Dedico le vacanze agli affetti, ai viaggi, alle camminate in montagna e alle letture. Alcune di aggiornamento, anche per non sentirmi troppo in colpa e dare un vago senso di concretezza all’ozio, altre di puro svago. (Che poi, si sa, puro svago non è.)
Tra le ultime, mi accorgo che quelle che mi hanno colpito di più sono scritte da donne.
Frankenstein, di Mary Shelley. Lo rileggo circa una volta l’anno, trovando sempre un aspetto nuovo. Questa volta ho apprezzato l’originalità nel trattare una storia d’amore senza mai farla percepire come una storia d’amore. Perché questo mi pare sia, dopo tutto, Frankenstein: la storia di un’affannosa, multiforme, disperata ricerca di amore.
Ethan Frome, di Edith Warthon. Storia di un uomo raccontata da una donna, che per raccontarla si cala nelle vesti di un altro uomo. Vicenda apparentemente comune, un tradimento coniugale: ma il triangolo marito-moglie-amante qui è micidiale quasi come una tragedia greca.
L’accompagnatrice, di Nina Berberova. La storia esplora le continue ambivalenze tra il fascino, l’invidia, la tenerezza e la crudeltà nel rapporto tra due donne di diversa condizione e fortuna: una povera pianista - l’accompagnatrice, appunto - e una cantante di successo. Una storia di due donne raccontata da una donna; un centinaio di pagine di grande raffinatezza psicologica, tanto da ricordare, pur in un breve romanzo, lo spessore delle analisi dostoevskiane.
Destinatario sconosciuto, di Kressman Taylor. È la storia di due amici fraterni e soci in affari, uno tedesco e uno ebreo americano, all’inizio degli anni ’30. Sul loro destino si proietta l’ombra della storia e della tragedia ideologica, tanto che i due saranno divisi dalla tragedia del nazismo. Una storia di due uomini, scritta nel 1938 in forma epistolare da una donna, che rappresenta con lucida chiaroveggenza il clima di spietato razzismo in cui maturerà l’olocausto.
L’ultima gara, romanzo d’esordio dell’italo-brasiliana Fatima Cardoso. Altra storia di uomini, raccontata da una donna. Due uomini scrittori, per cui nella trama entra con un ruolo importante la scrittura stessa. Storia geniale e coinvolgente, piena di colpi di scena, in cui, oltre all’originalità della trama, emerge un contenuto tematico che fa riflettere. E l’autrice, pur con frizzante ironia, ha comunque sempre il buon gusto di non giudicare: espone i fatti e descrive i personaggi, lasciando al lettore la libertà di schierarsi e di giudicare. Poiché le autrici e gli autori esordienti, e con loro le piccole case editrici, meritano un aiuto, ecco anche il link alla pagina per l’
acquisto.
http://www.palestradellascrittura.it/scriveredonna.htm