31.5.05

Una faccia aperta ai dubbi

Leggo sul blog del MdS una riflessione sulla iunctura sostantivo-aggettivo.
Fantasiosi amanti, quando s’incontrano illuminati dalla sintonia
gioiscono di nuova vita.
Condivido le parole di Luisa, e qui
rilancio la palla suggerendo un’occhiata ai testi di Francesco Guccini.
Prendo una canzone, a caso: Scirocco.
Il vento è lucido, la realtà irreale,
il gesto barocco, il cielo rinnovato,
i ricordi impossibili.

E il protagonista della canzone, seduto al tavolo di un bar impersonale,
è lì, con la sua faccia aperta ai dubbi.

Dubbiosa? Sconcertata? Allucinata?
No, aperta.
E, subito, sgorga in noi la simpatia.
;-)

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27.5.05

Il calamaio

Che belle parole
se si potesse scrivere
con un raggio di sole.

Che parole d'argento
se si potesse scrivere
con un filo di vento.

Ma in fondo al calamaio
c'è un tesoro
e chi lo pesca scriverà parole
d'oro
col più nero inchiostro.

[Gianni Rodari, Filastrocche in cielo e in terra]

25.5.05

Simbolo e diavolo

La parola che avvicina, congiunge, ama.
E quella che getta via, disperde, spezza.
La parola simbolo, che unisce. La diabolica, che divide.
Dal mondo classico al biblico, grandiosa e sinistra,
conoscenza e opinione, la parola impera.
La esamina un testo appena uscito, per BUR Saggi, Nel segno della parola:
quattro autori contemporanei si affacciano al passato
per cogliere meglio il presente.
Mi piace la parola simbolo, quella che unisce realtà, istanze, persone.
Quella aperta allo scambio, che cerca il feedback, supera l’eco.
Credo sia questa la parola che convince, e lo scriviamo ne La Magia,
del resto: lo spirito è win-win.
Io vinco, tu vinci. Vinciamo insieme ;-)

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Magia della punteggiatura

Si racconta che Victor Hugo, volendo sapere come andassero le vendite del suo "Les Miserables", abbia inviato una lettera all'editore con scritto solo "?", e che l'editore abbia prontamente risposto con un semplice "!" (all'epoca non c'erano ancora le "faccine"). Paradossale ed estrema dimostrazione che brevità e chiarezza possono andare tranquillamente d'accordo.

23.5.05

Alle origini della magia

A Phoenix, in Arizona, è attiva da anni la fondazione “Milton H. Erickson”. Pubblicazioni, eventi e link utili sul medico ipnotista.

“The Virginia Satir Network” è dedicato a chi desidera approfondire il contributo della celebre terapista.

Antropologo, sociologo, cibernetico, Gregory Bateson è uno dei più importanti studiosi dell’organizzazione sociale del secolo scorso e ispiratore del lavoro iniziale di Richard Bandler e John Grinder.

20.5.05

La magia delle favole

“…quando si narra una favola, cala la notte. Non importa il posto, il tempo, la stagione: un cielo stellato e una luna bianca spuntano dai cornicioni e si librano sulla testa degli ascoltatori. Talvolta, alla fine del racconto la camera è piena di luce, altre volte resta un frammento di stella, o un lembo di cielo”.
Clarissa Pinkola Estès, Donne che corrono coi lupi

La luce, il frammento di stella, il lembo di cielo non restano solo nella camera:
la vera magia della favola è qui.

Non si deve far nulla, se non ascoltare. I messaggi arrivano e fanno capire, insegnano e risvegliano.

La favola è metafora e strega,
come le storie degli indiani nativi americani,
le parabole della Bibbia,gli insegnamenti di Ouspensky e Gurdijeff,
i racconti di Milton Erickson,
le storie zen…

Oggi, usare le favole per fare “terapia” e/o formazione sta diventando sempre più comune, perché si è capito che le favole hanno un grande potere.

Ho da poco scoperto che Piera Giacconi, formatrice aziendale e docente di comunicazione, adotta le fiabe della tradizione per far magie, secondo il metodo Debailleul.

Le usa nei suoi corsi e nei workshop per sviluppare l’intuito, la creatività e i talenti delle persone, stimolare l’immaginazione, attingere alle risorse nascoste, chiarire le emozioni, riconoscere le difficoltà e suggerire le soluzioni, promuovere la fiducia in sé stessi e nel futuro, vincere le limitazioni…cambiare

Il suo sito è questo:
www.lavocedellefavole.com.

19.5.05

Nulla dies sine linea

“Stiamo assistendo a una rapida regressione della capacità di comprendere messaggi scritti. Benedetto Vertecchi delinea una strategia perché tutti, bambini, ragazzi, adulti, ogni giorno, si impegnino nella lettura di un testo, anche breve …”.

Ne parlano oggi, alle 17.15, a Firenze: a Nuovo e Utile, Festival della Creatività e dell’Innovazione.

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18.5.05

Sorridi?

''Come dice
un proverbio orientale:
40% parole,
15% espressioni facciali,
15% memorie,
30% sorrisi.

Totale:
100% comunicazione.''

Consiglia sorrisi smaglianti:
è la nuova pubblicità di un dentifricio,
e ci tocca tutti.
Specialmente noi, che proprio ne La Magia
ci interroghiamo anche sulle percentuali:
quanto comunicano le parole?

Già, perché le parole parlano oltre
il loro significato. Quando scritte,
parlano di più.
Rinnovano memorie, grugniscono bronci,
ritmano sogni. Spiegano sorrisi.
E con un po' d'allenamento le riconosciamo
subito: autentiche o infingarde, cialtrone o regali,
dicono tutto di noi.
E allora, anche a parole, c'è sorriso e sorriso.
;-)

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16.5.05

Quando la "chiarezza" può salvare la vita

PAZIENTE MUORE PER REAZIONE ALLERGICA, PADRE SCRIVE A CIAMPI
Foggia, 11 maggio 2005

Il padre di un ragazzo di 26 anni di Foggia, morto per una sindrome neurolettica maligna, ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Ciampi in cui chiede che il capo dello Stato faccia il possibile affinché quanto accaduto a suo figlio non accada in futuro ad altre persone. Secondo Manzi, la morte del figlio, avvenuta nel luglio del 2004 dopo 13 giorni di febbre altissima, sarebbe stata provocata da un farmaco antipsicotico, utilizzato per il trattamento delle psicosi schizofreniche. Secondo l'uomo, infatti, nel "bugiardino" del farmaco non è indicato che esso può causare la sindrome neurolettica maligna; indicazione che invece esiste nella confezione americana.

È successo lo stesso giorno della nostra Palestra, una serata bellissima in cui abbiamo evocato una scrittura magica.
Purtroppo, però, in questo Paese incredibile succedono ancora cose del genere. Episodi in cui si viola il dovere etico, oltre che professionale, di una scrittura "di servizio" comprensibile, utile, funzionale.
Non ne possiamo più di medici che formulano diagnosi incomprensibili e di case farmaceutiche che si dimenticano di tradurre pezzi di "bugiardino". La Sanità e il sistema farmaceutico devono cambiare atteggiamento. Credo che la scrittura possa essere un modo.

Non parlare a vuoto: ricordati che la lingua ha un corpo

Ogni giorno "processiamo", come dicono gli informatici, decine e decine di migliaia di parole. Eppure, abbiamo dimenticato quella che Antonio Gramsci chiamava "la fatica muscolare dello studio", oltre che l’importanza delle "sensate esperienze" come base fisica e corporea della nostra vita e della nostra intelligenza (Galileo Galilei).
Qual è allora il rischio di smarrire queste radici biologiche, animali? Comunicare – e vivere – a vuoto, perché il nostro interlocutore, a sua volta, accoglierà le nostre frasi come formule vuote.

Tuttavia, nulla è perduto: possiamo ancora progredire “sulla via antica della comprensione reciproca e della comprensione e intelligenza del mondo. Purché chi guarda in fondo al linguaggio vi scorga la necessità che esso, se non vuole limitare la sua stessa funzione, si faccia esso stesso educazione alla parola in tutte le sue potenzialità”.

Parola di Tullio De Mauro (l'articolo è leggibile online sulla Stampa ancora per una settimana).

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14.5.05

Lingua e corpo

Una palestra sul mare:
tempo libero e sintonia.
Muscoli aperti alle sollecitazioni.
Il pensiero si fa desiderio,
impulso nervoso, movimento.
Le fibre rispondono, il ritmo è nel respiro.
La massa si arrotonda, e tu
sei padrone.
Una pagina bianca:
sensi liberi e fantasia.
Tra penna e tastiera, la mano scava
la parola. Sceglie, traccia il segno,
e l’armonia si compone.
Sudo, disciplino, ottengo, soddisfo.
È proprio vero, Iabi.
Anche a sapere poco di zen: muscoli e scrittura,
sottopelle, uguali.
Allenando, li amo.

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13.5.05

Non ho problemi di comunicazione

Sono un traduttore dall'italiano all'italiano. A me danno un foglio con scritto: "Il vs strumento elettrico ha strongly paura di acqua o umidore. In alternativa può occorrere scottatura o morte. Con i complimenti, Sony".
E io traduco: "Teme l'umido. With compliments, Sony".

Non ho problemi di comunicazione, di Walter Fontana, Rizzoli, 2004

Quanti ricordi, eh? ;-)

12.5.05

bene o male?

«Ho riflettuto spesso, e a fondo, sopra questo problema: è maggiore il bene o il male che hanno arrecato a uomini e società l’abilità della parola e l’altissimo impegno profuso nell’eloquenza?» (Cicerone, De Inventione, I, 1)
Già, perché secondo Cicerone, i disertissimi homines, i più bravi a usare le parole, contribuiscono a rovinare le nazioni, ma anche a fondare alleanze, chiarire dissidi, stringere sacri vincoli di amicizia.
La questione mi sta a cuore: buone o cattive? ponderate o temerarie? brillanti o stonate? Quali parole usare, e come usarle, è anche un fatto di consapevolezza.

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PowerPoint: sopravvivere si può!

Leggevo, qualche tempo fa, di una strana epidemia sempre più diffusa nelle aziende: la cosiddetta "death by powerpoint".
Oggi, dopo aver studiato questo strumento, credo proprio non si tratti di un male incurabile. Anzi, con le dovute precauzioni, può aiutarci a raccontare storie davvero efficaci, fatte di parole, immagini, suoni.
Faticate a crederlo? Allora scoprite "The real role of PPT", di David Weinberger.

10.5.05

La prima pagina

"Prima di parlare della prima stesura vorrei parlare della prima pagina. La prima pagina è importante, perché o spinge il lettore a infilarsi nella storia oppure gli fa chiudere gli occhi e riporre il libro. Uno scrittore che conosco mi diceva che non gli dispiace dedicare alla prima pagina anche dieci giorni. Io perderei la vista se ci stessi sopra dieci giorni, ma ho provato a farne tre versioni in un solo giorno, e se non sono ancora soddisfatta passo alla pagina due con l'intento di ridare un'occhiata alla prima l'indomani. Niente vale uno sguardo a mente fresca." (Patricia Highsmith, Come si scrive un giallo)

Ore 15.30 Salone del Libro di Torino: sala piena, pubblico soddisfatto

Un successone. Per più di un’ora, Alessandro, Stefania, Paolo, Luisa e Claudio hanno sedotto la platea parlando del nostro libro.
Tanti gli stimoli: gestire il panico del foglio bianco allenando corpo e mente, valorizzare la scrittura nella comunicazione al Cittadino, vivere il marketing come “story-writing”, approfondire il binomio parola-scrittura.

Racconti "da scompartimento"

Sul treno immaginario che collega Londra a Milano ciascuno può far salire un personaggio e raccontare la sua "web short story".
Così il sito Londra-Milano mette insieme tre magie: la scrittura, il viaggio e il web.

9.5.05

Lo "scrittore-barbiere"

<<Non si devono moltiplicare gli enti oltre la necessità>>. E' il cosiddetto "rasoio di Occam", dal nome del filosofo inglese Guglielmo di Occam, vissuto tra il 1285 e il 1347.

E' il principio che sta alla base della scienza: quando esistono due teorie in grado di spiegare un certo fenomeno, è sempre opportuno scegliere quella più semplice, ovvero quella che impiega il minor numero di ipotesi. Il "rasoio di Occam" è appunto lo strumento che serve a "tagliare" la teoria piu complessa o artificiosa.

E non tanto perche la teoria più semplice e compatta sia più "vera" dell'altra, quanto perché la sua applicazione permette di risparmiare tempo e fatica inutili: quelli necessari per comprendere lo stesso fenomeno alla luce della teoria piu complessa, che usa ipotesi non necessarie.

Ma al "rasoio di Occam" dovrebbero ispirarsi non solo gli scienziati. Anche chi scrive dovrebbe usarlo, perche è uno strumento efficacissimo. Cosa ci insegna? Semplice: a evitare il superfluo. A meno che non si debba essere involuti e poco chiari per necessità (chi scrive le leggi talvolta è volontariamente ambiguo, proprio per lasciare spazio a diverse interpretazioni).

La chiarezza e l'efficacia di un testo passano sempre attraverso il "rasoio". Che si chiami riscrittura, rielaborazione, revisione, è (anche) il taglio delle parti non necessarie a rendere comprensibile quello che prima non lo era. Quando scriviamo, pensiamo sempre a chi dovrà leggerci. Ci sarà grato se avremo usato il "rasoio di Occam". Perché il mago-scrittore deve essere anche un po'... "barbiere"!

7.5.05

Scrittura magica, scrittura mutante

L'Osservatorio Scrittura Mutante di Settimo Torinese studia le nuove forme narrative prodotte dalle tecnologie e dalla Rete. In questi giorni al Salone del Libro di Torino (Padiglione 2, stand M 80) oppure online all'indirizzo www.trovarsinrete.org

6.5.05

La presentazione al Salone del Libro

Il nostro libro verrà presentato lunedì al Salone del Libro di Torino. A fare gli onori di casa Alessandro Lucchini, insieme a:

  • Paolo Carmassi - "Pubblica amministrazione: una palestra di scrittura"
  • Luisa Carrada - "Storywriting in azienda"
  • Claudio Maffei - "Le relazioni virtuose"
  • Stefania Zenato - "Il panico da foglio bianco"

Lunedì 9 maggio alle 14:30 - Spazio Autori A.

3.5.05

In libreria dal 3 maggio

Come scrivere in modo chiaro ed efficace?
Come metterci nei panni di chi legge?
Come stabilire sintonia con i lettori entrando nelle loro corde, razionali ed emotive?
"La magia della scrittura" è il primo libro che indaga l'influenza dei modelli neurolinguistici nella scrittura, ossia gli schemi che ci aiutano a rendere più efficace il messaggio scritto. Pubblicato da Sperling & Kupfer e realizzato da più di 40 autori, è dedicato a chi usa la scrittura nel lavoro, in alternanza continua tra chiarezza e seduzione.