, avrete vissuto l'ansia dell'interruzione sul più bello, proprio come il paziente che viene fermato appena comincia a esporre i propri sintomi. Forse vi siete incuriositi sulla "medicina narrativa", sentendo di casi in cui proprio le fiabe, strumento fantastico, possono produrre un effetto di realtà.
Forse avete potuto immedesimarvi in uno o più "scenari", situazioni di comunicazione legate alla salute in cui il linguaggio è determinante. O vi siete interrogati sul significato di una comunicazione "abbastanza" chiara (abbastanza vuol dire che basta o che è poco?).

O forse vi siete chiesti se è lecito aprire un convegno su un tema così serio come la comunicazione sanitaria con il video di Fabio Grosso che tira quel mitico rigore, e, ancora più, chiuderlo con tre relatori che cantano Bob Dylan.

Se non ci siete stati, ma vi piace leggere delle parole chiave per farvi un'idea del dialogo che ci si è costruito intorno, potete vedere qui la /mappa tematica del convegno.

Se preferite, potete leggere la /cronaca del convegno.

Se cominciate a scalpitare per saperne di più, portate un po' di pazienza: il libro esce ai primi dell'anno prossimo. Se poi volete darci anche una mano, sapete dove trovarci.

Intanto, grazie per l'attenzione che ci avete prestato in queste settimane monotematiche: nel blog della magia ora ricominceremo a parlare anche di altro.
:-)



/cronaca.pdf

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Ieri il convegno al COMPA "La grammatica della salute"

Se ci siete stati, avrete vissuto l'ansia dell'interruzione sul più bello, proprio come il paziente che viene fermato appena comincia a esporre i propri sintomi. Forse vi siete incuriositi sulla "medicina narrativa", sentendo di casi in cui proprio le fiabe, strumento fantastico, possono produrre un effetto di realtà.
Forse avete potuto immedesimarvi in uno o più "scenari", situazioni di comunicazione legate alla salute in cui il linguaggio è determinante. O vi siete interrogati sul significato di una comunicazione "abbastanza" chiara (abbastanza vuol dire che basta o che è poco?).

O forse vi siete chiesti se è lecito aprire un convegno su un tema così serio come la comunicazione sanitaria con il video di Fabio Grosso che tira quel mitico rigore, e, ancora più, chiuderlo con tre relatori che cantano Bob Dylan.

Se non ci siete stati, ma vi piace leggere delle parole chiave per farvi un'idea del dialogo che ci si è costruito intorno, potete vedere qui la /mappa.pdf tematica del convegno.

Se preferite, potete leggere la cronaca del convegno.

Se cominciate a scalpitare per saperne di più, portate un po' di pazienza: il libro esce ai primi dell'anno prossimo. Se poi volete darci anche una mano, sapete dove trovarci.

Intanto, grazie per l'attenzione che ci avete prestato in queste settimane monotematiche: nel blog della magia ora ricominceremo a parlare anche di altro.
:-)

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6.11.07

Ciao Enzo

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5.11.07

Ci vediamo allo stand E108, padiglione 20

La Palestra della scrittura è al COMPA, salone europeo della comunicazione pubblica.
A Bologna.
Il 6,7 e 8 novembre 2007.

Il leitmotiv dei tre giorni?
"La grammatica della salute": un covegno e un libro in fase di realizzazione.

Per saperne di più, vieni a trovarci su http://www.palestradellascrittura.it/ e se sei a Bologna, ti aspettiamo al COMPA, stand E108, padiglione 20.
L'ingresso è pure gratuito ;-)

Ti aspettiamo!

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3.11.07

Sanitese + burocratese: cocktail esplosivo

Il generatore automatico di piani sanitari: prontuario di frasi
per riempire di vuoto il nulla


"Il modello di sviluppo persegue l'accorpamento delle funzioni e il decentramento decisionale secondo un modulo di interdipendenza orizzontale non dando certo per scontato, nella misura in cui ciò sia fattibile, il coinvolgimento attivo di operatori e utenti."

O ancora:
"Il nuovo soggetto sociale si propone il superamento di ogni ostacolo e/o resistenza passiva nel primario interesse della popolazione, sostenendo e vitalizzando in termini di efficacia e di efficienza una congrua flessibilità delle strutture."

Potremmo andare avanti così giorni interi: le combinazioni paiono infinite (gli amanti dei numeri stimano sette milioni di frasi).

Marco Marchi, dell'Istituto di biostatistica ed epidemiologia dell'Università di Pisa, e Piero Morosini, direttore di laboratorio dell'Istituto Superiore di Sanità, hanno svolto uno studio linguistico di vari piani sanitari elaborati negli ultimi anni. Estrapolandone i concetti e le frasi più ricorrenti, hanno realizzato una tabella definita Generatore automatico di piani sanitari.

Provateci, è esilarante (solo che se leggete davvero un piano sanitario viene meno da ridere).

Anche di questo parleremo a Bologna, al Compa, martedì 6 novembre, ore 14,15, nel convegno La grammatica della salute.


P.P.S. Già compilato il sondaggio?

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2.11.07

L'ermetismo di ritorno

Bello l'Antitaliano di Bocca sull'Espresso in edicola oggi.

Si parla di parole oscure e di un ermetismo di ritorno che riguarda la politica, l'economia, la sanità, il giornalismo.

Ostinata autodifesa di una "società ammalata" in mano a caporioni che non ne vogliono sapere di conversare con la gente.

E visto che per noi maghetti la Sanità è un tema di splendida attualità, che dire di Formigoni che si affida alla rete per la scelta dei 47 nuovi dirigenti della sanità lombarda? Sul sito puoi consultare la rosa dei 520 pretendenti presentati in una scheda con nome, cognome, data e luogo di nascita.

Se c'è qualcuno che ti piace lo segnali con una mail (roberto-formigoni@regione.lombardia.it). Poi decide lui.
Ma io in base a cosa scelgo? Dichiaro preferenze per il mio compaesano, per la candidata che è nata il mio stesso giorno o mi affido ai segni zodiacali? Non ho altre evidenze che l'anagrafica di base, non ho curriculum e, per la maggior parte dei candidati, le ricerche su google non riportano nulla di significativo.

L'ermetismo non è solo nelle parole.

Si fa ermetico anche chi si chiude dentro un'illusione di partecipazione.

Ed è ermetico anche chi sporca le nostre città con manifesti pubblicitari privi di messaggi rilevanti per il pubblico.

No. Forse questa è solo maleducazione.

Ci vediamo il 6, a Bologna.

P. I.

1.11.07

Le parole sono importanti

Le parole sono importanti, se si cambiano le parole si cambia anche il mondo! dice il Mago linguaggio agli uomini pasticcioni, in una storia http://www.ilpaesedeibambinichesorridono.it/favola_gino_strada.htm che Gino Strada ha scritto insieme a sua figlia Cecilia.

Nella storia, il Mago linguaggio che ha regalato le parole agli uomini, si arrabbia con loro perché le parole, magico dono, venivano invece usate “a capocchia”. Il diritto alla salute per esempio, avrebbe dovuto significare che chiunque, ferito, oppure malato, doveva avere la possibilità di andare in ospedale. Ma chi non aveva i soldi per pagare l'ospedale (e questo, nei paesi poveri, è più la regola che l'eccezione), questi diritti erano in realtà dei rovesci: non valevano un fico secco. Siccome non valevano per tutti ma solo per chi se li poteva permettere, queste cose non erano diritti: erano privilegi, e cioè vantaggi particolari riservati a pochi, ma questa è una parola diversa.

Nel mondo della favola, le parole venivano usate con i significati sbagliati, e questo creava confusione, perchè se si cambiano le parole, si cambia anche il mondo...


Già compilato il sondaggio ?

Ci vediamo al COMPA il 6 novembre, ore 14,15, per il convegno "La grammatica della salute".

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Come ragionano i medici?

“Come ragionano i medici, giudizio, decisione ed errore in medicina: per una grammatica dell’incertezza”.
È il titolo del convegno svoltosi sabato scorso, 27 ottobre, nel complesso monastico di San Benedetto Po, promosso dall’U.O. di Medicina, Presidio Ospedaliero di Pieve di Coriano.

Il convegno s’inserisce in un programma di umanizzazione che l’U.O. di Medicina, con la condivisione dell’Azienda Ospedaliera Carlo Poma, ha promosso per essere sempre più comprensiva e vicina ai sentimenti e alle emozioni della persona malata.

Obiettivi: comprendere i limiti del paradigma scientifico cui il medico fa riferimento per i processi di diagnosi e cura di persone malate, in una sofferenza che pone domande oscillanti fra ragione e sentimento.
Con la ragione il medico si appropria dei criteri di diagnosi e cura dettati da anni di osservazione e di ricerca empirica sui fenomeni della natura e del corpo malato, secondo metodologie che cercano, nella validazione o meno delle ipotesi, la risposta più appropriata alle domande di cura.
Queste risposte non possono che trarre origine da anni di sperimentazione dove l’errore era considerato l’elemento pedagogico di partenza alla ricerca scientifica, per divenire strumento di tendenza verso la perfezione di metodi e processi operativi.

Per informazioni: 0523 335732.

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P.S. Sui limiti della medicina basata sulle evidenze scientifiche (evidence based mecidine), e sull'opportunità di una sua integrazione con un approccio narrativo (narrative based mecidine), vedi anche il nostro Pocherighe n.18.

Se ne parlerà anche a Bologna, al Compa, martedì 6 novembre, ore 14,15, nel convegno La grammatica della salute.


P.P.S. Già compilato ilsondaggio?

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