27.12.07

Sei la più bella del mondo


È la sorte vanesia toccata a una parola turca,
eletta come più bella del mondo.
Nello stravagante agone sono scesi termini di tutti i continenti,
li’ a confrontarsi a colpi di sonorità, singolarità, pregnanza.
Ma con quali criteri siano stati stilati i parametri
è lecito domandarselo,

visto che la prima parola italiana in classifica
è nientepopodimeno che iella e (gli scaramantici provvedano)
si è piazzata ben al 17° posto.

Ecco, mica per patriottismo,
ma che la nostra lingua italiana,
e mi ricordo in proposito anche una bella canzone di Cocciante,
annoveri come prima delle sue parole orecchiabili, originali,

dense, una parola come iella… beh, mi lascia perplessa.

Ma le loro valutazioni l’avranno sicuramente sedimentate
i giurati delle riviste culturali tedesche Kulturaustausch
(Scambio culturale) e Ifa (Istituto dei rapporti con l’estero)
per scegliere lei: Yakamoz, che significa
“I riflessi della luna nell’acqua”.

Siamo alla fine dell’anno, e mentre ci riscopriamo romantici,
possiamo dare una sbirciatina all’intera selezione
nella loro brochure, qui.

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21.12.07

Dunque quelli di destra si prostituiscono?

"Alla Rai o ti prostituisci o sei di sinistra"
Giuro che ha detto così. Sì, magari sotto le feste con tutte 'ste cene di ufficio o di palestra si beve un po' di più. Ma giuro che ha detto così, guardate i giornali di ieri e oggi, controllate in rete, ha detto così. Inutile che vi metta i link, è scritto da tutte le parti.
"Voglio essere chiaro - ha poi precisato, mica che fosse stato frainteso -. Lo sanno tutti nel mondo dello spettacolo, in certi situazioni, in Rai, si lavora soltanto se ti prostituisci oppure se sei di sinistra. In Rai non c’è nessuno che non sia stato raccomandato, a partire dal direttore generale...".
Va beh, lasciamo stare gli approfondimenti, che altrimenti c'invischiamo.
Consiglio al presidente di mettere un attimo da parte Erasmo da Rotterdam, e non serve Chomsky (comunista anche quello, maledizione), né altri intellettuali trinariciuti, basta sfogliare un librino di grammatica. Per la logica del "tertium non datur", cioè non c'è una terza via, dire che "o ti prostituisci o sei di sinistra" mi pare voglia dire che tutti quelli che lavorano in Rai, se sono di destra, si sono prostituiti. Aut aut, o di qui o di là. Matematica del linguaggio.
Non sta bene, dottore, non son cose che si dicono. O tempora, o mores!
Buon Natale anche a lei, che le porti un po' di serenità.

17.12.07

Qualcosa di famigliare

Mentre addobbavo la casa l’ho ritrovata, ieri.
Era tra le pile di fogli che adornano la scrivania
e che, prima di assestarsi in consona destinazione,
fanno il giro degli angoli
per scampare alle saltuarie manie da ora-ti-sistemo.
Ne riporto una parte:

“Scrivo male:
e si perdoni all'autore che egli parli di sé:
è un privilegio delle prefazioni, un picciolo e troppo giusto
sfogo concesso alla vanità di chi ha fatto un libro:
scrivo male a mio dispetto;
e se conoscessi il modo di scriver bene,
non lascerei certo di porlo in opera.
I doni dell'ingegno non si acquistano,
come lo indica il nome stesso;
ma tutto ciò che lo studio, che la diligenza
possono dare, non istarebbe certamente per me
ch'io non lo acquistassi.

Che cosa poi significhi scriver bene
non credo che alcuno possa definirlo in poche parole,
e per me, anche con moltissime non ne verrei a capo.
Ecco però alcune delle idee
che mi sembra doversi intendere in quella formola.
A bene scrivere
bisogna saper scegliere quelle parole e quelle frasi,
che (...)
o nate nel popolo, o inventate dagli scrittori,
o derivate da un'altra lingua, quando che sia, comunque,
sono generalmente ricevute e usate.

Parole e frasi che sono passate dal discorso negli scritti
senza parervi basse, dagli scritti nel discorso
senza parervi affettate; e sono generalmente e indifferentemente
adoperate all'uno e all'altro uso.
Parole e frasi divenute per quest'uso generale ed esclusivo
tanto famigliari ad ognuno, che ognuno (...) le riconosca
appena udite (…).
Parole e frasi tanto famigliari ad ognuno
che il parlatore triviale e l'egregio
cavino dallo stesso fondo,
e dopo d'averli uditi successivamente,
un uomo colto senta fra di loro differenza d'idee,
di raziocinio, di forza etc.
ma non di lingua.

Parole e frasi, per finirla, tanto note per uso,
e immedesimate col loro significato,
che quando uno scrittore ingegnoso,
per mezzo di analogia le fa servire ad un significato pellegrino,
quel nuovo uso sia inteso senza oscurità e senza equivoco,
ed ogni lettore vi senta in un punto e l'idea comune,
e quel passaggio, quella estensione etc.
che ha in quell'uso particolare”.


L’ho ritrovata, questa stampa di una famosa
Introduzione rifatta da ultimo
che ha quasi due secoli e,
a parte qualche vocaluzza poi ritoccata,
sembra scritta giustappunto ieri.
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12.12.07

Parole a caso?

SEMMAI
ANIMALE
BORDI
GIOIA
ANELLO
SALUTE
ROSSETTO
CAFFÈ
APRIRE
MARITO

Dai, prova anche tu: scrivi un breve testo che contenga tutte queste parole. E che abbia un senso, ovvio.
Fallo ora, prima di leggere il resto di questo post.

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È uno degli esercizi di creatività più semplici ed efficaci che conosca. Lo propongo spesso in aula, come riscaldamento: i partecipanti mi danno ciascuno un bigliettino con una parola, la prima che viene loro in mente. Trascrivo la lista sulla lavagna: "ok, 3 minuti, scrivete un testo con queste parole, buon lavoro". Ne escono brani davvero interessanti.
Qualche giorno fa, in un corso, con la lista su riportata in tre minuti una giovane scrittrice (grazie Katia!) ha prodotto questo:
Semmai mi mettessi il rossetto, potrei aprire i miei bordi femminili congiunti al mio istinto animale. Sarebbe una gioia poter sporcare la tazzina del caffè con labbra gonfie e piene di salute. Avere un anello al dito. Sarei una moglie. E invece sono un marito.

Come dice spesso un amico mio, il caso, a volte, è intelligente.

11.12.07

La medicina narrativa

Nella vita di tutti i giorni usiamo la nostra capacità narrativa per raccontarci agli altri, per dire qualcosa di noi, del nostro passato ma anche delle nostre aspettative future.

Allo stesso modo il paziente racconta al medico la propria “storia di malattia”, e questa è la descrizione più vera e completa del suo malessere.

La medicina narrativa (NBM, Narrative Based Medicine) indaga proprio questo scambio profondo tra medico e paziente con l’intento di promuovere lo sviluppo della capacità narrativa in chi soffre, ma anche in chi - giorno dopo giorno - con questa sofferenza lavora.

Perché, come ricorda G. G. Marquez, "la vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla".

P.S.
Un grazie speciale a Fabio per averci aperto questa nuova finestra sul mondo :-)

4.12.07

Mappe mentali: ecco il blog


"girare il foglio da verticale ad orizzontale, passare dalla scrittura lineare a quella radiale, usare tutti i colori, liberare la creatività"

Così, in breve, Roberta Buzzacchino racconta il suo mappe_mentali_blog.

Per imparare a descrivere - con la leggerezza di linee e colori - mondi vasti e complessi. Fuori e dentro di noi.