30.3.09

Adesso è tutto così semplice

Giorni fa Silvia ricordava i possibili intrichi
della semplificazione, e lo faceva
attraverso le parole di Livio Milanesio:

La realtà viene trasformata in una selva di simboli,
filtrata attraverso oggetti quotidiani
che ne nascondono la complessità e la rendono
maneggevole. In questo modo
non diventa più comprensibile,
ma certamente più utilizzabile;
non più chiara, ma certamente più spettacolare
e dunque più interessante.


Esempi di strumentalizzata
semplificazione sono sotto gli occhi di tutti
in questi tempi, e potremmo inanellarli a iosa.
Nella selva, la faccenda delle faccine
è ancora abbordabile col sorriso.
Beh, si fa un po’ per dire: la campagna emoticon
varata dal ministro Brunetta
prevede infatti che, se scontento,
l’utente-cliente pigi la faccina con la bocca in giù
per bocciare il servizio appena ricevuto.
Una settimana fa i primi totem con le emoticon
hanno debuttano al Comune di Milano.

La semplificazione è evidente:
Alberto Abruzzese invita a riflettere come
«Di per sé, l’adozione di un linguaggio allegro,
spigliato e semplice come quello usato in rete
per esprimere sinteticamente le emozioni
è solo un facilitatore di procedure già esistenti»,
ma cambia la facilità del gesto che,
se non accompagnato da una «cultura della responsabilità»,
può risolversi in un sistema spiccio per far scontare
all’impiegato la propria frustrazione:
una sorta di ripicca,
lo scherno del tiè!
.

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29.3.09

Premio letterario ‘Carlo Ulcigrai’

Hai voglia di metterti in gioco e di scrivere un racconto?
Potresti vederlo pubblicato entro l’anno!
Un’occasione da non perdere per tutti gli appassionati di scrittura.

Il circolo aziendale delle Assicurazioni Generali promuove, anche quest'anno, il concorso per un racconto inedito in lingua italiana (scadenza 30 settembre 2009).
In palio, la pubblicazione per i primi tre classificati ed un premio in denaro.

Per maggiori informazioni e per avere copia del regolamento completo,
potete rivolgervi a: cral4@generali.com

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28.3.09

Se vogliamo sciacquarci la bocca

La locuzione da caserma
nell’accezione di “sboccato” e “scurrile”
l’affiancavamo spesso ai sostantivi tipo linguaggio
e discorso.
Insomma, un po’ come se la caserma fosse
il luogo deputato all’articolarsi del linguaggio
in volute becere:
tipico discorso da caserma, dicevamo
turandoci il naso
di fronte a certi olezzi verbali.

Ma, al di là che la locuzione oggi è
restrittiva,
stare al passo coi tempi ci invita anche
a dei distinguo:
che grado hai, nella caserma,
e a chi ti rivolgi?

Perché un “testa di cazzo!” al tuo parigrado
entra nelle premesse di cui sopra,
e vada,
ma se lo dici a un sottoposto sai che è?
Mobbing, stalking, chiamalo come vuoi,
comunque ingiuria, lesione «penalmente rilevante».

Ce lo dice la Cassazione,
e, dopo un moto prima di indugio e poi di soddisfazione,
ne prendiamo atto.
.

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26.3.09

Alessandro Lucchini a Linea d’Ombra

Venerdì sera alle 20.45 Alessandro Lucchini, fra gli altri, con il Presidente della Provincia Filippo Penati sarà ospite a "Linea d'ombra": un talk show di Telenova dedicato all’approfondimento politico, condotto da Adriana Santacroce.
Potrà essere interessante vedere se e come i politici in studio reagiranno alle provocazioni linguistiche generate dal dibattito.

Buona visione!

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Mondo birillo

Bambole di legno raffiguranti contadine russe
in abito vivacemente colorato,
formate da due metà innestabili l’una sull’altra
e contenenti pupette di dimensioni
via via sempre più piccole,
annoiate dalle rappresentazioni consuete
indossano ora i panni di noti
politici italiani.

Per la precisione, la matrioska grande
veste le spoglie del Presidente del Consiglio
e dentro, come ingurgitati da un vorace
(ma sociale) imenottero,
stanno via via alcuni leader del centrosinistra.

Si attende che certe alte sfere sdoganino il gadget
dal sospetto di iconolatria,
dopodiché, smesso l’ovetto Fabergè,
avremo infine appropriati cadeau
per le feste:
un tintinnino per la sua signora?

.

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24.3.09

Filmmaker digitale. Dal progetto alla distribuzione

Il cinema racchiude in sé molte altre arti; così come ha caratteristiche proprie della letteratura, ugualmente ha connotati propri del teatro, un aspetto filosofico e attributi improntati alla pittura, alla scultura, alla musica. (Akira Kurosawa)


Il Filmmaker digitale” è un manuale tecnico scritto da Daniele Maggioni e Angelo Albertini.
Nato come evoluzione di “Professione Filmmaker” (Mondatori, 1998) di Daniele Maggioni tiene conto della rivoluzione digitale che sta stravolgendo il cinema in un contesto produttivo completamente mutato: l'avvento del digitale ha permesso di filmare con mezzi che vanno dal telefonino alle camere digitali di grande formato.
Questo manuale consente di prepararsi a girare filmati professionali attraverso un iter molto dettagliato: dal progetto del film alla preproduzione, dalla scelta delle attrezzature all'organizzazione delle riprese fino alle scelte di regia. Il filmato viene poi seguito nella postproduzione (montaggio) fino alla distribuzione e alla vendita. I problemi che si presentano sono molto concreti, per esempio come organizzare un budget. Così pure gli esempi sono tratti da esperienze di produzione recenti; mentre un apparato di illustrazioni in sequenza rende molto chiari i movimenti della macchina da presa in tutte le sue possibilità. Una parte finale è dedicata alle possibilità di accedere a un finanziamento, alla distribuzione e alla vendita di un filmato con tutti gli indirizzi utili in Italia e all'estero.
Il “Filmmaker digitale” è rivolto in generale agli appassionati del cinema perché intende analizzare i grandi cambiamenti in atto non solo tecnici, ma anche linguistici: un manuale tecnico-pratico completo che non rinuncia ad aperture creative e che fa riflettere sulle ragioni che ci spingono a filmare.

Autori:

Daniele Maggioni è direttore della Scuola di Cinema Televisione e Nuovi Media di Milano e uno tra i fondatori del Festival Filmmaker. Come produttore ha lavorato, tra gli altri, con Silvio Soldini e Marina Spada. È autore del volume Professione filmmaker (Mondadori, 1998).

Angelo Albertini, fondatore della casa di produzione LeClip, è un giovane filmmaker freelance cresciuto in ambiente digitale.

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23.3.09

Ti chiami musica

(ma ho in mente tanti nomi in più)

Quali aspetti nella percezione della musica sono universali,
e non risentono di spazio, tradizione, cultura?

Se l’è chiesto un gruppo di ricercatori
del
Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences
in uno studio interculturale
che ha affiancato ascoltatori occidentali
e nativi Mafa, una popolazione africana, per poi concludere,
tra l’altro, che tre delle emozioni fondamentali indagate
- vale a dire felicità, tristezza, paura -
sono riconosciute dai presenti indipendentemente
da origini, usi, costumi,
abitudini negli ascolti.

Il linguaggio musicale è universale:
lo intuivamo, ne abbiamo conferma.
La fonte della notizia è
Current Biology
e ce ne riferisce
La Stampa.
.

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21.3.09

In confidenza, Lisa

È una donna, si chiama Lisa,
e puoi rivolgerti a lei 24 ore al giorno.

Usi Messenger?
Basta digitare l’indirizzo
e inserirlo tra i tuoi contatti per chattare con lei.

Di cosa parlerete, domandi?
Non di tutto, bene tu lo sappia,
perché Lisa è una donna speciale.
È un’agente della Polizia di Stato
ed è virtuale.

Beh, dov’è l’interesse? chiedi tu.
L’interesse è che ti risponde in diretta
attraverso la messaggistica istantanea
per aiutarti a capire come muoverti,
se magari stai pensando alle vacanze,
ti piace viaggiare
e hai bisogno del passaporto.

Pare poco?
No, perché Lisa prende le informazioni già presenti
sul sito della Polizia di Stato
e le traduce in un linguaggio più confidenziale,
immediato, tuo.
.

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20.3.09

Semplificare è sempre un bene?

Rendere semplice è la parola d’ordine degli ultimi tempi. Nel design come nella politica e in tutti i luoghi in cui la complessità è padrona.

Eppure, siamo sicuri che sia sempre un bene? Non rischiamo di perderci qualche pezzo per strada?

Ne è convinto Livio Milanesio che oggi, dalle pagine di Apogeoline, riflette su come la realtà venga sempre più "trasformata in una selva di simboli, filtrata attraverso oggetti quotidiani che ne nascondono la complessità e la rendono maneggevole. In questo modo non diventa più comprensibile, ma certamente più utilizzabile; non più chiara, ma certamente più spettacolare e dunque più interessante”.

17.3.09

Il peccato editoriale


Scrivere è diventato, assai più che in passato,
una questione di controllo, di misura,
di talento nel nascondere, di distacco.


Così Alessandro Baricco stamani a p.45 di «Repubblica».

L’affermazione nasce dall’osservare come
una raccolta di Raymond Carver, Principianti,
venne trasformata dall’editor Gordon Lish
in un libro nuovo:
Di cosa parliamo quando parliamo d'amore.

Tra i due testi, ora confrontabili
grazie alla pubblicazione dell’originale di Carver,
c’è qualcosa di più della lettura di un abile editor:
c’è la fatica nera di correzioni che
oltre a tagliare, costruivano uno stile.

Baricco è chiaro: quel libro che Gordon Lish
trasformò, senza aspirare allo statuto di co-autore,
quel libro che unanimemente fece parlare di Carver
come padre del minimalismo letterario,
ha poco di Carver.

Meglio:
i suoi personaggi, prima dell'intervento di Lish,
piangono, hanno emozioni, pensano pensieri leggibili,
tradiscono posizioni morali.
Si constata che spesso le storie di Carver
avevano un vero finale,
e che l'invenzione di storie sospese nel nulla
che si spengono bruscamente
e senza apoteosi finale è in gran parte
figlia di Lish
.

Traduttore-traditore è binomio fin troppo usurato,
ma chiedersi quanto scandagliare
il rapporto tra scrittore ed editor
è un percorso intrigante.
Accettare il tradimento pare inevitabile:
la soggettività stessa delle parole,
le variazioni connotative, i colorismi aggettivali,
i ritmi e poi i quadri della sintassi
ce lo fanno intuire.

Ma è questione di proporzioni.
In questo caso, sostanziali.
Scrive Philip Roth nella quarta di copertina:
Mai opera narrativa ebbe meno bisogno di revisioni.

E quindi?
Carver continuò a scrivere sottraendosi
al tutoraggio despota di Lish, ma certo
facendo anche tesoro dei suoi insegnamenti.

Un confronto tra testo 1 e testo 2,
suggerisce allora Baricco,
offre una reperto archeologico pressoché unico,
e di enorme interesse:
è come scoprire i diversi strati di fondazione

di una città antica.

E aggiunge: si potrebbe dire
che […] l'accelerata in avanti,
nella direzione di una superiore

freddezza-velocità-mutismo,
la diede senz'altro Lish, e fu, dunque,

un'accelerata nata in laboratorio
[…] nacque della fusione tra creazione pura
e lavorazione industriale.

Da allora, dal conio di quel modello,
una superiore freddezza,
e un mutismo quasi sacerdotale,
sono divenuti un valore riconosciuto
e pressoché stabilizzato dello scrivere letterario

[…]
Non so giudicare una svolta del genere:
ma so che conoscere la sua genesi,
e il peccato originale che la generò,
potrebbe aiutarci in qualche modo a capire meglio
cosa scriviamo e cosa leggiamo oggi
.
.

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13.3.09

Only 20

Hai solo vent’anni
ma siamo in molti ad amarti.
“Vague, but exciting”,
dissero di te ancora in erba,
e videro bene.
Exciting: posso continuare a pensarti così?
Sì. Anche se sei cambiato,
nell’evoluzione è il tuo fascino.
Oggi ti festeggiano al Globe,
ma meglio dire un po’ in tutto il mondo.
Dalle 14:00, sintonizzati.
.

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12.3.09

chiodini e racconti

Era inverno, uno di quegli inverni che non ci sono più (ça va sans dir), fatto di nebbia, galaverna sulle piante nel giardino di casa. Ed io che, bambino, verso sera, quando l’oscurità stava per impadronirsi della scena e la casa di fronte scompariva alla vista, mi mettevo talvolta a giocare con un gioco di cui ora non ricordo il nome. Era una scatola di plastica, con tanti buchetti dentro cui si potevano infilare dei chiodini colorati e comporre dei disegni. O delle lettere, o delle faccine, come quelle che, ho scoperto molto più tardi, si possono mandare per sms o per mail.

Mi sono venute in mente queste immagini guardando il sito http://www.humannetworkliveeffect.it/video/.

La home si presenta come quel gioco della mia infanzia, o come una strana costellazione, fatta di pianeti dai colori e dalle dimensioni diverse. Si clicca su una di queste e si illuminano delle linee che congiungono con altri nodi. Non ci sono parole, ma solo video. Dove le persone che lavorano nell’azienda raccontano quello che fanno, oppure intervistano persone o si intervistano tra loro, interagiscono, scherzano, sono ripresi mentre preparano il caffé e discutono tra loro. I loro racconti ci portano in un mondo giovane, che hanno voglia di raccontare il cambiamento, quello che loro hanno apportato o quello che essi stesso hanno vissuto.
Un linguaggio nuovo, quello che viene usato: nuovo cioè l’uso del mezzo visivo e della parola parlata, non scritta; nuovo anche il modo di usare la lingua, per cui l’espressione che può non essere chiara viene chiosata da un altro interlocutore, un po’ come si fa con i link al glossario. Insomma, un bell’esempio di quello che anche noi andiamo predicando: che la rete è un campo aperto, in cui si possono sperimentare nuove forme di linguaggio, dove la voglia del nuovo, del cambiamento va insieme alla qualità della comunicazione, che sia orale o scritta poco importa. E in cui il racconto, la vita delle persone stia sempre in primo piano, anche e soprattutto quando si affrontano questioni di marketing, strategie, buyer, sales management, trader, counselling…

Tutte quelle cose, insomma, che quando me ne stavo sul davanzale di casa a guardare la nebbia e a giocare con i chiodini colorati, non immaginavo nemmeno.

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11.3.09

Un cervello che parla

Due articoli, un’associazione, una riflessione.

Il primo è di Andrea Moro, docente di Linguistica Generale,
e si intitola

I misteri del linguaggio, un dono che ci distingue dagli animali.
L’intervento pondera le differenze tra cervello umano e animale
e in particolare si concentra sulla prerogativa esclusivamente umana
di combinare le parole in modi infiniti e complessi,
secondo quella struttura del linguaggio che chiamiamo sintassi.
Con riferimento a tecniche di neuro immagine,
il professor Moro descrive alcuni esperimenti

condotti dal gruppo di ricerca dell’Università Vita-Salute
San Raffaele di Milano,
esperimenti che hanno permesso di verificare empiricamente
come nel cervello esista una rete dedicata alla sintassi
e come questa rete sia sensibile
«a tutte e solo le regole comuni alle lingue umane».

Il secondo è di Mario Tozzi e Franca Zanichelli
del PNAT, Parco Nazionale dell’Arcipelago toscano,
e si intitola
L'oltraggio come assenza di linguaggio.
L’articolo parte da un episodio di cronaca locale
per chiedersi come l’aggressività dell’oltraggio
sostituisca spesso la strada del dialogo.

La rima tra oltraggio e linguaggio
richiama energicamente l’attenzione.
Il professor Moro ci ricorda che il linguaggio umano
è derivato in qualche modo da un saper “andare oltre”
i limiti neurologici delle altre specie viventi,
e anche Tozzi e Zanichelli ci invitano a ragionare
su un altro modo di “andar oltre”
come - etimologicamente parlando- fa l’
oltraggio.

Andati avanti, tornati indietro.
E quanto convenga all’uomo avanzare ritornando bestia
è riflessione che ognuno può far ben da sé.

.

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9.3.09

CREA Conference: convegno europeo di innovazione e creatività

CREA Conference è una delle principali conferenze mondiali sulla creatività, l'innovazione e la leadership ed è organizzata da CREA Italia, un’associazione non-profit con sede a Milano.
Obiettivo: promuovere in tutto il mondo e in tutte le aree - lavoro, ricerca, educazione - la creatività.
Questa iniziativa si rivolge principalmente a professionisti della creatività, educatori, persone in cerca di nuovi percorsi di sviluppo personale e rappresentanti di aziende. L’offerta è vasta: corsi di base, workshops facoltativi (“Expo”) ed eventi serali su svariati temi come leadership, gestione del clima o team-building, ma anche arte, teatro, musica, cucina e meditazione. I partecipanti apprenderanno gli ultimi modelli e le teorie di Creatività e di Creative Problem Solving, oltre a nuovi strumenti e tecniche per applicarli nel lavoro e nella vita di tutti i giorni.

La 7ª edizione annuale di CREA Conference offrirà un nuovo e unico mix di persone, culture, programmi e idee in uno sfondo d’eccezione: Sestri Levante.

Quando
Da mercoledì 1 a domenica 5 aprile

Dove
Sestri Levante (GE)

Per maggiori informazioni
http://www.creaconference.com/
Tel: 02 20229207
E-mail: info@crea-italia.com

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8.3.09

Onore al merito

Dall’intervento del Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano
in occasione della celebrazione
della Giornata Internazionale della Donna:

[…] è l'occasione per esprimervi la riconoscenza della Nazione,
la riconoscenza delle istituzioni che molto debbono alla vostra presenza operosa,
al vostro peculiare e insostituibile contributo
in tutti i luoghi in cui si costruisce la convivenza civile e il benessere comune del paese.

[…] E è molto significativa la partecipazione,
stamattina, di donne brillantemente affermatesi in molteplici attività
di studio, professionali, imprenditoriali, sociali, artistiche. […]
Le affermazioni recenti, in vari ambiti, di personalità femminili,
quali quelle che ho ricordato, care amiche partecipanti, sono le luci.

Ma sappiamo che restano tante ombre:
in particolare, quelle della sempre modesta,
molto modesta presenza femminile
nelle istituzioni rappresentative
e in funzioni dirigenti nel mondo della politica.
Restano molte ombre sulla strada della parità salariale
e innanzitutto della partecipazione delle donne alle forze di lavoro
e all'occupazione complessiva.
E non possiamo non chiederci in questo momento
- nel contesto di una crisi finanziaria ed economica
che dà segni piuttosto di ulteriore aggravamento
che non di allentamento –
quanto rischi di essere particolarmente colpito il lavoro femminile:
tema sul quale ancora non si vede concentrarsi abbastanza l'attenzione,
la riflessione, l'impegno.

Questo è il panorama generale a cui ci richiama l'8 marzo:
un panorama che non può peraltro ignorare
l'ombra più pesante di tutte,
la vergogna e l'infamia delle violenze contro le donne,
degli stupri, e di tutte le forme di molestia,
di vessazione, di persecuzione nei confronti delle donne.
Nel mondo e in Italia:
in una parte del mondo in modi orribili, barbarici;
in Italia verso donne italiane o straniere non fa differenza,
ad opera di stranieri o di italiani non fa differenza. […]


Grazie, Presidente.
.

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5.3.09

La poesia viva di Ivan

Esistono ancora i poeti di strada? Per fortuna si.
E dove? Qui a Milano. La città è piena di "assalti poetici", come li chiama lui.

Proprio in questi giorni allo Spazio Oberdan la mostra POESIA VIVA, presentata da Art Kitchen in collaborazione con la Provincia di Milano, raccoglie dieci scaglie poetiche del giovane artista milanese, che raccontano la quotidianità attraverso la poesia declinata in forme differenti: dalle grandi tele ai video, dalle performace alle sculture.
Una mostra interattiva che spinge il visitatore a leggere, toccare, disegnare e persino scrivere.
Il poeta sei tu che leggi, così scrive Ivan e la mostra ne è la dimostrazione.

Ivan scrive versi liberi.
Frasi semplici che "incontri" per le vie della città: sui muri, sulle saracinesche, sui cartelloni.
Poesia da scoprire: per tutti quelli che ancora camminano per strada e si guardano intorno, curiosi.

Chi getta semi al vento farà fiorire il cielo

DOVE
Spazio Oberdan, viale Vittorio Veneto, 2 - Milano

QUANDO
Fino al 15 marzo

Ingresso libero

Per saperne di più:
Provincia di Milano
IVAN

L'impiego del videolibro nella formazione

Il prossimo 10 marzo, presso l’Università IULM si terrà la tavola rotonda “L’impiego del videolibro nella formazione” organizzata dall’Executive Master in Relazioni Pubbliche d’impresa di Scuola e Comunicazione IULM, Ferpi e Assorel: un’occasione per discutere
i possibili impieghi di questo straordinario strumento all’interno dei diversi contesti formativi. Durante l’evento verrà presentato il videolibro “In che senso? Che cosa sono le relazioni pubbliche”, a cura di Toni Muzi Falconi, Fabio Ventoruzzo e Chiara Valentini.

Parteciperanno alla tavola rotonda: Giovanni Puglisi (Magnifico Rettore Università IULM), Alberto Abruzzese (Ordinario di sociologia della comunicazione, Università IULM), Gianni Canova (Ordinario di cinema: storia, teorie e tecniche, Università IULM), Emanuele Invernizzi (Ordinario di Economia e tecnica della comunicazione aziendale, Università IULM), Toni Muzi Falconi (Docente di Global relations and intercultural communication, New York University) e Grazia Murtarelli (Coordinatrice Nazionale UniFerpi).

Per partecipare è necessario prenotarsi.
Come
Scrivendo a: master.rpimpresa@iulm.it
Telefonando al numero: 02-891412756

Quando

Martedì 10 marzo 2009 – ore 17.00

Dove

Università IULM – Via Carlo Bo, 1 (MM2 Romolo)
Aula Seminari – VI piano

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3.3.09

Ansia da referto

Vi sentite l’ansia che vi gira nella pancia, qualcosa di fisico, qualcosa che potreste prendere e mettere su una bilancia. Avete il pensiero fisso, vi fa compagnia tutto il giorno e anche nei pensieri notturni.
Il referto. Quanto cavolo manca?

La notizia è sul Corriere della Sera: una ricerca condotta negli USA su 126 donne sottoposte a biopsia al seno e in attesa dei risultati dimostra che l’attesa del referto provoca livelli di stress uguali a quelli di una diagnosi sfavorevole.
Alle donne è stato prelevato un campione di saliva il giorno della biopsia e nei 5 successivi. I ricercatori hanno misurato il livello di cortisolo la cui concentrazione aumenta in seguito a stimoli stressanti.

Risultato? Le donne che dopo i 5 giorni erano senza risposta perché ancora in attesa del referto o perché il risultato era incerto avevano un livello di cortisolo pari a quello delle donne che avevano appreso di avere un tumore.

Elvira Lang, uno degli autori della ricerca, sostiene che i medici dovrebbero accorciare i tempi di analisi-comunicazione dei risultati al paziente.

Quanto è importante la comunicazione della diagnosi? Quanto si può fare perché il paziente (o colui che lo diventerà) non parta già da una situazione psico-fisica vulnerabile? In tempi di accorciamento spinto del time to market, come si può accorciare anche il tempo di attesa della diagnosi?

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2.3.09

Per niente facili

Parli forse come mangi, ma non come scrivi.
Varietà diamesiche per i linguisti,
cioè relative al tipo di mezzo utilizzato per comunicare,
parlare e scrivere mettono in atto differenti strategie di uso
della lingua,
richiedono processi diversi per la costruzione di senso:
un respiro, una pausa, un'intonazione
in un caso chiariscono, nell’altro mancano,
e il fraintendimento è in agguato.

Se ne parla da tempo,
e in questi giorni di più, un po’ per il Congresso
appena tenuto a Napoli,
un po’ per le intercettazioni telefoniche:

«Io posso dire 'Vediamoci domani' con un tono che esprime
minaccia e nasconde un'intimidazione (…)
oppure in maniera innocua, con gentilezza.
La persona con cui sto parlando riesce a cogliere la differenza,
chi legge soltanto queste due parole scritte no.
Gli manca il correlato acustico delle emozioni.» >>

Infatti le trascrizioni ortografiche convenzionali
del parlato richiedono agli esperti attenzioni minuziose
a tutti gli elementi verbali e non verbali:
pause, frammenti, inspirazioni, risate, e altro.

Gli interventi del Congresso hanno approfondito vari aspetti
(qui gli abstract), tra cui quello delle difficoltà
riscontrate con la nuova lingua dagli immigrati.
Come ricorda l’articolo citato:
«Per chi è straniero imparare i "codici" del nuovo idioma
non è affatto semplice: non basta la grammatica,
non è sufficiente memorizzare parole ed espressioni.
(…) Chi è straniero deve acquisire un pacchetto di norme
per interagire con gli altri, ma siccome tende a usare
quelle della sua cultura
si creano incomprensioni".
Capita con le critiche, ma anche con l'ironia».

Sfumature, tonalità, gesti, che fanno la differenza
e convogliano gli scambi comunicativi.
Per niente facili.
E vale anche per i parlanti nativi, cioè noi
che con maggior o minor consapevolezza
quotidianamente facciamo i conti con le trascrizioni
dei nostri personali pensieri,
e le inevitabili insidie nel comunicarli agli altri.

Come dire che - in certo senso –
siamo un po’ tutti migranti.
.

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